mercoledì 18 agosto 2010

Aidaa: al sud 7.000 cani randagi uccisi, è mattanza


ROMA- In Italia è "vera e propria mattanza" di cani randagi, con "almeno 7.000" animali uccisi "avvelenati con le polpette oppure raccolti e uccisi a fucilate". Lo denuncia l'Aidaa- Associazione italiana difesa animali ed ambiente, spiegando che sono "centinaia le segnalazioni arrivate da inizio anno e verificate, e che riguardano Abruzzo, Lazio, Puglia, Campania, Sicilia e Basilicata". In particolare, sottolineano gli animalisti, "dalla Basilicata e dalla Puglia sono giunte segnalazioni per le quali si sta procedendo penalmente", relative a cani "raccolti da accalappiacani pubblici che anziché essere portati in canile vengono portati in zone disabitate o discariche ed uccisi a fucilate".

Aidaa denuncia una presenza "particolarmente alta" di cani randagi nelle regioni dove "è mattanza": in queste regioni, puntualizza l'associazione animalista, "molto spesso i cani in piccoli branchi scendono anche in paese alla ricerca di cibo da qui la cattura o la diffusione di bocconi avvelenati". I cani "vengono uccisi con le polpette di carne contenti la stricnina, una sostanza che provoca la morte lenta dopo una lunga e dolorosa agonia per avvelenamento". L'Aidaa fa comunque sapere che continua a raccogliere le segnalazioni all’indirizzo di posta elettronica segnalazionereati@libero.it, e "alla riapertura degli uffici giudiziari invierà un dossier alle procure delle repubblica interessate".

Preoccupato Lorenzo Croce, presidente dell'Aidaa. “Non passa giorno senza che arrivino segnalazioni di mattanze di cani randagi nel sud Italia", denuncia. Per Croce si tratta di "una questione che deve essere risolta", e questo "sia sotto il profilo penale, con la denuncia di coloro che uccidono i cani sia come esecutori materiali che come mandanti e complici silenziosi", e tra questi "annoveriamo decine di sindaci e comandanti delle polizie locali che tacciono e non fermano questa mattanza pur sapendo che l’avvelenamento e l’uccisione dei cani è un reato penale".

Per l'animalista, per mettere un freno a questa "mattanza", però "occorre anche avere il coraggio di dire ad alta voce che occorrono i fondi per una seria campagna di sterilizzazione e occorre che i canili si impegnino a favorire le adozioni consapevoli, che rappresentano l’unica via di uscita legale per affrontare e risolvere il problema del randagismo”.

fonte: «Agenzia Dire» www.dire.it

Nessun commento:

Posta un commento

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.