Il ministro della Difesa si ritira ma ricorda che le lezioni dell'esercito in classe sono iniziate quando governava il centrosinistra
La Russa alza bandiera bianca. Un buon segnale. «E' un progetto voluto dal centrosinistra che non ho bloccato perché condivido. Si tratta solo di sport olimpici. Comunque la mia intenzione, e ne parlerò con il ministro Gelmini, è quello di chiuderlo l'anno prossimo e utilizzare questi fondi per la mini-naja». Insomma, il ministro della Difesa alza le mani e boccia il progetto Allenati per la vita, ma è solo per rilanciare. La mini-naja, infatti, è una vacanzina premio per ragazzi dai 18 ai 30 anni che vogliono passare tre settimane nelle caserme vestiti da militari. Spesa prevista: 19,8 milioni di euro in tre anni. Per lo meno sono maggiorenni e la scuola pubblica non c'entra.
Meglio così. Volete sapere cosa hanno nella testa questi ex militari dell'Unuci che su calorosa spinta dei ministri Gelmini e La Russa ancora per quest'anno addestrano i soldatini delle scuole lombarde? I loro «valori», del resto, valgono ancora come credito formativo per gli studenti della scuola pubblica italiana. Intanto dei motivetti cult niente male, come Surfin'bird dei Trashmen, un classico reso indimenticabile da Kubrick in Full metal jacket: fa da colonna sonora al video Italian Raid Commando, e sono esercizi di tiro. Sì, ma quelli sono militari, direbbe Gelmini, se avesse qualcosa da dire invece che affidarsi al suo ufficio stampa. Allora andatevi a vedere su Youtube il training day organizzato dall'Unuci di Bergamo. I ragazzi tirano con l'arco, fanno l'alzabandiera, indossano la mimetica, sparano, scimmiottano il passo del giaguaro, piccoli marines in salsa prealpina.
Niente cultura militare a scuola? Suonano un po' ridicole le precisazioni del ministero della pubblica istruzione secondo cui l'intesa siglata tra il comando dell'esercito della Lombardia e l'ufficio scolastico regionale «non è affatto finalizzata all'esaltazione della cultura militare». Il Miur dice anche che i due ministri non hanno firmato alcunché, fatto sta che La Russa è stato immortalato a più riprese mentre gigioneggiava con i militari in congedo chiamati ad addestrare gli studenti. L'unica dichiarazione degna di nota rilasciata dal Miur - bisogna ammetterlo - è che «l'attività è stata ufficializzata nel 2007, sotto il governo del centrosinista». Quindi da Beppe Fioroni e Arturo Parisi: complimenti.
La deriva paramilitare del progetto Allenati per la vita continua a non godere di molte simpatie. Passi la Flc Cgil, e per tutte le opposizioni unite, secondo cui «la scuola che vogliamo non può essere quella che porta le armi in classe». Ma che dire dei sindacati di polizia? Dice il Siulp che «evidentemente il ministro La Russa, oltre che tifoso dell'Inter, è pure accanito sostenitore di Tex Willer». Anche il Sap - e sono poliziotti sensibili al binomio legge e ordine - spara a zero contro l'iniziativa della coppia Gelmini-La Russa: «Piuttosto che addestrare gli studenti a scenari di guerra o a sparare con pistole ad aria compressa, preferiamo lavorare per portare nelle scuole la formazione alla legalità». La scuola è salva, ma in caserma ognuno farà come gli pare.
La Russa alza bandiera bianca. Un buon segnale. «E' un progetto voluto dal centrosinistra che non ho bloccato perché condivido. Si tratta solo di sport olimpici. Comunque la mia intenzione, e ne parlerò con il ministro Gelmini, è quello di chiuderlo l'anno prossimo e utilizzare questi fondi per la mini-naja». Insomma, il ministro della Difesa alza le mani e boccia il progetto Allenati per la vita, ma è solo per rilanciare. La mini-naja, infatti, è una vacanzina premio per ragazzi dai 18 ai 30 anni che vogliono passare tre settimane nelle caserme vestiti da militari. Spesa prevista: 19,8 milioni di euro in tre anni. Per lo meno sono maggiorenni e la scuola pubblica non c'entra.
Meglio così. Volete sapere cosa hanno nella testa questi ex militari dell'Unuci che su calorosa spinta dei ministri Gelmini e La Russa ancora per quest'anno addestrano i soldatini delle scuole lombarde? I loro «valori», del resto, valgono ancora come credito formativo per gli studenti della scuola pubblica italiana. Intanto dei motivetti cult niente male, come Surfin'bird dei Trashmen, un classico reso indimenticabile da Kubrick in Full metal jacket: fa da colonna sonora al video Italian Raid Commando, e sono esercizi di tiro. Sì, ma quelli sono militari, direbbe Gelmini, se avesse qualcosa da dire invece che affidarsi al suo ufficio stampa. Allora andatevi a vedere su Youtube il training day organizzato dall'Unuci di Bergamo. I ragazzi tirano con l'arco, fanno l'alzabandiera, indossano la mimetica, sparano, scimmiottano il passo del giaguaro, piccoli marines in salsa prealpina.
Niente cultura militare a scuola? Suonano un po' ridicole le precisazioni del ministero della pubblica istruzione secondo cui l'intesa siglata tra il comando dell'esercito della Lombardia e l'ufficio scolastico regionale «non è affatto finalizzata all'esaltazione della cultura militare». Il Miur dice anche che i due ministri non hanno firmato alcunché, fatto sta che La Russa è stato immortalato a più riprese mentre gigioneggiava con i militari in congedo chiamati ad addestrare gli studenti. L'unica dichiarazione degna di nota rilasciata dal Miur - bisogna ammetterlo - è che «l'attività è stata ufficializzata nel 2007, sotto il governo del centrosinista». Quindi da Beppe Fioroni e Arturo Parisi: complimenti.
La deriva paramilitare del progetto Allenati per la vita continua a non godere di molte simpatie. Passi la Flc Cgil, e per tutte le opposizioni unite, secondo cui «la scuola che vogliamo non può essere quella che porta le armi in classe». Ma che dire dei sindacati di polizia? Dice il Siulp che «evidentemente il ministro La Russa, oltre che tifoso dell'Inter, è pure accanito sostenitore di Tex Willer». Anche il Sap - e sono poliziotti sensibili al binomio legge e ordine - spara a zero contro l'iniziativa della coppia Gelmini-La Russa: «Piuttosto che addestrare gli studenti a scenari di guerra o a sparare con pistole ad aria compressa, preferiamo lavorare per portare nelle scuole la formazione alla legalità». La scuola è salva, ma in caserma ognuno farà come gli pare.
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