Rossella Anitori
PROTESTA. Il comitato cittadino denuncia irregolarità nella gestione dei rifiuti prima dell’interramento in discarica.
«Il piano di adeguamento di Malagrotta è un bluff totale. I rifiuti finiscono in discarica tali e quali. Senza essere pretrattati». La denuncia viene da Sergio Apollonio, presidente del comitato cittadino locale, che punta il dito su presunte irregolarità inerenti alla gestione dei rifiuti all’interno del sito di smaltimento romano. «La discarica della capitale - spiega - continua a violare platealmente, come ha fatto da sempre, un articolo fondamentale della legge sulle discariche (Dlgs n.36 del 2003), e cioè l’art.7, primo comma, che suona come segue: «I rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo trattamento».
A Malagrotta invece impera un’altra legge. È quella del sottosviluppo a tutti i costi, anche se ammantato di tecnologia, cioè dei rifiuti tal quali o indifferenziati, come nelle discariche del Terzo mondo. Si spende di meno e si guadagna di più». Ad avvalorare la tesi secondo cui all’interno della discarica non tutto proceda secondo nella norma, contribuisce pure una nota informativa del 23 giugno inviata dalla Comissione europea al Comitato: «A seguito di un’analisi delle risposte del governo italiano alle richieste di informazioni della Commissione europea - scrive Julio Garcia Burgués, della Direzione generale Ambiente - ulteriori chiarimenti sono risultati necessari, con particolare riferimento al pre-trattamento dei rifiuti smaltiti nella discarica di Malagrotta. I servizi della Commissione - continua - hanno pertanto inoltrato un’ulteriore richiesta di informazioni alle autorità italiane».
A Malagrotta invece impera un’altra legge. È quella del sottosviluppo a tutti i costi, anche se ammantato di tecnologia, cioè dei rifiuti tal quali o indifferenziati, come nelle discariche del Terzo mondo. Si spende di meno e si guadagna di più». Ad avvalorare la tesi secondo cui all’interno della discarica non tutto proceda secondo nella norma, contribuisce pure una nota informativa del 23 giugno inviata dalla Comissione europea al Comitato: «A seguito di un’analisi delle risposte del governo italiano alle richieste di informazioni della Commissione europea - scrive Julio Garcia Burgués, della Direzione generale Ambiente - ulteriori chiarimenti sono risultati necessari, con particolare riferimento al pre-trattamento dei rifiuti smaltiti nella discarica di Malagrotta. I servizi della Commissione - continua - hanno pertanto inoltrato un’ulteriore richiesta di informazioni alle autorità italiane».
Ancora dubbi, dunque, e nuovi accertamenti sulla discarica più grande d’Europa, di proprietà dell’imprenditore romano Manlio Cerroni. Una buca da oltre 240 ettari di territorio dove finiscono i rifiuti della Capitale e di parte della provincia; una discarica che ha raggiunto il limite di capienza massima ormai da tempo e sulla quale, da anni, si discute per la necessità di chiuderla. Ma che di fatto, proroga dopo proroga, continua a operare.
fonte: www.terranews.it
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