Federico Raponi
LIVE. Tra spiritualità rasta ed esperienze in Giamaica, Alborosie gira il Vecchio continente con il suo tour. Un viaggio sonoro alla ricerca di pace e amore.
Una seconda vita. Prima, in Italia, si era fatto conoscere con i Reggae National Tickets, poi ha lasciato tutto, ha cambiato nome e si è trasferito in Giamaica, dove si sta affermando. Partiamo dal titolo dell’album, Escape from Babylon to the kingdom of Zion. Cosa, nel rastafarianesimo, l’ha spinta a una scelta così radicale? Lo spiritualismo è sempre stato una parte fondamentale della mia vita, per cui ho semplicemente scelto quello che mi assomigliasse un po’ di più. Sono sempre stato appassionato di teologia e ho studiato tutti i vari movimenti spirituali. Associando la musica alla spiritualità, un giorno ho deciso che il reggae era la mia espressione ideale, quindi mi sono avvicinato ancora di più alla spiritualità rasta. E poi ho costruito la mia fede, che non posso definire rasta perché sono un europeo, quindi ho messo più ingredienti nella mia zuppa. Cosa ne è venuto fuori? Ricordando storicamente come il tiranno Mussolini andò a combattere in Africa contro l’imperatore Selassiè, in questo momento la mia piccola missione, da italiano, è anche una sorta di rivincita. Nonostante l’imperatore sconfisse il tiranno, c’è comunque una “redemption” da parte nostra anche attraverso la musica. Non è un caso che ci sia questa forte energia reggae che viene dall’Italia. Studi di registrazione, etichetta indipendente, produzione. Tutte esperienze che hai provato. Qual è lo stato del mercato? Non è messo bene. Purtroppo la musica è una delle poche cose “fee”, dico purtroppo perché ci sono pro e contro. I pro sono nel fatto che per promuoversi non c’è più bisogno delle multinazionali, c’è internet. Riguardo ai contro, invece, gli artisti lavorano e guadagnano sempre di meno, e questo comporta una diminuzione di concerti, video e produzioni qualitativamente anche più basse. Se si trovasse il modo di continuare a vendere la musica in maniera non troppo costosa, ci potrebbe essere un po’ più di respiro per i milioni di artisti in tutto il mondo che stanno avendo problemi di sopravvivenza. Recentemente, la campagna internazionale che ha suscitato più clamore intorno al reggae è stata quella contro la sua corrente omofoba, considerato anche che in Giamaica i comportamenti omosessuali sono considerati reato. Devo smentire, non è così. C’è tanto “rumors” e leggende metropolitane che vengono dalla Giamaica, dove ci sono tantissimi omosessuali. Quindi bisogna un po’ sfatare questo mito, anche se problemi ce ne sono, è vero. Ma se esistono 2-3 artisti che cantano in un certo modo, non significa che siano tutti uguali. Io non sono interessato a sapere tu con chi vai a letto, per me non è importante. Giudico il tuo spirito. Sono contro l’omofobia e qualsiasi forma di divisione, il mio messaggio, quello rasta, è: “Peace, love and unity”.
http://www.youtube.com/user/Heavy6Metal6Jesus
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