“Le mancanze nell’attuazione degli Obiettivi del Millennio non dipendono dal fatto che sono irrealizzabili o per la carenza di tempo, ma dagli impegni non attuati, dall’inadeguatezza delle risorse e dalla mancata concentrazione su di essi”. Lo afferma il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nell’introduzione (in .pdf) al Rapporto 2010 sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (in inglese, in .pdf) presentato nei giorni scorsi alle Nazioni Unite. Se il documento registra anche alcuni progressi, anche questi “potrebbero essere minacciati da nuove crisi economiche” – avverte il rapporto.
Secondo gli esperti dell’Onu impegni non rispettati, risorse inadeguate, mancanza di responsabilità e volontà politica, dedizione insufficiente allo sviluppo sostenibile hanno creato un deficit in molte aree del Sud del mondo. Alcune di queste gravi “lacune economiche e sociali” sono state aggravate dalle recenti crisi a livello globale, quella alimentare e quella economico-finanziaria. E la discontinuità nell’attuazione degli impegni insieme alla mancanza di politiche internazionali adeguate potrebbero mettere a rischio il raggiungimento degli Obiettivi del MIllennio in molte aree.
Uno scenario quest’ultimo che – secondo il Segretario generale dell’Onu – “significherebbe un inaccettabile fallimento, morale e pratico”. “Se falliamo, avverte Ban Ki-moon, le minacce nel mondo – instabilità, violenza, malattie epidemiche, degrado ambientale e crescita di popolazioni in fuga – si moltiplicheranno”. Per questo il Segretario generale ha esortato non solo i governi ma tutti gli attori della stessa società civile a un rinnovato “patto” per raggiungere gli impegni che scadono nel 2015.
Tra i progressi il rapporto segnala che la povertà estrema nel mondo è diminuita. “La percentuale di persone nei Paesi in via di sviluppo che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno è diminuita dal 46% nel 1990 al 27% nel 2005 grazie ai progressi compiuti in Cina, nel Sud-Est asiatico e in Asia e dovrebbe scendere al 15% nel 2015” – osserva il rapporto (factsheet in .pdf) che evidenzia soprattutto i progressi nella scolarizzazione e vaccinazione di numerosi paesi africani, in prima linea nella lotta contro l’Aids, la malaria e le malattie che minacciano la salute infantile. Secondo il documento, tuttavia – segnala l’agenzia Misna – solo la metà della popolazione dei Paesi in via di sviluppo ha accesso a strutture igienico-sanitarie, mentre le ragazze delle famiglie più povere hanno 3,5 probabilità in più di lasciare la scuola rispetto a quelle delle famiglie ricche e quattro volte di più rispetto ai ragazzi nella stessa condizione.
Nei giorni scorsi la Campagna del Millennio ha fortemente criticato l’accordo raggiunto dal Consiglio Europeo sulle nuove misure per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. La Campagna dell’Onu reputa che il Consiglio abbia fatto “un passo indietro” rispetto le proposte avanzate nei mesi scorsi dalla Commissione e dal Parlamento europei. “Le conclusioni a cui è giunto il Consiglio Europeo, infatti, non propongono un piano di azione abbastanza ambizioso ed efficace e non sostengono misure per garantire l’aumento della quantità dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo fino allo 0,7% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Carenti anche le strategie per migliorare l’efficacia degli Aiuti e per riformare il commercio dell’Unione Europea oltre alle Politiche Agricole in modo che siano coerenti con gli Obiettivi di Sviluppo. In particolare la decisione presa dal Consiglio “indebolisce la posizione della Commissione Europea che chiedeva misure vincolanti e un meccanismo esterno di revisione per assicurare il raggiungimento dello 0,7% del PIL da parte di tutti gli stati membri”.
In vista del prossimo G8 che si aprirà il 25 giugno in Canada e un anno dopo il G8 de L’Aquila che ha visto molti degli impegni assunti dalla presidenza italiana non mantenuti, la Coalizione italiana contro la povertà (GCAP Italia) ribadisce le proprie richieste già presentate in un “documento di posizione” (in .pdf) della società civile consegnato alla Presidenza italiana del Consiglio. Tra le misure più urgenti figurano la richiesta che l’Italia stabilisca un piano d’azione realistico e verificabile per il raggiungimento del target dello 0,7% considerando anche l’adozione di una legge nazionale sugli obiettivi dell’APS come sostenuto pure dall’Unione europea; e che i paesi del G8 e dell’Unione Europea sostengano l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie al fine di recuperare risorse per finanziare i costi sociali della crisi, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e la lotta ai cambiamenti climatici..
“Lo sviluppo deve rimanere tra le priorità dell’agenda politica del G8, e ci aspettiamo da questo Summit una inversione di rotta – ha commentato Sergio Marelli, portavoce della Coalizione italiana contro la povertà. Siamo molto preoccupati della tendenza dell’APS, in particolare di quello italiano, che già nel corso del 2009 è crollato del 31% e in un anno cruciale come il 2010, a due terzi del percorso che ci separa dal raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ha subito ulteriori tagli che hanno determinato un ribasso ribasso imbarazzante della media UE degli aiuti”. [GB]
via : http://forumambientalista.wordpress.com/
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