Un monaco si lamentava con il suo maestro perché,nonostante tutto il suo impegno, non era in grado di raggiungere il satori.[riferito ad un profondo e permanente stadio di illuminazione]
Allora il maestro, per mostrargli cosa gli mancava, lo condusse insieme ad altri allievi sulla sommità di una collina.
La sommità era collegata alla sommità di una collina adiacente attraverso un sottile ponte di funi.Sotto, un burrone profondo si spalancava minaccioso.
Il maestro allora ordinò al discepolo di attraversare il ponte di funi.L'allievo tentò di obbedire, ma appena il suo piede si mosse da terra e cominciò a vacillare su quelle funi a precipizio sul burrone, l'allievo si sentì mancare e si voltò indietro.
"Non posso farlo, maestro, è troppa la paura!" esclamò costernato il discepolo.
Allora il maestro, tra tutti i suoi allievi, chiamò un allievo che era cieco dalla nascita e gli impartì lo stesso ordine.
Quello se pure lentamente e tastando bene con i piedi la solidità degli appoggi che trovava, compì la traversata, perché non aveva avuto paura del burrone che si apriva sotto.
Allora il maestro si rivolse al primo allievo e gli chiese : "Hai capito ora?".
******************************************************************
Rifletto: La paura, io credo, è ciò che ci impedisce di raggiungere ciò a cui aspiriamo.
Paura di dover arrangiarsi da soli, di dover crescere, di dover lottare, di dover soffrire, di abbandonare le proprie convinzioni... Sono molteplici le paure che assalgono l'uomo e gli impediscono di arrivare all'illuminazione.
Solo chi è in grado di non guardare alle proprie paure, mettendole al primo posto d'importanza, riuscirà ad affrontare l'abisso.
R.B.
Bella storia.
RispondiElimina