I due punti fondamentali con cui i partecipanti alla conferenza dovranno presentarsi alla Conferenza sul clima che le Nazioni Unite terranno nel prossimo dicembre in Messico riguardano principalmente la costituzione di un Tribunale per la Giustizia Climatica e l'assunzione, da parte dei paesi industrializzati, della responsabilità per la distruzione del nostro pianeta tramite il pagamento del debito climatico.
Per adesso, i lavori riguardano quattro voci principali (che traduco e riporto dal bollettino informatico di ieri):
Gruppo 2. Armonia con la natura.
proposte iniziali:
Cercare/identificare azioni per combattere la fame, che è un'altra delle conseguenze del cambiamento climatico;
Promuovere la protezione della Terra partendo dalle scuole, tramite l'educazione e la creazione di una coscienza collettiva;
Proibire l'imboscamento con piantagioni di eucalipto che danneggiano la qualità del suolo;
Cambiare lo stile di vita dei cittadini tramite la condivisione di azioni che portino alla conservazione della madre terra.
Gruppo 12. Finanziamento
conclusioni iniziali:
Elena Jenevitza, rappresentante della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale ha chiesto la creazione di un Fondo Climatico Globale sotto l'egida dell'ONU. Edgar Zenteno, rappresentante dell'Alleanza Mondiale, ha proposto la modifica dei meccanismi di finanziamento e di separare il fondo destinato alla Cooperazione Internazionale da quello destinato al Cambio Climatico. Rocío Valdeavellano, rappresentante del movimento cittadino MOSIC, ha chiesto che i paesi industrializzati devono assumersi il costo delle conseguenze del Cambio Climatico. Il dibattito è terminato con l'accordo che i paesi industrializzati dovranno pagare il debito climatico perché è loro la colpa del Cambio Climatico.
Gruppo 14. Le Foreste
conclusioni iniziali:
Aumentare la consapevolezza nelle generazioni presenti e future al fine di preservare le foreste e di madre natura;
Rispettare i diritti di Madre Terra;
Stop agli incendi delle foreste ed alla deforestazione;
Eliminare della visione capitalista ed economicista delle imprese ed il relativo stile di vita;
Creare soluzioni reali che possano essere applicate e non solo messe su carta;
Creare un movimento globale per combattere contro le false soluzioni come il programma REDD (Ridurre le Emissioni Da Deforestazione e Degrado) in quanto questi sono una nuova forma di imperialismo
Gruppo 17. Agricoltura e sovranità alimentare.
primi accordi:
Informare, aumentare la consapevolezza ed implementare l'agricoltura biologica a livello locale;
Ridurre la concentrazione di allevamenti di animali;
Recupero di conoscenze e competenze ancestrali;
I popoli indigeni devono avere il controllo e l'amministrazione della loro terra e dell'acqua;
I governi devono garantire la sovranità alimentare nei loro territori;
Le produzioni locali ridurranno l'emissione di gas serra;
Rifiuto delle coltivazioni artificiali: colture geneticamente modificate, tecnologia terminator, bioingegneria.
Oltre a ciò, Evo Morales - che, come tutti gli indigeni, ha un forte legame con la Pachamama, la Madre Terra - ha deciso di creare un referendum mondiale per affrontare i cambiamenti climatici. Le domande sono:
Sei d'accordo sul ristabilire l'armonia con la natura, riconoscendo i diritti della Madre Terra?
Sei d'accordo sul cambiare questo modello di superconsumo e di spreco che è il sistema capitalista?
Sei d'accordo che i Paesi sviluppati riducano e riassorbano le loro emissioni di gas serra al loro interno affinché la temperatura non salga oltre un grado centigrado?
Sei d'accordo nel trasferire tutto quel che viene speso nella guerra e di destinare un bilancio superiore a quello proposto per la difesa per il cambiamento climatico?
Sei d'accordo con la creazione di un Tribunale di Giustizia climatica per giudicare chi distrugge la Madre Terra?
Naturalmente le risposte sono del tipo "SI/NO", per votare basta cliccare qui: http://portalmre.rree.gov.bo/cumbre/Referendum.aspx
Qualche anno fa molti di noi urlavano che "un altro mondo è possibile". Ora lo stiamo costruendo.
http://www.reportonline.it/
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