sabato 27 novembre 2010

Non è con la televisione che si possono risolvere i problemi che la televisione ha creato

di Franco Del Moro
fonte: www.ellinselae.org

Gli spettatori televisivi sono come i tifosi di calcio: si schierano a favore di una squadra che considerano superiore alle altre, e tutti seguono il campionato.
Così quelli che guardano i talkshow condotti da certi giornalisti si sentono superiori a quelli che guardano altri talkshow condotti da comici che si sentono superiori a quelli che guardano talkshow condotti da soubrette… e così via, in una improbabile classifica del quoziente intellettivo dello spettatore televisivo abitudinario.
Nessuno va mai al cuore del problema, che non è nella scelta del palinsesto, ma nel fatto che alla fine la televisione è comunque guardata da tutti: stupidi, normali e geni. Ed è questo che al sistema interessa veramente: che tutti non smettano mai di guardare la televisione; poco importa quale trasmissione tiene le persone ferme in poltrona, purché restino, appunto, ferme, ipnotizzate e dipendenti.
Non sarà mai né questa né quella trasmissione televisiva che cambierà le cose nel mondo reale: il blabla televisivo è comunque un gioco a somma zero, dove alla fine tutto resta sempre uguale a sé stesso. Nessuna trasmissione televisiva potrà mai risolvere i problemi che è l’esistenza stessa della televisione ad avere creato: è come dire cercare di asciugarsi i capelli continuando a rimanere sotto la doccia…

Una popolazione che ha delegato ai talkshow l’azione sociale e partecipa alla vita pubblica restando comodamente seduta in poltrona con il telecomando in mano garantisce al potere – quello vero – numerosi vantaggi: la possibilità di plagiare i meno dotati e rendere inerti gli altri, nonché di creare una èlite plenipotenziaria e ultraprivilegiata che sono i personaggi mediatici. Questi ultimi traendo enormi benefici dal sistema ne sono in realtà i principali garanti anche quando apparentemente lo contestano, e la dimostrazione è nel fatto che l’unica azione che danneggerebbe il sistema e dimostrerebbe la loro buona fede – ossia rifiutarsi di mettere i loto talenti a disposizione dei media – è l’ultimo dei loro propositi; sono a tutti gli effetti dei “drogati di visibilità”, dei veri tossici mediatici e, come tutti i tossici, personalità deboli e vigliacche.
Sono inoltre indirettamente funzionali anche ad un altro scopo: lottizzando tutti gli spazi pubblici impediscono a quegli intellettuali, artisti e liberi pensatori, che il sistema non potrebbe controllare, di dare il loro contributo alla vita civile.
In questo modo il Paese cresce con un’unica identità: quella televisiva.
Tutto questo consente a chi ha in mano i fili della società di continuare ad agire indisturbato, all’ombra dei salotti televisivi e dei pittoreschi personaggi “noti al pubblico” che li abitano…
Una popolazione infatuata di pochi personaggi mediatici che fanno parte del sistema e che dunque il sistema controlla, è una popolazione che sarà per sempre sottomessa, destinata ad arretrare anno dopo anno nella scala dei valori sociali... ma questo sarà capito davvero soltanto fra qualche generazione, quando il disastro sociale e culturale sarà talmente vasto ed evidente da non poter essere negato neppure dai più convinti sostenitori dell’utilità dell’informazione mediatica...

(Tratto dal n. 94 di Ellin Selae – www.ellinselae.org)

via MDF

6 commenti:

  1. E' giusto dire che ci sono certi problemi che l'esistenza stessa della televisione ha creato? Forse, fino a un certo punto. E' vero che la maggior parte delle persone, invece di 'schierarsi' (nella vita quotidiana e in una dimensione pratica) preferiscono 'sintonizzarsi' (a un canale particolare, per seguire una specifica trasmissione anzicche' un'altra). Male, anzi, malissimo. D'altro canto, pero', moltissime persone che non accederebbero a determinate informazioni (perche' non leggono quotidiani e riviste, o perche' non ne vogliono leggere piu' di uno al giorno, o comunque non ne hanno il tempo) possono farlo attraverso determinati programmi che solo ora stanno venendo alla ribalta con piu' forza di prima e con il meritato successo. Il metodo e' sbagliato, i contenuti trasmessi no.
    Se non si fa questa distinzione fra metodi e contenuti, allora, quello che vale per la televisione dovremmo coerentemente applicarlo anche a molti altri mezzi di comunicazione. Internet non e' da escludere. La democrazia virtuale della rete, possiamo immaginare, non potrebbe essere il risultato di un diabolico piano di usurpazione del potere? Non potrebbe essere che dietro wikipedia, youtube e i social network ci sia un piano per far si' che le rivoluzioni non si facciano piu' con pale e picchetti, che le dissidenze politiche non nascano piu' dalle fabbriche, dalle taverne e dai salotti intelletuali, ma bensi' dietro lo schermo di un computer, comodamente seduti in casa propria, a scrivere sul proprio blog e a non fare nulla nel concreto? Non penso sia un esempio del tutto fuorviante: conosco molte persone che disdegnano il 'tifo televisivo' ma sono piu' che contente di sostenere il 'tifo di internet', ma poi, in sostanza cosa cambia? Nulla, tranne il tipo di schermo a cui si rimane incollati.
    Io ho un'idea diversa. Sia la televisione che a questo punto anche internet sono entrambe 'cattive maestre'. Aldila' del modo in cui insegnano certe cose, rimane comunque il valore dei contenuti trasmessi. In base a questi contenuti, ogni tanto qualcuno si 'risveglia' e trova pure la forza di alzarsi dalla poltrona (o dalla scrivania) per mettere in pratica cio' che ha imparato.
    In fondo, forse il danno non sta' in cio' che si usa, ma in come lo si usa.

    Vincenzo Politi

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  2. Forse "Vieniviaconme" rompe un po' questi schemi orwelliani!

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  3. @ Adriano-
    Sì, forse è vero, anche se....

    Ma non conosco il programma in questione, dato che ho sfrattato l'apparecchio telesiviso dalla mia vita già parecchio tempo fa', proprio per le ragioni a cui fa riferimento l'articolista.

    Giusto? Sbagliato? Non so, quel che so è che il mio cervello funziona molto meglio.

    Un abbraccione
    Namastè.

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  4. @ vins1979- Ciao e benvenuto :-)
    Sì, certamente nel come, ma resta il fatto che la televisione colpisca il cervello in modo diretto influenzandolo, senza alcuna dietrologia mi pare che l'articolista dica soltanto che non esiste una televisione buona, non sono d'accordo quando dici che il criterio può e deve essere esteso alla rete, che sebbene non sia esente da influenze allo stato è libera, almeno in grandissima parte, mentre la televisione è saldamente in mano al potere ed è per questo che come ho detto parecchie volte io , di mio, ho spento la televisione in maniera definitiva.

    Grazie per il tuo intervento Vincenzo e buona serata.
    Namastè.

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  5. Indubbiamente la televisione è un mezzo di comunicazione molto passivo.
    Si sta lì, con il "mostrino" sul bracciolo della poltrona, guardando dieci cose insieme, facendosi due zibidei incontenibili (almeno così mi raccontano i miei colleghi). Certo è che rimane un elettrodomestico, e guardare continuamente un giradischi è più o meno la stessa cosa.
    La vita è scandita dai programmi, dagli eroi televisivi, dalle pubblicità.
    Dopo un inizio di grande impatto sociale, durato circa fino agli anni settanta, ha iniziato a dilagare la sua influenza sul quotidiano delle persone, come una droga, sempre più buona e divertente con l'avvento della parabola e delle centinaia di canali.
    Il potere si è impossessato allora della macchina televisiva, entrando a gamba tesa su tutte le scelte e sulla capacità critica dei singoli.
    Ho una figlia di ventitré anni, e mi sembra che i gusti dei ragazzi oggi siano diversi, lontani dalla monotonia televisiva. Né lei né i suoi amici guardano la tv, e non sono ragazzi particolari o ribelli.
    Questa è una speranza, se alla televisione togli sguardi, immediatamente perde qualsiasi potere.
    Spero che Sara e i suoi amici continuino così.
    Saluti di una buona serata a tutti
    Namastè

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  6. Beh Paolo se hai dato un'occhiata ai commenti qua' sopra avrai senz'altro capito che concordo con quello che dici su tutta la linea.
    Anche per quel che riguarda i giovani, pure io ho una figlia di 30 anni e neppure lei ama e guarda la televisione, forse influenzata dalla mia "impronta"?!
    Non saprei...ma ritengo che questo sia molto positivo,
    per lei soprattutto.

    Ammirazione anche per Sara :-)
    Un grande abbraccio e felice serata a te.
    Namastè

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