Pierluigi Schiano Moriello (Terra Campania)
Tira ormai aria di bufera nel piccolo comune di Altavilla, una comunità di 4000 anime tra le colline dell’avellinese: dopo l’ordinanza emessa dal sindaco Alberico Villani che decretava pochi giorni fa possibilità di sopprimere i cani randagi da parte di carabinieri e forze dell’ordine, ad essere sguinzagliate contro il primo cittadino sono state le repliche non solo degli attivisti, ma anche del sottosegretario ministeriale Francesca Martini, insieme ad un’ampia maggioranza di voci polemiche.
Dalla politica nazionale, e non solo: due giorni fa, tramite un comunicato stampa, il Partito Animalista Europeo incaricava un legale per querelare presso la procura competente il sindaco di Altavilla, agli occhi di molti colpevole di una vera e propria delibera criminale. Il primo cittadino irpino non ci sta, e dagli Stati Uniti, dove è in viaggio da qualche giorno, replica che la sua amministrazione spende circa 45.000 euro annui per il contenimento del randagismo. Più dei fondi stanziati per i servizi sociali, secondo l’assessorato.
Dalla politica nazionale, e non solo: due giorni fa, tramite un comunicato stampa, il Partito Animalista Europeo incaricava un legale per querelare presso la procura competente il sindaco di Altavilla, agli occhi di molti colpevole di una vera e propria delibera criminale. Il primo cittadino irpino non ci sta, e dagli Stati Uniti, dove è in viaggio da qualche giorno, replica che la sua amministrazione spende circa 45.000 euro annui per il contenimento del randagismo. Più dei fondi stanziati per i servizi sociali, secondo l’assessorato.
E, probabilmente preoccupato dalle dimensioni della controversia, Alberico Villani fa sapere che si è trattato di una “provocazione”. Non la pensa allo stesso modo Adriano Maselli, coordinatore del circolo del Partito democratico di Altavilla, secondo cui l’ordinanza in questione sarebbe passata sotto silenzio: Maselli segnala addirittura il richiamo a due leggi regionali, sulla tutela degli animali da affezione e sugli interventi in materia sanitaria, che non esistono nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania, e la cui applicazione è prevista solamente in Puglia.
Il provvedimento del sindaco dunque, deliberato e arrabattato in fretta, sarebbe nullo. Poco entusiasta della vicenda anche il prefetto Ennio Blasco: dopo una riunione in prefettura con gli amministratori locali, è stata stabilita la creazione di un tavolo tecnico provinciale per discutere e modificare il provvedimento. Intanto l’ordinanza, depositata in prefettura lo scorso 16 luglio, è stata già applicata: i vigilanti avrebbero sparato ad alcuni cani ritenuti minacciosi per una bambina; dell’episodio, tuttavia, si conosce poco.
Ricordando che la pericolosità di un randagio può essere riscontrata soltanto con la perizia di un medico veterinario, gli ambientalisti suggeriscono di impiegare i fondi in interventi di sterilizzazione e microchippatura, per prevenire il fenomeno del randagismo alla radice. I Verdi, intanto, denunciano che le uccisioni ai danni degli animali randagi sono aumentate in Campania di circa il 28%, nel solo 2010.
«Il prefetto di Avellino è intervenuto per bloccare l’ordinanza - dichiarano il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il presidente provinciale Pasquale Puorro, presenti ieri ad Altavilla per una manifestazione - ma il sindaco ha preso tempo. Per questo abbiamo deciso di presentarci dal primo cittadino anche con una delegazione di cani. Vogliamo fargli capire che questi animali vanno amati, non uccisi a fucilate. Gli offriremo la nostra consulenza per ritirare questa folle delibera e trovare altre soluzioni contro il randagismo».
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