lunedì 10 maggio 2010

Che uova mangi?

Galline ovaiole in gabbie di batteria

Spazio e benessere, queste le differenze

• Uova biologiche
Accesso quotidiano all’esterno, spazio di almeno 2,5 metri quadrati per gallina, nidi, trespoli, lettiere, un massimo di dodici galline per metro quadrato al coperto, mangime biologico.
• Uova da allevamento all’aperto
Accesso quotidiano all’aperto, spazio di almeno 2,5 metri quadrati per gallina, nidi, trespoli, lettiere, un massimo di dodici galline per metro quadrato al coperto.
• Uova da allevamento a terra
Allevamento a terra senza gabbie, ma in capannoni chiusi senza accesso all’esterno, un massimo di dodici galline per metro quadrato, nidi, trespoli, lettiere.
• Uova da allevamento in gabbia
Allevamento intensivo in batteria, quattro o cinque galline per gabbia, spazio inferiore ad un foglio di carta A4, assenza di nidi, trespoli e lettiere, impossibilità di esprimere comportamenti naturali, luce artificiale forzata e taglio del becco per evitare il cannibalismo. Proibite a partire dal 1° gennaio 2012.
• Uova da allevamento in gabbie “arricchite”
Gabbie modificate, spazio non inferiore ai 750 centimetri quadrati per gallina, nido, lettiera che consenta di razzolare, posatoio, un sistema di abbeveraggio, dispositivi per accorciare le unghie.Ancora tollerate, ma non in grado di risolvere il problema.I costi di conversione delle gabbie, in sistemi “arricchiti” sono troppo alti.

Che uova mangi?

Imparare a decodificare il codice identificativo

Ogni uovo ha la sua carta d’identità. Secondo la normativa in vigore, le uova in commercio, oltre all’etichettatura che ne dichiara la categoria e ne consente la cosiddetta tracciabilità, devono essere identificate anche in base al metodo di allevamento, per rendere chiaro al consumatore in quali condizioni di vita siano state tenute le galline ovaiole che le hanno deposte.

Dal 2004 il sistema di etichettatura prevede che sul guscio di ciascun uovo sia timbrato un codice alfanumerico con, nell’ordine: un numero che indica la tipologia di allevamento; una sigla per lo Stato di produzione; un numero per il comune di allevamento e la sigla della provincia di appartenenza; un codice relativo al nome e luogo dell’allevamento di deposizione; la data di scadenza.

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Il numero che identifica il tipo d’allevamento è:
0 per la produzione biologica;
1 per quella all’aperto;
2 a terra;
3 in gabbia.

Secondo recenti studi scientifici condotti nell’Università della Pennsylvania e pubblicati sul “British Journal of Nutrition”, le uova da allevamento biologico o all’aperto sarebbero più ricche di omega 3, vitamina A, E, D, B12, beta carotene, acido folico e conterrebbero meno colesterolo.

Da Il Salvagente del 22-29 aprile 2010

www.agoravox.it

1 commento:

  1. Interessante questo articolo Rosa..Credo sia importante cercare di salvaguardarci, e soprattutto di limitare quei cibi che provengono da allevamenti intensivi che provocano grandi sofferenze ai nostri fratelli, a discapito della loro qualità di vita, che in certi allevamenti per la crudeltà degli allevatori è tutt'altro che quelle belle immagini di naturalezza che passano in tv..Un caro saluto, grazie per questo contributo, buona serata.

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