fonte: www.uaar.it
L’Unione degli Universitari (UDU) ha inviato qualche giorno fa una lettera aperta all’arcivescovo de L’Aquila Giuseppe Molinari e il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole, per denunciare la gestione poco cristallina della nuova Casa dello Studente nella città colpita dal terremoto l’anno scorso. Questione, tra l’altro, che si trascina da tempo e che è stata già oggetto di critiche da parte dell’Udu (Ultimissima del 6 novembre 2009)
Prima del terremoto, tra la struttura pubblica della Casa dello Studente e quelle private (gestite soprattutto da enti religiosi) che davano alloggio alle migliaia di studenti della locale università non vi era sovrapposizione. Dopo il sisma invece, è stata costruita con fondi pubblici e la collaborazione della Regione Lombardia una nuova Casa dello Studente denominata “San Carlo Borromeo”, su un terreno della Chiesa che con una variante urbanistica ad hoc è passato da uso agricolo a uso urbanistico. Sulla base dell’Accordo di Programma tra vari enti la Casa doveva rimanere sotto gestione pubblica, però è passata di fatto sotto il controllo della diocesi locale grazie ad una scrittura tra questa e la Regione Abruzzo. L’Udu contesta la legittimità di questa seconda scrittura, poichè rappresenta una forzatura rispetto all’Accordo di Programma.
Il controllo della Chiesa sulla Casa dello Studente ha reso meno trasparenti i criteri di assegnazione degli alloggi agli studenti, con conseguente strascico di polemiche tra studenti che hanno ottenuto una sistemazione nella Casa dello Studente e gli altri esclusi. “Gli ospiti della Residenza San Carlo Borromeo” denuncia l’Udu “non sono affatto individuati dalla graduatoria”, “nè beneficiano della quota-alloggio”. Gli altri “non avendo avuto l’opportunità del ‘bando pubblico’, hanno ritenuto di aver subito una ingiustizia, essendo la struttura costruita con soldi pubblici ed essendo la stessa destinata alla gestione pubblica”.
La Curia ha responsabilità “che non sono certo istituzionali e politiche, ma che investono ugualmente la tenuta civica di una comunità”, segnala l’Udu, che chiede di restituire la Casa dello Studente alla gestione pubblica, per mettere fine alle tante polemiche innescate.
L’Unione degli Universitari (UDU) ha inviato qualche giorno fa una lettera aperta all’arcivescovo de L’Aquila Giuseppe Molinari e il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole, per denunciare la gestione poco cristallina della nuova Casa dello Studente nella città colpita dal terremoto l’anno scorso. Questione, tra l’altro, che si trascina da tempo e che è stata già oggetto di critiche da parte dell’Udu (Ultimissima del 6 novembre 2009)
Prima del terremoto, tra la struttura pubblica della Casa dello Studente e quelle private (gestite soprattutto da enti religiosi) che davano alloggio alle migliaia di studenti della locale università non vi era sovrapposizione. Dopo il sisma invece, è stata costruita con fondi pubblici e la collaborazione della Regione Lombardia una nuova Casa dello Studente denominata “San Carlo Borromeo”, su un terreno della Chiesa che con una variante urbanistica ad hoc è passato da uso agricolo a uso urbanistico. Sulla base dell’Accordo di Programma tra vari enti la Casa doveva rimanere sotto gestione pubblica, però è passata di fatto sotto il controllo della diocesi locale grazie ad una scrittura tra questa e la Regione Abruzzo. L’Udu contesta la legittimità di questa seconda scrittura, poichè rappresenta una forzatura rispetto all’Accordo di Programma.
Il controllo della Chiesa sulla Casa dello Studente ha reso meno trasparenti i criteri di assegnazione degli alloggi agli studenti, con conseguente strascico di polemiche tra studenti che hanno ottenuto una sistemazione nella Casa dello Studente e gli altri esclusi. “Gli ospiti della Residenza San Carlo Borromeo” denuncia l’Udu “non sono affatto individuati dalla graduatoria”, “nè beneficiano della quota-alloggio”. Gli altri “non avendo avuto l’opportunità del ‘bando pubblico’, hanno ritenuto di aver subito una ingiustizia, essendo la struttura costruita con soldi pubblici ed essendo la stessa destinata alla gestione pubblica”.
La Curia ha responsabilità “che non sono certo istituzionali e politiche, ma che investono ugualmente la tenuta civica di una comunità”, segnala l’Udu, che chiede di restituire la Casa dello Studente alla gestione pubblica, per mettere fine alle tante polemiche innescate.
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