venerdì 19 novembre 2010

Albero di Tiffany a Milano. Abete gigante tagliato a pezzi e rimontato in piazza Duomo.

fonte: Blogeko
 
Che scempio l’albero di Natale in piazza Duomo a Milano, altrimenti detto albero di Tiffany per via della gioielleria che lo allestisce e che, in cambio, attorno al tronco realizza un temporary shop di 200 metri quadrati. Un negozio non esattamente per tutte le tasche che stride con la crisi economica e con il significato del Natale.
Per realizzare questo monumento fuori luogo al lusso è stato abbattuto un rigoglioso gigante vegetale, un bell’abete rosso alto 48 metri: come un palazzo di 15-16 piani. Trascinato in città, tagliato a pezzi e rimontato sulla piazza. Un insulto alla natura e a chi la ama.
 
Un’amica milanese che passava in piazza Duomo ha fatto le foto con il cellulare e me le ha mandate.
Il comunicato stampa del Comune di Milano dice che l’albero “è stato selezionato tra gli esemplari destinati alla rimozione dal piano di risanamento boschivo della zona”
Una signora si è presa la briga di telefonare alla Forestale, apprendendo che la salute del bosco non c’entra: l’abete è stato tagliato su richiesta del Comune di Milano e il “risanamento” si riferisce solo al fatto che i ranger hanno certificato la regolarità dell’abbattimento. L’ha scritto in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera; trovate il link in fondo.
Ecco l’albero issato davanti al Duomo. I due operai nel cestello danno l’idea delle dimensioni.



L’abete è stato letteralmente fatto a pezzi e poi rimontato come se fosse una costruzione con i mattoncini del Lego. Lo si nota ancor meglio osservando la sommità in un’immagine scattata da un’altra prospettiva



Ecco i rami dell’abete che attendono di essere rimontati: la punta (a sinistra) è alta da sola quanto un grande albero di Natale. Sulla destra si vede il tronco già innalzato sulla piazza.



In questi giorni arriveranno anche 100.000 luci. A Led: ecchediamine, Milano è una città ecologica. Arriverà soprattutto la gioielleria ai piedi del tronco. Per la cronaca, il sindaco Moratti ha detto che non lo sapeva, che non le sembra giusto e ha preteso una “valenza sociale” all’operazione. Cioè la donazione di una parte dell’incasso alla Lega Italiana Tumori e alla Fabbrica del Duomo.

Monsignor Luigi Manganini, l’arciprete del Duomo, si è rifiutato di fungere da paravento: “E’ vero che la Fabbrica del Duomo ha grossi problemi, ma non accettiamo soldi a qualunque costo”, sono le sue parole riferite dal Corriere della Sera.

Su Repubblica una fotogallery con il plastico: come sarà l’albero di Tiffany quando sarà ultimato e completato dal negozio

Il comunicato stampa del Comune di Milano un albero griffato Tiffany

La lettera al Corriere della Sera: altro che risanamento del verde, quell’albero era sanissimo

Sul Corriere della Sera l’albero di Tiffany in piazza Duomo
 
 

6 commenti:

  1. Il gigante buono è stato abbattuto. La Natura ed i suoi elementi vogliono essere dominati dall'uomo. Per quanto questo sarà ancora possibile?
    Provo un grande dolore ogni volta che vedo questi fratelli silenziosi morire per mano della ignorante ignobiltà.
    Buona serata Rosa

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  2. @ I am-
    Hai ragione, tutto questo è insopportabile e non più tollerabile.
    Occorre un risveglio collettivo ed immediato! Dobbiamo svegliarci subito ed impedire che gente in preda a delirio di onnipotenza faccia ulteriori danni, si è passato il segno e non è possibile indugiare oltre.
    È necessario vigilare e dissentire partecipando attivamente alle proteste volte ad impedire le porcherie che questi signori combinano, altrimenti non possiamo che considerarci loro complici.

    Un grande abbraccio e Buona giornata Maria.
    Namastè

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  3. Per rimanere nella sintonia di Tiffany, posso solo affermare che la mancanza di buongusto ha raggiunto la top class. In effetti lo sfarzo è da sempre considerato una mancanza di gusto, una pacchianerìa, una volgarità.
    Beceri dentro e fuori, con ossequianti d'intorno (immagino), a sperare in qualche briciola di potere.
    Un albero così deve avere un gran numero di anni, chissà quante cose aveva visto, e lo hanno tagliato pensando di dimostrare la loro grandezza.
    Qualcuno dica loro che è molto meglio stare in silenzio, fra le sue radici, a guardare il cielo. E sentirsi vicino a Dio.

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  4. che se lo facesse a New York...

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  5. @ il giardino di enzo-
    Dici bene Paolo, cattivo gusto...ed anche arroganza aggiungerei...le definizioni che hai dato pacchianeria e volgarità le trovo molto calzanti.
    Si ostentano gioielli in un momento come questo in cui ci si dovrebbe stringere attorno ad una comune volontà di uscire da questa crisi, aiutandosi l'un l'altro...ma no, si ricorre ad immagini di grandezza fittizia per raccontare un mondo che non c'è.
    Molto meglio sarebbe stato, come tu dici, ascoltare le mille storie che il vento avrebbe potuto raccontare passando fra i suoi rami, ma questo il gigante abbattuto non lo potrà mai più raccontare a nessuno.
    Fa venir voglia di piangere...

    Un forte abbraccio.
    Namastè

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