fonte: www.blogeko.it
Emergenza rifiuti a Napoli e in Campania, quello che sta succedendo a Terzigno è su tutti i giornali. Scontri fra polizia e manifestanti che non vogliono l’apertura di una nuova discarica. Volano pietre, petardi, lacrimogeni e quant’altro.
Secondo me bisogna considerare tre aspetti che vanno al di là della cronaca degli eventi. Primo, la discarica che si vuole aprire si trova in un parco nazionale. Secondo, l’Unione Europea la giudica “totalmente inappropriata”.
Terzo, se l’emergenza rifiuti è (ufficialmente) finita con il 2009, la necessità di aprire una nuova discarica significa che la gestione dell’emergenza stessa non ha provveduto alla cosa più importante: fare imboccare all’immondizia napoletana un circolo virtuoso che porti alla riduzione dei rifiuti.
Secondo me bisogna considerare tre aspetti che vanno al di là della cronaca degli eventi. Primo, la discarica che si vuole aprire si trova in un parco nazionale. Secondo, l’Unione Europea la giudica “totalmente inappropriata”.
Terzo, se l’emergenza rifiuti è (ufficialmente) finita con il 2009, la necessità di aprire una nuova discarica significa che la gestione dell’emergenza stessa non ha provveduto alla cosa più importante: fare imboccare all’immondizia napoletana un circolo virtuoso che porti alla riduzione dei rifiuti.
La nuova discarica di Terzigno si trova a Cava Vitellio. E’ prevista dalla legge 123/2008 con le misure straordinarie sull’emergenza rifiuti. A Terzigno già esiste un’altra discarica.
In primavera una delegazione dell’Unione Europea, sollecitata a gran voce da cittadini e associazioni, ha effettuato un tour nella Campania dell’emergenza rifiuti con doverosa tappa a Terzigno. Faccio copiaincolla di un brano tratto dalla sua relazione conclusiva:
La discarica di Terzigno è situata in un Parco nazionale che è anche un sito del patrimonio UNESCO. Allo stato attuale, essa non risponde né ai requisiti della direttiva discariche (…) né a quelli della direttiva habitat. (…) il sito presenta una serie di carenze gravi e manifeste, tra le quali figurano anche elementi di carattere geologico.
L’imminente pericolo di un ampliamento (…) e dell’apertura del secondo sito previsto all’interno del perimetro del Parco nazionale (Vitiello) è inaccettabile (…) ed occorre individuare con urgenza delle alternative adeguate che rispettino i criteri delle normative UE.
E’ chiaro come il sole: l’Europa boccia la prima discarica di Terzigno, e ancor più la seconda. Non è necessario ricorrere alla lettura dei fondi di caffè per prevedere che la sua apertura sarà prima o poi seguita da sanzioni europee.
A pagare il conto non saranno coloro che hanno voluto questa discarica, ma i contribuenti tutti.
A Napoli la situazione dei rifiuti “è di nuovo grave e preoccupante“, Ieri l’assessore comunale all’igiene urbana ha calcolato 1.050 tonnellate in strada, contro le 850 del giorno precedente.
L’unica soluzione, secondo me, è la strada che nessuno ha voluto imboccare. La riduzione dei rifiuti. E attenti a chi gioca con le parole.
Spesso assessori, politici e autorità varie quando dicono “riduzione dei rifiuti” intendono “riduzione dei rifiuti che finiscono nel cassonetto dell’indifferenziata”. Ossia presentano la riduzione dei rifiuti come se consistesse nella raccolta differenziata.
E’ una mistificazione. La legge italiana sulla raccolta differenziata è fatta malissimo. Si limita a pretendere che venga effettuata, ma non pretende l’effettivo riciclaggio dei rifiuti. Non c’è da stupirsi se una parte dell’immondizia differenziata dalla gente poi finisce in discarica, o addirittura se i bidoni della differenziata vengono svuotati tutti nello stesso autocarro.
Per “riduzione dei rifiuti” io intendo un’altra cosa. Far sì che, quando si va al supermercato ad acquistare un etto di formaggio, non sia necessario portarsi a casa anche l’etto di plastica nel quale esso è confezionato.
Sì invece ai prodotti sfusi e alla spina e al vuoto a rendere: immaginate di quanto diminuirebbe l’immondizia se questo venisse attuato a tappeto. Sì al compostaggio dei rifiuti organici nell’orto e nel giardino (per chi li possiede), e per gli altri magari le compostiere domestiche elettriche da tenere nel sottolavello, che non puzzano, consumano poco e trasformano gli scarti di cucina in terriccio e concime.
Per tutto il resto – per quei pochi rifiuti che davvero non si può fare a meno di produrre – certo che ci vuole la raccolta differenziata. Ma fatta bene, e con l’obbligo di effettivo riciclaggio.
Ecco la soluzione dell’emergenza rifiuti a Napoli. Senza bisogno di una discarica in un parco nazionale.
Su Reuters Italia rifiuti, scontri a Terzigno
Su Apcom rifiuti a Napoli, l’assessore giudica la situazione grave e preoccupante
Un esempio di apparecchio per il compostaggio domestico dei rifiuti organici
Foto Flickr
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