sabato 31 marzo 2012

La crisi? Albert Einstein

“Non possiamo  pretendere che  le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione  per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall’angoscia
 come il giorno nasce dalla  notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi  supera sé stesso
 senza essere ‘superato’.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.
 
L’ inconveniente delle   persone e delle nazioni  è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito.
E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il  conformismo.  

Invece, lavoriamo duro.
 
Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che  è la tragedia di non voler lottare per superarla.” 

Albert Einstein

LO TSUNAMI CHE CI ASPETTA


Fabrizio Tringali

Ringrazio Gisella che mi ha mandato la notizia che leggete cliccando qui.
Quelle poche righe ci dicono moltissime cose.
In primo luogo, esse sono l'ennesima prova che la presunta "guerra" dollaro-euro semplicemente non ha senso. 
Con buona pace di quanti difendono l'Euro perché si illudono che prima o poi possa svolgere un ruolo di contrasto al dollaro, il mondo semplicemente guarda da altre parti, e si libera dell'uno e dell'altro. In secondo luogo l'articolo mostra l'irritazione dei Paesi BRICS nei confronti di un occidente che inonda le banche con denaro a costo bassissimo.
Grazie alla libera circolazione di capitali, ovviamente le banche dirigeranno questi denari laddove vi sono maggiori prospettive di crescita, cioè proprio nei BRICS, eppure loro non sembrano affatto contenti di attrarre questi investimenti stranieri. E il motivo è semplice: sanno che tutto ciò creerà bolle speculative favorendo forme di indebitamento destinato a risultare difficilmente solvibile. E' il meccanismo che ha portato alle crisi dei mutui subprime. E le bolle prima o poi scoppiano, come appunto quella dei mutui subprime.
Ma non è tutto.

venerdì 30 marzo 2012

Zenica - Cuore d'acciaio della Bosnia


Vent’anni dopo la fine della guerra, ritorno nella città ferita. Sulla quale, giorno e notte, soffia i suoi fumi l’acciaieria che avvelena il presente e oscura il futuro. Specchio di un Paese in cui quasi la metà degli abitanti è senza lavoro e la povertà riguarda ormai un quarto della popolazione. Ma la politica delle privatizzazioni prosegue inesorabile
 
Di Christian Elia, foto e video Germana Lavagna
 

Restiamo umani? Appello per Vik.


Il punto interrogativo l’ho messo io, per dire una cosa cui tengo. Vik Arrigoni non l’aveva pensato bene quello slogan, e il suo fu un errore d’eccessiva generosità da una parte, e di un tocco di inconsapevolezza dall’altra. Troppo generoso nel pensare che di ‘umani’ come lui ce ne fossero abbastanza là fuori da meritare un appello popolare e popolarizzato. Non è così, purtroppo. Non lo è qui e non lo è in Palestina. Gli ‘umani’ si contano quasi sulle dita di una mano, ovunque. In secondo luogo, e a rafforzare il primo postulato, viene il fatto che chi è ‘umano’ non rischia certo di non rimanerlo. Si nasce umani, non lo si diventa, per cui non vi è il pericolo che quella dote vada perduta, non occorre ricordare ad alcuno di restarlo, ‘umano’. Né un richiamo di quel genere potrà mai cambiar nulla nel resto dei cuori fermi e tristi, quando non neri, che arrancano là fuori. Non ho mai compreso perché Vik ripetesse quelle parole.
Ok, e da qui allora io mi rivolgo a quelle poche, sparute unità di cuori ‘umani’ che mi conoscono e che mi leggono, e vi chiedo di aderire alla campagna Stay Human, The Reading Project,  che trovate qui http://www.restiamoumani.com/. Ho controllato che dietro ad essa vi sia Vik davvero, e infatti la sua mamma, Egidia Beretta, mi ha personalmente scritto per rassicurarmi.
Facciamo girare l’umanità di Vik il più possibile, e non per convertire all’umanità più persone – no, questo, come ho detto, non può accadere – ma solo per morire meglio noi. Almeno io così m’illudo. E guardate che se questo veramente fosse il lascito di Vittorio Arrigoni, sarebbe qualcosa di non lontano dal divino.

P.B.

Conoscendo gli Indiani



 
Frankpro

Riporto qui di seguito alcuni brani tratti dal libro Gli Indiani d'America, di Wilcomb E. Washburn, editori Riuniti, sulla personalità dei pellerossa, capitolo due. 
Questo testo è senza dubbio il migliore che ho mai letto sui cosiddetti “native americans”, i quali nonostante l’appellativo così netto - fatto che avrebbe dovuto spingere gli ospiti per lo meno a rispettarli - sono stati invece oggetto, come ben sappiamo, di ripetute, crudeli ed ingiustificate decimazioni.

Riporto questi brani sorprendenti - come spero scoprirete - sia perché in fondo degli indiani a noi mi pare sia giunta un’immagine poco chiara, legata più che altro a film western - che quasi mai ne hanno saputo tracciare correttamente dei tratti identitari credibili ed adeguati - sia perché questo degli indiani potrebbe diventare, per chi lo volesse, un buon argomento di discussione con amici e conoscenti.

mercoledì 28 marzo 2012

Un tempo per vivere

di David Di Bella

Tempo cronologico. Tempo obiettivo. Tempo misurato.
Ma cosa c'è di universalmente necessario, valido e vero, nel tempo scandito dai tic tac, o dalle cifre che si susseguono su uno schermo digitale? A mio avviso ben poco,  se non una convenzione, un accordo implicito, e un'ovvietà da "smontare", naturlamente, attraverso una sana critica; per constatare cosa contiene, e come funziona. 

Personalmente, credo che il "tempo cronologico" che conosciamo ( e che ci stressa sempre più ), sia né più né meno una percezione condivisa, sedimentata ormai da tempo,  nell'inconscio collettivo; e tuttavia frutto di cultura ( nel senso di accordi antichi tra le alte sfere; accordi ai quali non abbiamo preso parte, naturalmente ) e non di qualche "necessità di natura". 

Il tempo cronologico, per come lo conosciamo, va bene per la vita  dell'animale in gabbia che non vuole riconoscere la propria prigionia. Tra i ritmi, stabiliti da alte sfere, di un lavoro sempre più precario; un margine quotidiano di libertà apparente dagli affanni, sperperato in rimbecillimento televisivo, dipendenze, evasioni; festività, ricorrenze, e tappe preconfezionate che scandiscono i rituali di passaggio di una vita "materiale e materialista". Ovvero, la vita intesa, organizzata e prescrittaci, unicamente come linea e come cerchio( a differenza della vita spirituale e del progresso spirituale dell'individuo, che "lavorano" per movimenti spiraliformi).

martedì 27 marzo 2012

LAVORARE NON CONVIENE PIÙ. PER MOLTI.


DI ALESSIO MANNINO
fonte: ilribelle.com

La domanda alla quale vogliamo tentare di rispondere in questa circostanza è la seguente: ha ancora senso lavorare? Ancora meglio: è ancora utile farlo? Beninteso, stiamo parlando, ovviamente, del lavoro salariato, e possiamo anche restringere ancora di più il quesito, cercando di trovare una linea di confine al di sotto della quale la risposta potrebbe non essere così scontata come invece a prima vista la maggioranza dell'opinione pubblica crede. In questo caso il punto diventa: quale è il limite al di sotto del quale lavorare non solo è avvilente, ma nei fatti diventa anche controproducente.

Il motivo di tale domanda è molto semplice: molti pensano che quando scriviamo di pensare realmente a cambiare il proprio modus vivendi, di spostarsi, cambiare attività e in senso generale cercare di crearsi un nuovo paradigma - anche pratico - per sopravvivere, parliamo di utopie che sono al di fuori della realtà. Come vedremo, in molti casi, è molto più al di fuori della realtà rimanere in alcune condizioni piuttosto che prendere seriamente in esame un cambiamento radicale di vita.

lunedì 26 marzo 2012

Il TAV perde i pezzi

La tratta definita Asse Prioritario 6, in cui rientra la Torino-Lione.
Kiev non è stata mai inclusa.
  Articolo di Maria Ferdinanda Piva
per ByoBlu

 Il mitico corridoio ferroviario europeo numero 5, di cui fa parte il progetto Tav in Val di Susa, non andrà più da Kiev a Lisbona. Il Portogallo ha cancellato con un semplice tratto di penna il capolinea. In territorio portoghese la linea ferroviaria ad alta velocità non si costruisce. E non importa se l'Unione Europea ha già stanziato i soldi. La Corte dei Conti ha riscontrato alcune irregolarità nell'appalto dei lavori e il Governo portoghese – invece di annullare l'appalto – ha annullato definitivamente il progetto.

Monti e il Governo italiano, finora, hanno invece abbracciato con un entusiasmo degno di miglior causa l'idea di far passare la Tav del corridoio 5 in un buco mega miliardario sotto le Alpi . Perché “è un impegno già preso con l'Ue” - dicono - e non è possibile tirarsi indietro. Lisbona invece dimostra che ci si può benissimo tirare indietro. Ora che il capolinea del corridoio 5 è sparito, la Val di Susa non è più un tassello all'interno del (favoleggiato) asse portante Est-Ovest dei trasporti europei: tutto si riduce ad una mera questione di traffico fra Italia e Francia.

domenica 25 marzo 2012

Osho

"Non sono un filosofo, non sto creando un sistema; sono un anarchico, tanto anarchico quanto lo è la vita stessa. 

Non credo nei sistemi. 

Sono un flusso anarchico, non sistematico; non sono nemmeno una persona, ma piuttosto un processo.
 
Non so cosa ti ho detto ieri, e la persona che l'ha detto non è qui per rispondere: è sparita. 
Io sono qui, e rispondo solo per questo momento. 

Quindi non aspettare domani, perché io non ci sarò. 

Chi potrà creare una coerenza, chi sarà in grado di trovare un filo logico, non contraddittorio? 
 Non c'è nessuno. E vorrei che anche voi foste così.

AMNESTY INTERNATIONAL, GEORGE CLOONEY E LE DICHIARAZIONI DELL’IMPERO

DI JOHN VINCENT
Counterpunch.org


Nel marzo di quest'anno Frank S. Jannuzi è stato nominato direttore della sede di Amnesty International di Washington DC (AIUSA). Frank, ex membro del personale del Senate Foreign Relations Commitee [Commissione del Senato per le Relazioni Estere], fa parte dell'Hitachi International Affairs Fellowship presso il Council on Foreign Relations (CFR).
Il Council on Foreign Relations è il più potente gruppo di pressione di politica estera del mondo. Nel corso degli anni, il CFR ha avuto tra i suoi membri ventidue Segretari di Stato americani.
Nel consiglio di amministrazione del CFR ci sono oggi Robert E. Rubin, ex direttore esecutivo della Goldman Sachs, Segretario al Tesoro sotto Clinton e consigliere speciale dell'amministrazione Obama;

sabato 24 marzo 2012

Mai così ricchi: la finanza scommette sulla nostra rovina

Warren Buffetttratto da: LIBRE

Quello che il mondo chiama “crisi”, per loro è il paradiso: “loro” sono quelli che moltiplicano favolosi profitti, proprio mentre noi stiamo affondando. Mai come oggi la casta finanziaria del pianeta ha realizzato guadagni stellari, puntualmente sorretta dalla Federal Reserve che negli Stati Uniti ha pompato dollari nei serbatoi di Wall Street salvando dalla bancarotta tecnica la contabilità speculativa delle super-lobby. Peggio ancora in Europa, dove i tecnocrati di Bruxelles – non eletti da nessuno e nominati di fatto dalle grandi corporation – impongono il rigore a tutto il continente, per proteggere i privilegi della finanza. Che intanto galoppa indisturbata tra oceani di miliardi di carta, frutto della speculazione: oggi l’economia virtuale delle banche d’affari vale 14 volte più dell’economia reale, quella che produce beni e servizi.

giovedì 22 marzo 2012

Scie chimiche & geoingegneria clandestina


Il Generale Fabio Mini, l'On. Piero Ruzzante e l'On.Sandro Brandolini, affrontano il tema SCIE CHIMICHE.

UN MONDO SENZA PETROLIO FACILE


DI MICHAEL T. KLARE
Tom Dispatch

Perche il petrolio del XXI secolo distruggerà le banche, e il pianeta

I prezzi del petrolio sono alti come non mai, eccettuati i pochi momenti frenetici precedenti al collasso economico planetario del 2008. Sono molti i fattori diretti che stanno contribuendo a questo incremento dei prezzi, tra cui le minacce dell'Iran di bloccare le spedizioni di petrolio nel Golfo Persico e le sollevazioni nella Nigeria ricca di energia. Alcune di queste pressioni potrebbero allentarsi nei prossimi mesi, fornendo un sollievo momentaneo alle pompe di benzina. Ma la causa principale del rialzo dei prezzi – un passaggio fondamentale nella struttura dell'industria petrolifera - non può essere modificata e per questa ragione i prezzi del petrolio sono destinati a rimanere alti per lungo tempo.
In termini energetici, stiamo entrando in un mondo la cui natura spiacevole non è stata ancora compresa a pieno.

mercoledì 21 marzo 2012

Terra nativa: macché Tav, il futuro cresce solo nell’orto


tratto da LIBRE

We could be heroes, just one day. Si fa presto a dire “eroi”: definizione attribuita quasi sempre a sproposito, magari in mezzo a qualche battaglia con morti e feriti. Per fortuna non ci furono morti, nel 2005, in quel lembo di terra miracolosamente piana che s’insinua a ridosso della Francia, all’ombra di montagne altre più di tremila metri. I feriti invece non mancarono: finirono all’ospedale, travolti in piena notte dalla furia dei manganelli. Seguirono due giorni di quasi-insurrezione popolare, con in testa i sindaci in fascia tricolore, e il governo fu costretto ad accantonare il progetto. Doveva essere la prima area di cantiere per la Torino-Lione, e venne sbaraccata. «Il Comune ce l’ha assegnata in comodato d’uso, e adesso quei terreni li abbiamo seminati a grano». Il Comune è quello di Venaus, luogo simbolo della “resistenza” No-Tav, che ora si è trasferita a Chiomonte. Scampato il pericolo, Venaus ha cominciato a coltivare il futuro.

lunedì 19 marzo 2012

Lasciate Ogni Speranza, Voi Ch’Agite

di Valerio Passeri

Si parla ormai costantemente della possibilità di uscire da questa crisi economica che “ci ha colpito”.  L’unica soluzione che ci si sente propinare da TV e media ufficiali che fanno da cassa di risonanza a politici e tecnici, può essere riassunta nelle parole “speranza” e “sacrifici”. Bisogna gettare lacrime e sangue – per continuare ad usare parole ricorrenti – per avere speranza. Ma la speranza è qualcosa che si realizza concretamente o funge da “oppio per i popoli”?

Sperando in un avvenire migliore, che non arriverà mai, si accettano cose che normalmente non si accetterebbero. Continuare a fare sacrifici, seppur con la promessa di un domani felice, porta frustrazione e smarrimento. Frustrazione che necessariamente poi dovrà essere riversata contro qualcun altro. Questo qualcuno però non sarà di certo colui che ci offre speranza –senza il quale ci sentiremmo persi –

Ingannati! Derivati Italia fallimentari: non paghiamo per debito pubblico

Lo Stato ha pagato un debito con una banca americana, per contratti derivati sottoscritti 18 anni fa, con i soldi che noi italiani abbiamo versato credendo che venissero usati per il risanamento del debito pubblico.


E’ la notizia bomba di questi giorni, eppure se ne parla dal 3 gennaio scorso, quando il Governo Monti pagò alla Morgan Stanley circa 2 miliardi e mezzo di euro.
Il Governo ha pagato questo suo debito, onorando la parola data, in un momento in cui l’Italia, questo ci è stato detto, aveva bisogno di essere ben vista dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
L’Italia 18 anni fa, nel 1994, aveva sottoscritto un contratto derivato con la Morgan Stanley, di cui quest’ultima ha chiesto la chiusura della posizione.
Un derivato è un contratto che si basa sul valore di mercato del bene a cui si riferisce, valore che può quindi diminuire o aumentare in base alle oscillazioni di mercato.

Ma questo tipo di contratto non può essere chiuso se non in determinate circostanze, ovvero se entrambe le parti sono d’accordo a farlo, oppure se esiste una clausola che permette di chiudere il contratto.
Ed è proprio questa seconda circostanza quella che è accaduta:

"Ciak, si bombarda!”: divi di Stato contro il Sudan

di Enrico Galoppini  

Dal cilindro della propaganda occidentale escono a getto continuo trovate a dir poco spettacolari, che solo una fervida immaginazione unita ad una brama sconfinata di manipolare la realtà può produrre: l’ultima è “l’arresto” di un celebre divo di Hollywood intento a manifestare sotto l’ambasciata del Sudan negli Stati Uniti contro il “regime” di quel grande Paese africano posto al crocevia del “Continente nero” e per questo ambito sin dall’Ottocento da tutte le “potenze” occidentali, anche a costo di scannarsi tra di loro.
Secondo copione, il divo in questione è stato prontamente rilasciato, tuttavia l’‘imbarazzante contrattempo’ occorsogli, subito reclamizzato urbi et orbi attraverso la tentacolare piovra mediatica, ha fatto subito il giro del mondo.

domenica 18 marzo 2012

Libertà – Jiddu Krishnamurti

Non c’è alcuna via verso la verità, sia essa storica o religiosa.

Non è da esperire o da trovare nella dialettica, né da vedere in opinioni mutevoli e credenze. 

Ti imbatti in essa quando la mente è libera da tutte le cose che ha messo insieme.

PoesiAmo - SENZA ALCUNA SPIEGAZIONE


 Ho taciuto
per molto tempo
Non le mie parole
né la mia penna
hanno tracciato il segno alla giornata
Questi son tempi in cui dire non serve
ed anche scrivere
sai, non cambia nulla
Intorno han costruito la gabbia
ed il ruggire ora
serve solamente a divertirli
Hanno per ogni nostro verbo
la giusta confezione
Per ogni male
inventano un vaccino
Per ogni favola
comprano un lieto fine
che non racconti la rabbia
le solitudini, il sangue
che ci nasconda il vero
perché ci insegni
a pensare come loro
ed a parlare
ed a scrivere
le loro parole
ad esser docili
Anche l’amico di ieri
con cui sognasti
il tuo sogno
oggi è cambiato
Si nutre al loro desco
veste gli stessi vestiti
Cambiare tutto…
per non cambiare niente
Perché le parole
che servono per noi
son sempre quelle
se abbiamo smesso di inventare domande
a cosa mai potrà servire aver risposte? 

Giandiego Marigo

sabato 17 marzo 2012

ORANG-UTAN MASSACRATI PER L`OLIO DI PALMA


Una Orang-utan madre e la sua piccola sono state liberate con successo nel loro habitat naturale dopo essere state salvate da morte certa per mano di cacciatori di testa nel Borneo. Membri dell’associazione britannica FOUR PAWS in collaborazione con due gruppi di attivisti indonesiani stavano monitorando l’area intorno ad una piantagione di palme da olio dopo aver avuto notizia di uccisioni sistematiche di animali.

Molte compagnie produttrici di olio di palma pagano fino a 80 euro di ricompensa per ogni scimmia uccisa. Il team di FOUR PAWS non ha trovato nessun orang-utan sopravvissuto a parte questa femmina incinta e la sua piccola che erano già state circondate da un gruppo di ragazzi locali che volevano ucciderle per intascare la taglia.
Madre e figlia, pietrificate dal terrore, sono state salvate all’ultimo minuto e portate in una delle poche area sicure che rimangono sull’isola del Borneo.

Casta. Tutti a lavorare, per 500 euro

-di Debora Billi per Informare x Resistere-

Cosa credete? Non siete mica solo voi precari, cassaintegrati, lavoratori al nero ad affannarvi tanto e sbattervi per miseri 500 euro al mese.
Ci sono anche i nostri parlamentari. I signori di cui tanto si parla, i cui stipendi arrivano a dieci, dodicimila euro, da questo mese corrono in massa a timbrare il cartellino puntualissimi per avere 300 o 500 euro in più in busta paga.

venerdì 16 marzo 2012

Banche: adesso il welfare lo fa Unicredit

 "Unicredit per l'Italia": il grande annuncio è che finalmente (forse) elargiscono. Con toni da ministri di welfare e attività produttive. Dovè lo Stato?
 
fonte: Crisis


Ogni tanto dico che viviamo in un incubo distopico, e ho un po' paura di esagerare. Poi succede qualcosa che mi conferma sempre più in che razza di Mondo Nuovo ci è toccato di vivere.
Unicredit, la megabanca vanto e gloria del tricolore, ha imbandierato l'Auditorium di Roma per un Grande Evento, ovvero "Unicredit per l'Italia". Tanta fanfara per annunciare urbi et orbi che Unicredit finalmente farà... la banca.
La banca sì, ma con toni da ministri del Welfare e delle Attività Produttive. Dice Repubblica, che rilancia entusiasta:

Clini apre agli OGM, la replica delle associazioni


“In Italia bisogna aprire una seria riflessione che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola sul ruolo dell'ingegneria genetica e di alcune possibili applicazioni degli Ogm”. In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini si dichiara favorevole ad un'apertura nei confronti degli organismi geneticamente modificati.
Secondo le dichiarazioni del ministro, senza l'ingegneria genetica l'Italia non avrebbe oggi alcuni dei suoi prodotti più tipici (tra cui il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D'Avola, la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco), “ottenuti grazie agli incroci e con la mutagenesi sui semi”. La chiusura bipartisan dell'Italia in tema di OGM avrebbe ostacolato, a detta del ministro, la ricerca sull'ingegneria genetica applicata all'agricoltura, alla farmaceutica e al settore energetico.

Intervista a Serge Latouche


Capitalismo e finanza, alternative concrete e ipotesi per il futuro: come sempre Serge Latouche ci regala una riflessione vivida sulle questioni più urgenti del nostro tempo.

giovedì 15 marzo 2012

Vandana Shiva ai giovani italiani: occupate la terra così come occupate le piazze!

Un intervista rilasciata da Vandana Shiva sul pericolo dell'alienazione delle terre pubbliche programmata dal governo Monti. I governi hanno fallito nel loro ruolo, la terra è l'unica salvezza, e va messa in mano a chi la coltiva
 

 
L'accesso alla terra è sempre più difficile, perché la terra fa gola agli speculatori e ai palazzinari. Lo Stato italiano, per esigenze di cassa, ha pensato bene di mettere in vendita i terreni demaniali, non solo quelli su cui ha un effettivo diritto di proprietà, ma anche quelli su cui insistono i secolari diritti degli "usi civici". Ci stiamo letteralmente scavando il terreno da sotto i piedi, perché senza terra non c'è futuro. Sul portale di Navdanya International si è affrontato l'argomento con un intervista a Vandana Shiva, la nota scienziata ed attivista indiana, che insiste su un argomento: i governi hanno fallito il loro compito di rispondere ai bisogni della popolazione. La Terra è l'unico luogo dove tornare. Pubblichiamo per intero l'intervista: 

 "La terra sostiene la nostra vita sulla Terra, e la Terra non discrimina tra giovani e vecchi, ricchi e poveri, per lei tutti i figli sono uguali.
Noi siamo legati alla Terra dal momento che ognuno riceve una giusta, equa e sostenibile parte di risorse:

mercoledì 14 marzo 2012

Ex Goldman Sachs: "I nostri clienti vengono chiamati burattini"

Confessione-choc di un ex direttore della Goldman Sachs al New York Times. Funziona così in tutte le banche del mondo? Probabile.

fonte: Crisis 

Si chiama Greg Smith, ed è il direttore esecutivo della Goldman Sachs per i CDS in USA, Europa, Medio Oriente e Africa. Anzi lo era fino a ieri: oggi rassegna le dimissioni, e racconta il perché sul New York Times. Ecco alcuni estratti della sua clamorosa confessione:

"Posso onestamente sostenere che l'ambiente è oggi più tossico e distruttivo di quanto abbia mai visto. Per più di un decennio ho partecipato alla selezione dei candidati attraverso i colloqui. Ho capito che era tempo di lasciare quando non riuscivo più a guardare gli studenti negli occhi e dire loro che la banca era un bel posto in cui lavorare.

I miei clienti hanno una base totale di investimenti di mille miliardi di dollari. Sono sempre stato orgoglioso nel consigliare i miei clienti su cosa fosse il meglio per loro, anche se ciò significava meno soldi per la banca. Questa visione sta diventando sempre più impopolare alla Goldman Sachs.

martedì 13 marzo 2012

Il sergente e lo scribacchino


Cosa c'è dietro i crimini sempre più efferati delle truppe americane in Afghanistan

Sono sedici, come minimo, le vittime dell'ennesima strage americana in Afghanistan. Sedici civili - nove bambini, quattro donne e tre uomini - falciati nella notte dalla mano assassina di un invasore che non può vincere la guerra, ma che trema all'idea della sconfitta.
Oggi in Afghanistan, come ieri in Iraq, l'esercito americano compie gli atti più disumani che si possano immaginare. Ma non sono mai atti di singoli soldati. Ieri, in Iraq, le torture di Abu Ghraib erano solo l'altra faccia dei bombardamenti al fosforo su Falluja; le innumerevoli stragi di civili, l'inevitabile prosecuzione della «chirurgica» distruzione pianificata dagli assassini del Pentagono. Oggi, in Afghanistan, le più crudeli stragi affidate a giovinastri imbevuti di razzismo, sono solo il volto terreno della morte che viene dal cielo, sganciata da droni omicidi manovrati da asettiche sale di comando del Nevada.

Mi associo all'appello di





lunedì 12 marzo 2012

La Camusso sposa la "banda del buco"

di Marco Cedolin

Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio riguardante le posizioni della CGIL in merito alla costruzione del TAV in Val di Susa, tali dubbi sono stati prontamente fugati dalle perentorie dichiarazioni esperite stamani dal segretario dello storico sindacato di sinistra Susanna Camusso,  nel corso di un’intervista, comparsa sul Corriere della Sera.
La Camusso non ha fatto altro che ribadire l’adesione alla "banda del buco" già espressa dalla CGIL in sede di congresso, giustificando tale decisione in modo lapidario, con la motivazione che il paese avrebbe un disperato bisogno d’investimenti.
In tutta evidenza il “bisogno” che attanaglia la Camusso,  risulta talmente disperato da giustificare praticamente qualsiasi “crimine” morale e materiale sia legato all’investimento stesso……

domenica 11 marzo 2012

Osho

 
"Nessuno nasce per qualcun altro e nessuno esiste per realizzare gli ideali di qualcun altro. 

  Tu sei padrone del tuo stesso amore e puoi darne quanto ne vuoi, ma non puoi pretenderlo da un'altra persona, perché nessuno è uno schiavo."



Osho

sabato 10 marzo 2012

Valsusa radioattiva: uranio nei monti della Torino-Lione

Massimo Zucchetti nella miniera di uranio di Venaustratto da LIBRE

«Confermo: la montagna sotto cui si scaverebbe il tunnel della Torino-Lione è radioattiva». Il professor Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e docente del Politecnico di Torino, ha condotto l’ennesimo test il 5 marzo: munito di rilevatore, insieme a un gruppo di volontari accompagnati dalla troupe video del “Corriere della Sera” ha ispezionato l’imbocco delle vecchie miniere di uranio aperte dagli anni ’60 sui monti che sovrastano l’attuale sito tra Chiomonte e Giaglione, occupato e recintato in vista del futuro cantiere Tav. Risultato allarmante: la radioattività misurata è anomala e diventa 20 volte superiore alla normale soglia di sicurezza man mano che ci si avvicina ai siti uraniferi affioranti in superficie. E se il futuro tunnel tagliasse il profondità la vena di uranio che “dorme” nelle viscere del massiccio dell’Ambin, fra Italia e Francia?

Ci vogliono vaccinare fino a 100 anni!

Ci vogliono vaccinare fino a 100 anni! I medici di base e i pediatri hanno preparato il loro programma e lo hanno chiamato "Calendario vaccinale per la vita".

Ci vogliono vaccinare fino a 100 anni! Un "Calendario vaccinale per la vita" che pianifica le vaccinazioni dai primi giorni di vita fino e oltre la terza età, fino all'ultimo giorno di vita.  
 Le società mediche italiane hanno imboccato la loro via, chiarissima: vaccini per tutti, sempre e comunque, a prescindere dalle categorie a rischio, senza distinzioni e senza eccezioni. 

Un "bacino" enorme di clienti per le case farmaceutiche!

Si vaccinerà, stando alle indicazioni di Fimmg e Fimp, a prescindere dalla distinzione tra soggetti a rischio e non a rischio, dall'età o dalle particolari condizioni di fragilità e con addirittura con l'inclusione di vaccini "preventivi" della prevenzione, che cioè, secondo l'idea che si cerca di diffondere, saranno "utili alla promozione di un ottimale stato di salute per la popolazione". Un messaggio e una scelta che non lasciano molti dubbi: la prevenzione è figlia dei farmaci, ci fanno capire. Mentre ci sono ben altre possibili vie da percorrere; ad esempio, quello secondo cui "la prevenzione senza farmaci può evitare l'uso dei farmaci". Ma così non si farebbero grossi affari!

venerdì 9 marzo 2012

PAROLE PAROLE PAROLE! di G.Tirelli

di Gianni Tirelli
 Piaccia o non piaccia, dobbiamo prenderne atto! La capacità del Sistema Potere di avere sovvertito ogni regola, logica e ragionevolezza a suo esclusivo vantaggio, ha dello straordinario - del sovrannaturale. E’ stato in grado di ridurre in schiavitù e piegare al suo volere la nostra anima e il nostro spirito, di omologare i nostri comportamenti e pensieri e nello stesso tempo ci ha fatto credere di essere liberi. Un eccellente esercizio di illusionismo applicato alla realtà dai risultati inimmaginabili e dagli effetti apocalittici. Ma un tale maleficio si spinge ben oltre il limite della comprensione umana, per sconfinare nella sfera dell’assurdo di pertinenza dell’antimateria: l’eccezione che trasfigura in regola comportamentale e relazionale dove la licenza si fa libertà, mistificazione la verità e il contraffatto spodesta l’originale, ritenendolo anacronistico e obsoleto.
Se dovessimo attenerci a ciò che la Rete ci propina di questi tempi, avremmo la netta impressione di trovarci di fronte ad una imminente rivoluzione di popolo che presto esploderà in tutta la sua potenza e violenza, per riportare il tutto dentro l’alveo della ragione e del diritto.  Una presa di coscienza globale sembra abbia folgorato la mente degli uomini, scuotendoli da quello stato perdurante di narcolessia etica e culturale, che da tempo li attanagliava dentro una condizione di subalternità ed emarginazione, non più sopportabili.

IMU: la tassa che "costringe" al sistema

fonte: Crisis

La nuova IMU è l'unica tassa che non dipende da redditi o consumi. E' una tassa contro l'autosufficienza, che costringe a restare nel sistema anche chi non può o non vuole più.

Qualcuno segnala una breve riflessione di Nicola Porro sul Giornale, riguardante l'IMU sulla prima casa. Se avete orrore a cliccare, eccone l'estratto più significativo:
Si paga per il solo fatto di avere in proprietà una casa. Un migliaio di euro l'anno per un immobile che sulla carta vale meno di 300mila euro è roba forte. È come se lo Stato ci dicesse: o continuate a produrre reddito per pagare le tasse sulla casa oppure prima o poi la dovete vendere.
Se ci pensate, qualunque tassa è legata a quel che si guadagna, o a quel che si acquista. Le imposte sono quindi strettamente correlate al nostro inserimento nel sistema economico: si lavora, si spende, si partecipa insomma. E in un certo senso, più partecipi a tutto il balletto più paghi.
In un momento di crisi, molti restano senza lavoro. Molti altri, per obbligo o per scelta, optano per uno stile di vita frugale. Nell'ipotesi più estrema, tutt'altro che fantascienza visto quel che succede in Grecia e persino in Giappone, si finisce totalmente fuori dal sistema economico: niente servizi, niente energia, cibo autoprodotto o dalle mense pubbliche, scambio, baratto o riciclaggio di beni con altre persone nelle medesime condizioni. Si vive comunque, così, si tira avanti.

L’Uomo a Misura di Mondo

di Gianpaolo Marcucci

Quando si parla di politica, economia, lavoro, società, ambiente, tutti coloro che sostengono sia necessario cambiare rotta dicono almeno una volta nella loro vita: vogliamo un mondo a misura d’uomo. Tutti lo reclamano, è uno slogan ritenuto fondamentale tanto dagli attivisti più sfegatati che dai più miti lettori di scritti etici.
Ma perché vogliamo un mondo a misura d’uomo? Non è forse l’uomo che ha guidato il nostro sistema politico-economico al collasso e alla distruzione dei diritti umani? Non è l’uomo che, in nome di paure, angosce e tentacolari proiezioni del suo io, ha portato allo sfruttamento folle ed incondizionato delle risorse del pianeta? Siamo sicuri che il mondo non sia già fin troppo a misura d’uomo? Perché invece che riflettere su noi stessi e su ciò che ci circonda continuiamo ad elevarci ad esseri superiori? Perché chiediamo ancora uno sforzo al mondo, affinché divenga lui a nostra misura, a nostra immagine e somiglianza? E’ il momento di rivalutare questa concezione egocentrica e deresponsabilizzante e cominciare a capire che non è il pianeta a doversi adattare a noi, ma siamo noi a dover abbracciare le sue leggi. Lui ci sta facendo la gentile concessione di ospitarci e noi, in cambio, gli chiediamo più di quello che può dare e pretendiamo che divenga un pozzo infinito da cui pescare rimedi alle nostre inquietudini. Se vogliamo il cambiamento siamo noi che dobbiamo cambiare! Sta a noi muoverci nella direzione di ciò che vogliamo veder realizzato; in quello che mangiamo, in quello che acquistiamo, in come ci comportiamo con le persone che ci stanno accanto, in ciò che facciamo di lavoro, in quello che diciamo e in cui crediamo, in tutto, tutto ciò che rappresenta la parola noi.
Prestiamo attenzione a cosa chiediamo: Non è un mondo a misura d’uomo quello di cui abbiamo bisogno. Ciò che dobbiamo pretendere, invece, è che ognuno di noi divenga un uomo a misura di mondo. 

“NOI SIAMO UNA PARTE DELLA TERRA”

tratto da: StampaLibera


Nel 1854, il “Grande Capo Bianco” di Washington si offri` di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una “Riserva” per il popolo indiano. La risposta del “Capo” Seattle e` stata descritta come la piu` bella e la piu` profonda Dichiarazione mai fatta sull’ambiente.

“Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L’idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell’aria, lo scintillio dell’acqua sotto il sole, com’e` che voi potete acquistarli? Ogni parco di questa terra e` sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura ed ogni ronzio degli insetti e` sacro nel ricordo e nell’esperienza del mio popolo.
La linfa che cola negli alberi porta con se` il ricordo dell’uomo rosso. I morti dell’uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando vanno a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa terra magnifica, perche` essa e` la madre dell’uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi.

giovedì 8 marzo 2012

Visco ci vuole tutti schiavi. A vita

 di Valerio Lo Monaco

"Lavorare di più e più a lungo"
Per fare cosa è chiaro.

1) Pagare contributi tutta la vita e morire sul posto di lavoro prima di arrivare a percepire la pensione
2) Cinesizzarsi per riuscire appena ad arrivare alla fine del mese. E spesso neanche quello 
3) Continuare a stare alla macina, come animali, per pagare gli interessi sugli interessi imposti dalla speculazione internazionale (di cui Visco fa parte) 
4) Abbrutirsi di fatica. E vivere unicamente per lavorare, peraltro guadagnando sempre meno 
 A questo punto, la vera ribellione è cercare di lavorare meno. Sempre meno. Sempre meno. E passare il resto del tempo in altre attività.
Senza salario. Per se stessi. È il discorso che Maurizio Pallante porta avanti da anni, e spiega con precisione scientifica, per chi si prenda la briga di leggere (tra gli altri) i suoi libri. Il concetto chiave è quello che vuole indicare come "occupate" unicamente le persone che percepiscono un salario, mentre le altre - tutte le altre: dalla madre che cresce i figli, a chi ripara da sé la propria casa, a chi produce da sé ciò che gli serve per mangiare, a chi dona se stesso per accudire altre persone e via dicendo - sono semplicemente "disoccupate".