domenica 25 luglio 2010

Smaltimento dei pneumatici usati, arriva una nuova tassa

Un contributo da 180 milioni a carico dei contribuenti. E’ quanto contenuto in un emendamento che il governo si appresta a varare. Sarà un nuovo ente centrale a gestire tutta la procedura. A rischio 15 mila posti di lavoro.

Sarà pure il governo che non mette le mani in tasca agli italiani, come quotidianamente ormai ripetono a reti unificate il premier, i suoi ministri, i sottosegretari ed i loro peones parlamentari eppure, in un modo o nell’altro, stanno riuscendo a svuotare i loro portafogli. Come se non bastassero gli aumenti dei pedaggi autostradali e dei trasporti pubblici, la maggiorazione dell‘imposizione fiscale locale e delle varie addizionali a cui farà seguito, inevitabilmente, pure il taglio di numerosi servizi che, prima o poi, finiranno col gravare pesantemente sui cittadini, specie quelli meno abbienti, ecco che un nuovo balzello già si appresta ad aggiungersi al copioso elenco. Una nuova tassa “ambientale”, si fa per dire, è già allo studio e molto presto potrebbe entrare in vigore. Si tratta del tributo, introdotto con un emendamento, sui “pneumatici usati”.

IL CARO AMBIENTE – La politica va ad autorizzare un prelievo straordinario di 180 milioni di euro a carico dei consumatori, attraverso il pagamento di un nuovo contributo ambientale“. È stato l’allarme lanciato da Ettore Musacchi, presidente del Consorzio Argo, l’associazione che riunisce le principali aziende italiane che operano nell’ambito del riciclo dei pneumatici fuori uso, alla luce della possibile conferma, da parte del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigacomo, del decreto di attuazione sulla gestione, appunto, dei pneumatici usurati. Intendiamoci, che copertoni, camere d’aria e quant’altro vengano smaltiti in modo “eco-compatibile” senza gravare sull’ambiente, magari finendo in discariche a cielo aperto abusive, spesso gestite direttamente dalla criminalità organizzata, oppure sulle carreggiate che costeggiano tante strade periferiche – come spesso si vede in giro – è una cosa giusta e sacrosanta. Se questa operazioni che, comunque ha un costo, richiede un sacrificio economico sottoforma di una tassa di scopo ecc. è un principio certamente accettabile. Quello che, invece, appare meno ammissibile è la modalità con cui il governo si appresta a gestire tutta questa operazione.

TUTTO SOTTO CONTROLLO (LORO) - Spiega una nota diramata dal Consorzio Argo: “Si tratta di una norma affida la gestione dei pneumatici fuori uso in via esclusiva ad un ente che, di fatto, si troverebbe ad operare in una sorta di regime monopolistico“. Eccolo là, il solito “vizietto” diventato ormai prassi con questo governo, che chiacchiera a vuoto di federalismo e decentramento ma che, in realtà, sta accentrando tutto – ma proprio tutto – sotto il suo controllo. Si pensi a cosa stava per succedere – e sappiamo bene perché, poi, parzialmente non è poi successo… – con Protezione civile Spa. Per non parlare di Difesa Spa. “A pagarne le spese – evidenzia l’Argosarà anche l’intera filiera del riciclaggio della gomma, la quale non avrebbe più accesso diretto ai pneumatici fuori uso e sarebbe costretta a rivolgersi ad unico fornitore, che potrebbe avere, per sue logiche di mercato, interessi contrapposti come quello di favorire l’export per la combustione anziché il trattamento in Italia per il recupero di materia“. Combustione quindi, e meno male che l’emendamento è targato come provvedimento “ambientale”.

OLTRE AL DANNO LA BEFFA -L’approvazione del decreto - prosegue la nota del Consorzio per il riciclo dei pneumatici usati – significherebbe, la perdita di circa 15.000 posti di lavoro e la chiusura di oltre 1.000 piccole e medie imprese”. Inoltre, “la scomparsa di un intero settore e con esso dei livelli qualitativi e quantitativi raggiunti in termini di materiali riciclati, manufatti, innovazione, professionalità, responsabilità sociale, riduzione Co2 e inquinamento“. Il presidente del Consorzio, Musacchi si rivolge, infine, direttamente al ministro Prestigiacomo chiedendo di convocare le “parti per trovare dei correttivi al testo, coinvolgendo anche le rappresentanze dei riciclatori“.

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