martedì 23 novembre 2010

Le onde elettromagnetiche uccidono

tratto da:TerraNuova
Si moltiplica fino a 5 volte la probabilità di contrarre la leucemia in prossimità delle antenne di Radio Vaticana. Valutato il grave fattore di rischio di ammalarsi di tumore si attende ora il processo finale. Le richieste del comitato.
È un rischio elevato di mortalità
elevato, quello causato dalle antenne di Radio Vaticana. Il responso della perizia scientifica parla senza mezzi termini.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, dott.ssa Zaira Secchi, ha rimesso gli atti della perizia al sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Stefano Pesci, che istituirà il processo penale formale. Dopo dieci anni dall'inizio della vicenda penale, i risultati sconvolgenti della perizia epidemiologica (Studio Marconi), durata oltre quattro anni, dimostrano "un'associazione coerente, importante e significativa" di rischio di morte per leucemia o di rischio di ammalarsi di leucemia, linfoma e mieloma per lunga esposizione residenziale alla Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa.

Il perito del Tribunale ha affermato: «l'eccesso di rischio è clamorosamente alto. ...L'effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso... I risultati ottenuti sono assolutamente impressionanti. ... Non siamo stati in grado di trovare un fattore di causa diverso dalla Radio Vaticana. ... Non si può non pensare che lì sia successo qualcosa di importante per la vita di quelle persone, che non è spiegabile con altra causa che non siano le emissioni della Radio Vaticana. ... I risultati hanno a che fare con la dislocazione in cui queste persone hanno abitato nella loro vita e questi bambini hanno abitato nel loro periodo di vita. ... Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell'esplosione di una bomba atomica».

Lo studio di mortalità ha analizzato i decessi per tutte le età avvenuti negli anni dal 1997 al 2003 per quelle patologie ed ha esaminato i 20 anni di storia abitativa antecedenti la data della morte, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km. di distanza ed un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano tutte le patologie tumorali del sistema emolinfopoietico (leucemie, linfomi, mielomi). Tale rischio sale rispettivamente a 6,6 volte e a 2,2 volte fra 6 e 12 km. Questo si traduce in circa 3 casi stimati di morte per esposizione residenziale alla Radio Vaticana per ciascuno dei 7 anni di studio.
Lo studio di incidenza ha analizzato i casi di leucemie, linfomi e mielomi nei bambini da 0 a 14 anni avvenuti negli anni dal 1989 al 2005 ed ha esaminato l'intera storia abitativa individuale antecedente la data in cui si è manifestata la patologia, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di ammalarsi di quelle patologie da 4,1 a 4,7 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km. di distanza. Il rischio sale fino a 6,9 volte se si considerano solo i bambini di età maggiore di un anno. Questo si traduce in circa 1 caso stimato di leucemia o linfoma per esposizione residenziale a Radio Vaticana per ciascuno dei 17 anni di studio.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord chiede alle autorità nazionali e locali:
1. l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in  cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, oppure l'abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici;
2. l'immediato blocco del rilascio di concessioni edilizie nel territorio oggetto di indagine;
3. l'istituzione nello stesso territorio di un controllo sanitario pubblico specifico di diagnosi delle  patologie in esame, attraverso cui indirizzare urgentemente gli ammalati nei centri clinici specializzati per la cura;
4. l'istituzione di un registro dei tumori nel territorio oggetto dell'indagine epidemiologica.

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