Dalla piattaforma inabissatasi giovedi continua a uscire greggio. 32 navi sul posto. La macchia nera si è già estesa su un'area di 32 chilometri. E la perdita non rallenta
(corriere.it) WASHINGTON - Le ultime dichiarazioni della Guardia Costiera americana, che tendeva ad escludere serie perdite di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon, inabissatasi dopo un incendio al largo della Luisiana, sono state smentite: continua infatti ad ampliarsi la macchia di greggio nell'area del Golfo del Messico, che non rallenta e si è già allargata fino a coprire una superficie di 32 km quadrati.
32 NAVI SUL POSTO - La compagnia BP, responsabile della piattaforma ha inviato 32 navi nell'area per tentare di contenere i danni. La perdita di petrolio nell'oceano è stata confermata da un robot inviato nel fondo del mare nel punto dove la piattaforma è affondata giovedì dopo una esplosione seguita da un colossale incendio. Il maltempo nell'area, con onde alte due metri e mezzo, sta però rendendo più difficile l' operazione di contenimento del danno ambientale.
Marea di petrolio nel Golfo del Messico
MORTI 11 OPERAI, ALTRI 17 FERITI - Il bilancio dell'incidente era già costato undici morti e diciassette feriti (quattro sono in gravi condizioni). La piattaforma estraeva 8.000 barili al giorno al momento dell'incidente. Un tubo di trivellazione connesso alla struttura sarebbe la causa della fuoriuscita del petrolio nell'oceano.
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