domenica 19 settembre 2010

Condannata a sei anni Shiva Nazar Ahari

Shiva Nazar Ahari, la giornalista e attivista iraniana della cui vicenda aveva parlato anche la stampa italiana nelle settimane scorse, è stata condannata a sei anni di carcere da un tribunale di Teheran per aver “ingaggiato una guerra contro Dio” e agito contro le istituzioni del suo paese. La pena accessoria di 76 frustate è stata tramutata in una multa dell’equivalente di 400 dollari, riferisce Associated Press: ma per i reati contestati la legge iraniana avrebbe previsto anche la pena di morte. La notizia della condanna è stata diffusa dall’agenzia ILNA, definita “semi-ufficiale”.
Nazar-Ahari “è stata condannata a tre anni e mezzo per Moharebeh (guerra contro Dio), due anni per cospirazione a fini criminali e sei mesi per propaganda contro il regime”, ha detto il suo avvocato Mohammad Sharif
Ahari ha 26 anni ed era stata scarcerata su cauzione la settimana scorsa. Secondo la versione di molti dissidenti iraniani, il regime la perseguiterebbe per la sua partecipazione alla rivolta del giugno scorso contro la rielezione del presidente Ahmadinejad: era stata arrestata a dicembre del 2009 mentre andava al funerale dell’ayatollah Hossein Ali Montazeri, guida spirituale del movimento verde iraniano. La sentenza l’accusa di far parte del gruppo dissidente in esilio dei Mujahidin del Popolo Iraniano.

fonte: www.ilpost.it

2 commenti:

  1. Questa è storia triste di questo pianeta; storia che si ripete all'infinito ogni giorno. Perché non si mobilita ogni singola persona contro queste palesi ingiustizie? Perché non ci mobilitiamo tutti, ma proprio tutti? La donna è presa di mira più spesso perché soggetto già indebolito da migliaia di anni di soprusi e violenze, ma siamo tutti colpiti da queste grandi ingiustizie. Namastè

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  2. Ciao Roby Bulgaro

    sì purtroppo non posso che darti ragione, continuiamo in questo percorso e la donna senza alcun dubbio paga un pegno maggiore...da sempre.
    Il cambiamento amico mio, deve partitre da dentro e da noi, dai nostri rapporti quotidiani.
    Anche nel civilissimo occidente sembra quasi sia una condanna per le donne d'essere sempre al centro d'ogni rivalsa morale...
    e sinceramente credo che sia ora di invertire la rotta.

    Sorrisi
    Namastè

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