Oggi è il primo giorno fuori dal miracolo.
Oggi, e da oggi si paga tutto. Ti chiamerà la banca per la questione del mutuo. Possono farlo, è il Governo che gliel’ha consentito. Inizieranno a chiederti di rimetterti in carreggiata, giusto il tempo di “rimodulare” gli interessi e faranno la loro telefonata.
Rimodulare significa che applicheranno un interesse aggiuntivo sui ratei non versati per il periodo di sospensione; certo, non tutti. Il Monte dei Paschi pare abbia deciso che i mutui accesi per le case inagibili restano sospesi, senza costi aggiuntivi, per 5 anni. Ma sono gli unici.
Pagare un mutuo per le macerie, o lo scheletro di ciò che avevi costruito in una vita è un’atrocità spaventosa, e spaventosamente ingiusta. Ed è ancor più ingiusto che una decisione come quella del MPS sia presa per una semplice logica di mercato, per un banale ritorno d’immagine, e non perché il tuo Stato abbia dimostrato di conoscere la realtà delle vite umane, dei poveri cristi NORMALI.
Sembra facile a noi da capire, ma non lo è. Come può anche solo immaginare il nostro problema un gruppo di delinquenti che si ritrova case senza nemmeno sapere quanto è il giusto prezzo da pagare. O che le occupano senza scucire il becco d’un quattrino, magari in Via Giulia. Ci sono dei livelli troppo differenti, per far sì che le nostre vite si incrocino, anche solo per un minuto,anche solo nel pensiero di certa gente. Realtà come la nostra non sono nemmeno contemplabili. E anche se lo fossero, ci sarebbero sempre conti, da far tornare. A costo di qualsiasi cosa, anche della dignità. La nostra, ché chi non ne ha una non può perderla.
Oggi, ricomincia la normalità di sempre. Quella delle pretese, quotidiane e sempre quelle: pagare. Non serviamo ad altro. Siamo un buco di bilancio che va colmato, appunto, a qualsiasi costo.
Perciò, quando oggi ti chiamerà Equitalia, quando arriveranno le bollette di quella casa che non esiste più, quando l’INPS ti chiedra di restituire il 100% in unica rata.. tu paga.
Paga, cafone. Fatti spremere finché ce n’è. Hai perso il lavoro col terremoto e tu paga, cafone.
Scade oggi anche la convenzione con gli alberghi che ospitano 3600 degli sfollati aquilani. Da oggi, possono cacciarli a calci nel culo. Hanno le valige pronte, aspettano il via.
Un’anziana ieri le ha fatte a modo suo, le valige: sulla costa dall’anno scorso, a 73 anni, ha deciso che era troppo.
Siamo soli. E soli andremo a Roma: non chiedendo che il miracolo torni, per altri sei mesi. Ve lo racconteranno così, se ne parleranno. Noi chiediamo altro. Chiediamo serietà, e la dimostriamo, nonostante tutto, per primi. Proponendo leggi che rispondano alla domanda, improrogabile, di certezze. Merce che questa politica non tratta, abituata a vincere con spot, abituata a distogliere l’attenzione con culi da copertina e ricostruzioni di facciata.
Oggi il miracolo è finito, e me lo dico con sollievo ed amarezza allo stesso tempo.
Il miracolo è finito. Capita a tutti i miracoli che avvengono per decreto. Per mancato decreto, finiscono.
fonte: http://stazionemir.wordpress.com
Nessun commento:
Posta un commento
La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.
Grazie.