Quindi ci sono pochi paperoni d’Italia che hanno in mano il benessere dell’intera penisola, possedendo il 45% del totale. Il tasso di diseguaglianza sociale rispetto alla distribuzione della ricchezza praticamente aumenta sempre di più: i ricchi hanno un reddito 12 volte superiore ai poveri, se come riferimento prendiamo il 10% più ricco e il 10% più povero.
Secondo il coefficiente messo a punto dall’economista Corrado Gini si può calcolare che, causa crisi, a stare peggio di noi sono il Messico, la Turchia, il Portogallo, gli Stati Uniti e la Polonia. Roma raggiunge quota 35, Varsavia 37, Washingotn 38, Libona 42, Ankara 43, Città del Messico 47. Per l’Italia la regione che si aggiudica la maglia nera è il Lazio con il 33,9 di coefficiente Gini, mentre la più virtuosa è il Friuli Venezia-Giulia.
Secondo Don Paolo Gessaga, fondatore della catena degli empori della Caritas “la povertà non è più “senza fissa dimora. È meno apparente, ma è più profonda”, come spiega al quotidiano la Repubblica. I poveri dei giorni nostri, racconta Gessaga, vanno alla mensa della Caritas anche “in giacca e cravatta
fonte: forumambientalista.
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