mercoledì 1 settembre 2010

Fidel Castro chiede scusa per la persecuzione degli omosessuali


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«Ci sono stati momenti di grande ingiustizia. Se c'è un responsabile, quello sono io»
.Dopo la rivoluzione cubana gli omosessuali venivano imprigionati e mandati in campi di lavoro

In un’intervista al quotidiano La Jornada Fidel Castro ha ammesso le ingiustizie perpetrate contro i gay negli anni successivi alla vittoria della rivoluzione cubana nel 1959, e ha indicato se stesso come unico responsabile. Castro, ex presidente del consiglio e comandante in capo, ha inoltre detto che oltre agli omosessuali anche le persone di colore e le donne sono stati a lungo discriminati nel paese.

«Avevamo così tanti e terribili problemi, problemi di vita o di morte, che non ci facevamo molta attenzione» ha detto riguardo al trattamento subito dagli omosessuali. «[Negli anni della rivoluzione] ci sono stati momenti di grande ingiustizia, e se c’è un responsabile, quello sono io.»

Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta a Cuba molti omosessuali sono stati imprigionati o mandati a lavorare in campi di rieducazione agricolo-militari. L’omosessualità a Cuba, scrive la CNN, è stata depenalizzata nel 1979, ma gli strascichi del periodo precedente si sono protratti a lungo. Solo nell’ultimo decennio c’è stato un alleggerimento della situazione, e recentemente si è iniziato anche a discutere delle unioni tra persone dello stesso sesso. La figlia di Castro, Alina, è una delle promotrici principali del movimento per i diritti dei gay.

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