Il 15 luglio scorso la Corte di Giustizia Europea ha condannato l'Italia al pagamento delle spese per violazione della normativa comunitaria a tutela degli uccelli migratori. La causa contro il nostro Paese era stata intentata a seguito dell'approvazione, in diverse Regioni, di provvedimenti che consentivano la caccia in deroga agli uccelli migratori, protetti in tutta Europa dalle direttive comunitarie. Per questo la Corte di Giustizia ha emesso il decreto di condanna nei confronti del nostro Paese, disponendo il pagamento delle spese legali a carico dell'Italia.
Dal 2002, infatti, in Regioni come la Lombardia e il Veneto ma anche altre si è sfruttata l'opportunità della "caccia in deroga", che consente, per ragioni eccezionali, l'uccisione di quantità molto limitate e controllate di uccelli protetti: peccato che di anno in anno siano stati approvati provvedimenti sempre più permissivi, che hanno consentito l'uccisione di milioni di uccelli migratori protetti, trasformando la caccia in deroga da evento eccezionale a ordinario.
Proprio in questi giorni, inoltre, Veneto e Lombardia stanno predisponendo altre concessioni ai cacciatori, mascherate ancora una volta dietro il paravento della caccia in deroga e consentendo il massacro di milioni di uccelli per aumentare il consenso politico degli amministratori regionali, a dispetto delle norme europee e senza considerare che a pagare le sanzioni cui l'Italia è condannata saranno tutti i cittadini italiani, compreso quell'80 per cento che vorrebbe abolire definitivamente la caccia, anacronistica, crudele e pericolosa anche per le persone e gli animali d'affezione.
"La notizia della condanna della Corte di Giustizia europea e della relativa sanzione non farà piacere ai cittadini, in un periodo caratterizzato dalla grave crisi economica che sta attraversando il nostro Paese", ha commentato Massimo Vitturi, responsabile LAV settore caccia e fauna selvatica, aggiungendo poi: "sarebbe giusto far pagare la sanzione a quegli amministratori che, allo scopo di aggiudicarsi i consensi elettorali dei cacciatori, hanno approvato provvedimenti in violazione delle norme europee".
Se sull'abolizione della caccia non si vedono spiragli, sembra invece che sia intenzione di dismettere man mano gli spettacoli circensi che utilizzano animali: anche il Ministro della Cultura Sandro Bondi si è detto favorevole a questa linea, che verrà inserita nella Legge quadro sullo spettacolo in discussione alla Camera. Già Inghilterra, Austria, Norvegia, Belgio, Israele e Bolivia hanno abolito il circo con animali, riportando l'attenzione sulle sue origini di spettacolo di abilità e destrezza solo umana.
venerdì 23 luglio 2010
L'Italia bacchettata dall'Unione europea sulla caccia
di Elena Romanello
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