Senso di colpa e rabbia sono riflessi della stessa paura. Il senso di colpa è una rabbia sottile diretta all’interno. Il perdono dissolve il senso di colpa e la rabbia. Sono emozioni inutili e dannose. Perdona, dunque, perché questo è un atto d’amore. L’orgoglio può intromettersi, prendendo il posto del perdono. L’orgoglio è una manifestazione dell’io. L’io è transeunte , un falso sé. Tu non sei il tuo corpo. Tu non sei il tuo cervello. Tu non sei il tuo io. Tu sei molto più dell’insieme di queste cose. Hai bisogno del tuo io per sopravvivere nel mondo tridimensionale, ma hai bisogno solo di quella parte dell’io che elabora l’informazione. Il resto – tutto ciò che ha a che fare con l’orgoglio è meno che niente. Questa parte dell’io ti tiene separato dalla saggezza, dalla gioia, da Dio. Devi trascendere il tuo io e trovare il tuo vero sé. Il vero sé è la parte permanente e più profonda di te. Essa è saggia, amorosa, sicura e gioiosa.
Nel mondo tridimensionale l’intelletto è importante, ma più importante ancora è l’intuizione. Non bisogna scambiare la realtà con l’illusione. La realtà è il riconoscimento della tua immortalità, divinità, atemporalità. L’illusione è il tuo transeunte mondo tridimensionale. Dalla confusione tra realtà e illusione può nascere solo danno. Così brami l’illusione della sicurezza anziché la sicurezza della saggezza e dell’amore. Aspiri ad essere accettato quando, in realtà, non puoi mai essere respinto. L’io crea l’illusione e nasconde la verità. Per poter vedere la verità, l’io deve dissolversi. Con l’amore e la comprensione si apre la prospettiva dell’infinita pazienza. Che senso ha il tuo affanno? Non c’è tempo comunque, se ti metti su quella strada. Quando non vivi il presente, quando sei assorbito nel passato e preoccupato per il futuro, ti spezzi il cuore e provi solo pena. Anche il tempo è un’illusione. Persino nel mondo tridimensionale, il futuro è solo un sistema di probabilità. Perché ti preoccupi così? La terapia si rivolge al sé. La terapia è comprensione.
L’amore è la terapia ultima. I terapeuti, gli insegnanti e i guru possono coadiuvare, ma solo per un tempo limitato. La direzione si trova nel proprio intimo, e prima o poi il cammino interiore va trovato da soli. Solo nella realtà vera tu non sei mai solo. Se proprio devi, misura il tempo, non in minuti, ore e anni, ma in lezioni apprese. Se arrivi alla giusta comprensione, puoi curarti in cinque minuti. Oppure in cinquant’anni. E’ esattamente la stessa cosa. Il passato deve essere ricordato e poi dimenticato. Lascialo andare. Questo è valido per i traumi infantili e per i traumi subiti nelle vite passate. Ma è valido anche per gli atteggiamenti, i fraintendimenti, i sistemi di credenze che si scontrano dentro di te, e per tutti i vecchi pensieri. Come puoi osservare con freschezza e chiarezza le cose se sei oppresso da tutti quei pensieri? Come fai se ti occorre di imparare qualcosa di nuovo, con una prospettiva nuova?
I pensieri creano l’illusione della separatezza e della differenza tra le cose. L’io perturba tale illusione, ed essa crea la paura , l’ansia, il dolore travolgente. Paura, ansia e dolore generano a loro volta rabbia e violenza. Come può esistere pace nel mondo se predominano queste caotiche emozioni? Sbroglia la matassa. Torna alla fonte del problema. Smetti di tornare sempre alle rimuginazioni, ai vecchi pensieri. Non pensare più. Usa, invece, la sapienza intuitiva per vivere di nuovo l’amore. Medita. Vedi come tutto è interconnesso e interdipendente. Individua l’unità, non le distinzioni. Vedi il tuo vero sé. Vedi Dio. La meditazione e la visualizzazione ti insegneranno ad abbandonare le elucubrazioni mentali, ti aiuteranno ad intraprendere il tuo viaggio a ritroso. Avverrà la guarigione. Comincerai così a sfruttare facoltà della tua mente in precedenza inutilizzate. E riuscirai a vedere. E capirai. E crescerai in saggezza. Allora si che verrà la pace.
Anche con te stesso hai un rapporto, come con gli altri. E sei vissuto in molti corpi e in molti tempi diversi. Chiedi dunque al tuo sé perché è così pauroso. Perché hai paura di correre dei ragionevoli rischi? Hai timore per la tua reputazione, o per quello che possono pensare gli altri? Queste paure sono condizionate fin dall’infanzia o magari da epoche ancora più remote.
Poniti queste domande: cos’ho da perdere? Qual è la cosa peggiore che possa capitarmi? Sarei contento di vivere in questo modo per il resto della mia vita? Rispetto alla morte, questa decisione è davvero così rischiosa?
Crescendo, non aver paura di suscitare collera in altre persone. La collera è solo una manifestazione della loro insicurezza. Invece, temendo la loro collera, non faresti che bloccarti. Se non creasse tanto dolore, la collera sarebbe semplicemente stupida. Dissolvi la tua stessa collera in amore e perdono. Non lasciare che la depressione o l’ansia frenino la tua crescita. Depressione vuol dire perdita di prospettiva, oblio, tendenza a dare tutto per scontato. Rendi più acuta la tua attenzione. Ristabilisci l’ordine dei tuoi valori. Ricorda tutte quelle cose che non devono essere date per scontate. Sappi cambiare prospettiva, e rammenta ciò che è importante e ciò che lo è meno. Esci dalla carreggiata. Ricordati di sperare. Ansia vuol dire essersi smarriti nel proprio io. Vuol dire aver perso i propri confini. Nasce dal ricordo oscuro di una carenza d’amore, da un sentimento d’orgoglio ferito, da una perdita di pazienza e di pace. Ricorda, non sei mai solo! Non perdere mai il coraggio di correre dei rischi. Tu sei immortale. Nulla potrà mai ferirti. Vi sono molti tipi di karma, doveri da onorare. Il karma individuale concerne i doveri propri di un determinato individuo, che sono riservati unicamente a lui. Ma c’è anche un karma di gruppo, che comprende i doveri collettivi, e ci sono molti gruppi: religioni, razze, nazionalità, e così via. A un livello ancora più ampio, c’è un karma planetario, destinato a influenzare il destino e l’esito del pianeta. Nel karma di gruppo, non solo confluiscono e vengono elaborati i doveri individuali, ma il risultato che ne esce è alla fine applicato al gruppo, al paese o al pianeta. L’ applicazione di tale karma di gruppo determina il futuro del gruppo e del paese. Ma si applica anche all’individuo in cui si reincarna, sia all’ interno del gruppo o del paese, sia simultaneamente e trasversalmente all’ esterno, sia ancora in un successivo momento del tempo.
L’azione diventa giusta azione quando si fa azione che segue la Via, il cammino che porta a Dio. Tutti gli altri sentieri sono alla fine vicoli ciechi o illusioni, e l’azione condotta percorrendo queste vie non è giusta. Così dunque l’azione promuove la spiritualità dell’individuo e il suo ritorno. L’azione che alimenta la giustizia, la misericordia, l’amore, la saggezza e tutte le qualità che noi chiamiamo divine e spirituali, è inevitabilmente giusta azione. L’obiettivo da desiderare è il frutto della giusta azione. I frutti delle azioni condotte lungo gli altri cammini sono trasuenti, illusori e falsi. Questo frutti ingannano e intrappolano, non sono ciò che veramente noi vogliamo. I frutti della giusta azione comprendono in sé tutti i nostri obiettivi e desideri, e tutto ciò di cui possiamo aver bisogno o che possiamo desiderare. Un esempio è costituito dalla fama. Colui che cerca la fama come fine in sé, può conquistare per qualche tempo ciò cui aspira. Ma la fama sarà appunto temporanea e non lo gratificherà. Se invece la fama arriva a una persona che non vi annette eccessiva importanza, come risultato cioè di una giusta azione, dell’azione condotta lungo il Cammino, allora quella fama durerà e sarà ben riposta. Ma, per chi si trova sul Cammino, questo non conterà.
Questa è la differenza tra la fama perseguita egoisticamente, per desiderio individuale, e la fama non cercata e non desiderata, che rappresenta il prodotto indiretto e secondario della giusta azione. La prima è illusoria ed evanescente. La seconda è reale e permanente, perché aderisce all’ anima. La prima s’addebita al karma, e deve essere onorata, la seconda no. L’obiettivo non è vincere, ma aprirsi. E’ Dio che perdona, ma tu devi essere perdonato anche dalla gente… e devi a tua volta perdonare. Il perdono è anche responsabilità tua. Devi perdonare ed essere perdonato. La psicoanalisi non ripara il danno. A quel punto ti spetta ancora di proseguire al di là della comprensione, e di fare cambiamenti, di migliorare il mondo, di rettificare i rapporti, di perdonare agli altri e di accettare il loro perdono. Quel che più conta è di cercare attivamente la virtù. Dichiararsi favorevoli non basta. La comprensione intellettuale senza l’applicazione dei rimedi non è sufficiente. Esprimere il tuo amore, questo si.
Testo tratto da “Molte vite, un solo amore” di Brian Weiss, Oscar Mondatori
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