di Giusi Pitari
Nessuno poteva aspettarsi che nello stato in cui versa la città attualmente tutto fosse risolto per gli studenti universitari. Ma, purtroppo, la situazione sta addirittura peggiorando. Così, a caso, prendiamo una sola questione: le mense. Nell’area di Coppito, che non ha subito danni gravissimi, l’edificio adibito a mensa, sala studio, bar e sala ricreativa (nella foto) ha invece riportato notevoli danni, nonostante fosse stato costruito in tempi relativamente recenti dall’Azienda per il Diritto allo Studio, azienda Regionale. La struttura non è stata riparata, anzi, temo non ci sia neanche un progetto. Nell’area della ex-Optimes la mensa proprio non c’era, così come a Bazzano, trattandosi di nuovi insediamenti. [Sottolineo che questi servizi sono a carico della Regione tramite l'Azienda per il diritto allo studio ADSU e non dell'Ateneo]. Così per tutto l’anno a Coppito e alla ex-Optimes i ragazzi hanno usufruito del servizio mensa sotto un tendone, sì sotto un tendone: freddissimo d’inverno e caldissimo d’estate. A Bazzano, terra dimenticata, la mensa solo un miraggio!! Il personale che lavorava in mensa dopo alcuni mesi di cassa integrazione è tornato in servizio a metà ottobre con ore ridotte di circa un terzo e cassa integrazione al 42%: anche loro nei tendoni al caldo e al freddo, senza acqua corrente, con un servizi igienici in container! Tutto ciò nella speranza che con l’apertura di nuove strutture tutto sarebbe andato meglio. Il personale dipendente aveva un contratto a tempo indeterminato e nel capitolato d’appalto assegnato alla ditta C.R.C. di Sora, ad ottobre, era indicato l’obbligo di riassumere tutto il personale in servizio. Così, infatti è stato. Arriviamo ad una settimana fa quando l’ASL, a ragione, chiude le mense su denuncia di scarsa “igienicità” (43° all’interno di questi tendoni). Per gli studenti rimasti (che ad oggi son pochi) è stata fatta una convenzione con una struttura privata (Risto-food) presso il centro commerciale “Globo” fino alla fine di luglio. L’azienda regionale, inoltre, ha deciso di non concedere la proroga alla C.R.C. eventualmente in attesa delle nuove strutture da adibire a mensa; così la ditta di Sora ha inviato ai dipendenti le lettere di licenziamento. Da sottolineare che molti di questi dipendenti lavorano per le mense universitarie da più di 10 anni e negli ultimi 10 mesi si sono sacrificati per poter garantire il servizio, nonché i loro diritti. Quando sarà effettuata un’eventuale gara d’appalto per le nuove mense, chi garantisce a questi lavoratori di poter riprendere la loro attività? Con le lettere di licenziamento, infatti, si è interrotta la continuità, facendo perdere ai lavoratori i diritti acquisiti finora. Una delle lavoratrici mi ha scritto: «Io non mi fermerò qui....e penso neanche le colleghe». Only the brave a L’Aquila e, riportando la frase di una mia cara amica: altroché ripagare le tasse, qui dovrebbero pagarci per rimanere!
fonte: http://giusipitari.blogspot.com
Nessuno poteva aspettarsi che nello stato in cui versa la città attualmente tutto fosse risolto per gli studenti universitari. Ma, purtroppo, la situazione sta addirittura peggiorando. Così, a caso, prendiamo una sola questione: le mense. Nell’area di Coppito, che non ha subito danni gravissimi, l’edificio adibito a mensa, sala studio, bar e sala ricreativa (nella foto) ha invece riportato notevoli danni, nonostante fosse stato costruito in tempi relativamente recenti dall’Azienda per il Diritto allo Studio, azienda Regionale. La struttura non è stata riparata, anzi, temo non ci sia neanche un progetto. Nell’area della ex-Optimes la mensa proprio non c’era, così come a Bazzano, trattandosi di nuovi insediamenti. [Sottolineo che questi servizi sono a carico della Regione tramite l'Azienda per il diritto allo studio ADSU e non dell'Ateneo]. Così per tutto l’anno a Coppito e alla ex-Optimes i ragazzi hanno usufruito del servizio mensa sotto un tendone, sì sotto un tendone: freddissimo d’inverno e caldissimo d’estate. A Bazzano, terra dimenticata, la mensa solo un miraggio!! Il personale che lavorava in mensa dopo alcuni mesi di cassa integrazione è tornato in servizio a metà ottobre con ore ridotte di circa un terzo e cassa integrazione al 42%: anche loro nei tendoni al caldo e al freddo, senza acqua corrente, con un servizi igienici in container! Tutto ciò nella speranza che con l’apertura di nuove strutture tutto sarebbe andato meglio. Il personale dipendente aveva un contratto a tempo indeterminato e nel capitolato d’appalto assegnato alla ditta C.R.C. di Sora, ad ottobre, era indicato l’obbligo di riassumere tutto il personale in servizio. Così, infatti è stato. Arriviamo ad una settimana fa quando l’ASL, a ragione, chiude le mense su denuncia di scarsa “igienicità” (43° all’interno di questi tendoni). Per gli studenti rimasti (che ad oggi son pochi) è stata fatta una convenzione con una struttura privata (Risto-food) presso il centro commerciale “Globo” fino alla fine di luglio. L’azienda regionale, inoltre, ha deciso di non concedere la proroga alla C.R.C. eventualmente in attesa delle nuove strutture da adibire a mensa; così la ditta di Sora ha inviato ai dipendenti le lettere di licenziamento. Da sottolineare che molti di questi dipendenti lavorano per le mense universitarie da più di 10 anni e negli ultimi 10 mesi si sono sacrificati per poter garantire il servizio, nonché i loro diritti. Quando sarà effettuata un’eventuale gara d’appalto per le nuove mense, chi garantisce a questi lavoratori di poter riprendere la loro attività? Con le lettere di licenziamento, infatti, si è interrotta la continuità, facendo perdere ai lavoratori i diritti acquisiti finora. Una delle lavoratrici mi ha scritto: «Io non mi fermerò qui....e penso neanche le colleghe». Only the brave a L’Aquila e, riportando la frase di una mia cara amica: altroché ripagare le tasse, qui dovrebbero pagarci per rimanere!
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