La perizia che sancisce una relazione tra i ritrasmettitori di Radio Vaticana e la fortissima incidenza di morti per leucemia nelle aree circostanti non tranquillizza Giancarlo Amendola, oggi procuratore capo di Civitavecchia e, nel 2000, pubblico ministero della Procura di Roma che iniziò la battaglia sull’inquinamento elettromagnetico nell’area Nord. «La legislazione in materia – spiega il magistrato - è cambiata, ma molto in peggio. Presenta infatti una serie infinita di scappatoie, prevedendo tra l’altro solo sanzioni amministrative e non penali».
Cosa pensa della perizia?
Abbiamo cercato per anni di dimostrare l’esistenza di un nesso di causalità. La perizia del Tribunale dimostra che quantomeno non si può più dire che la nostra ipotesi fosse infondata. Da quello che apprendo dai giornali, mi pare che venga finalmente sancita scientificamente la rilevanza dei campi elettromagnetici sulla salute umana.
A che conclusione si arrivò con la vostra inchiesta?
Riuscimmo a chiarire un punto. Al di là degli effetti negativi sulla salute, accertammo che c’erano state molestie rilevanti da parte di Radio Vaticana nei confronti delle persone che abitavano nelle vicinanze dei ripetitori.
Questa perizia potrebbe dunque costituire un passo avanti rispetto al processo precedente che lei ha condotto? Certamente. Attraverso quell’inchiesta, da cui si è sviluppato il filone di indagine attuale, riuscimmo a provare soltanto che sussistevano immissioni moleste. Poiché la legislazione dell’epoca non prevedeva la fattispecie che ci interessava, contestammo il gettito pericoloso di cose, previsto dal codice penale per altri reati, ma che secondo la Cassazione era applicabile anche a molti altri contesti.
Che tipo di comportamento ha avuto il Vaticano durante il processo?
Il Vaticano non solo non ha mai collaborato, ma sono avvenute anche cose molto strane. Abbiamo infatti acquisito un documento, distribuito nell’area dove sono presenti i ripetitori, che diceva ai contadini: andatevene perché stando qui potreste avere dei danni.
Perché il solo dubbio di un possibile danno alla salute non ha mai spinto il Vaticano a spostare quelle antenne? La Santa Sede ha sempre battuto sul fatto che quegli insediamenti abitativi erano abusivi. I trasmettitori erano precedenti alla costruzione delle case e quindi, secondo loro, erano gli abitanti che se ne dovevano andare.
Impossibile trovare soluzioni alternative?
Qualche anno fa ci dissero che presto si sarebbero spostati sul satellite, ma almeno per ora sembra che non ci sia stata nessuna conseguenza alle parole. Più funzionali per loro sono le antenne che hanno un segnale fortissimo che riesce a raggiungere tutto il mondo. Credo che i loro ritrasmettitori siano i più potenti del mondo. E che le spostino, la vedo un po’ dura. Il Vaticano dovrebbe acquisire altre aree e fare nuovi investimenti.
Rispetto al 2000 ci sono più strumenti normativi contro le emissioni illegali?
La legislazione è cambiata, ma molto in peggio. Presenta infatti una serie infinita di scappatoie, prevedendo tra l’altro solo sanzioni amministrative e non penali. Le misurazioni per accertare gli illeciti, per esempio, vengono fatte in modo contraddittorio. Viene considera la media dell’inquinamento delle onde elettromagnetiche, ma non si tengono in nessuna considerazione i picchi, che sono pericolosissimi. Una legge del genere sarebbe stato molto meglio non farla. Potrebbe aprirsi una questione giuridica. Vale a dire, se vengono accertati i danni alle persone, ma le emissioni rispettano i limiti della legge, cosa si fa?
Ora che la perizia ha dimostrato ilnesso, cambierà l’atteggiamento del Vaticano, secondo lei?
Il Vaticano finora si è dimostrato sempre poco aperto. Non so se cambierà qualcosa. Noi abbiamo impiegato molti anni a far partire il processo perché Radio Vaticana rifiutava di farsi giudicare.
sabato 17 luglio 2010
Le omissioni del Vaticano
Giorgio Mottola
ELETTROSMOG Parla Gianfranco Amendola, il magistrato che aprì il caso. «La perizia del Tribunale sancisce scientificamente il nesso causale tra inquinamento e salute. La Santa Sede? Non ha mai collaborato»
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