Marco Cappato*
ETICA. Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato. La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione.
Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato. La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione. Solo di testamento biologico si poteva parlare, per meglio accompagnare l’imbroglio della legge in preparazione “contro” il testamento biologico. Poi sono accaduti alcuni fatti, molto diversi tra loro: prima lo spot australiano per la legalizzazione dell’eutanasia, presentato in Italia dall’associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale. Poi Saviano che ha raccontato a 10 milioni di persone la storia d’amore e di vita di Piero e Mina Welby, e anche quella di Beppino Englaro.
I falsari di Rai/Mediaset hanno subito messo in scena il gioco sporco di presentare i “malati-che-vogliono-vivere” in contrapposizione ai “malati-che-vogliono-morire”, come se noi volessimo far morire chi vuole vivere. Infine, il suicidio di Mario Monicelli, avvenuto con motivazioni che nessuno può conoscere, ma realizzato in una modalità atroce e, almeno quella sì, evitabile.
In poche settimane abbiamo avuto un esempio di cosa accade quando una delle questioni che solleviamo entra in contatto con l’opinione pubblica. Nonostante la grande confusione di termini e situazioni, l’effetto è esplosivo: la riflessione entra nelle conversazioni quotidiane, scatena la reazione scomposta dei potenti contro ciò che i cittadini possono pensare quando non addomesticati dalla tv delle risse e dell’indottrinamento.
Nel suo nuovo numero, Agenda Coscioni vi propone di rileggere l’anno radicale così, guardando a una serie di fatti e di obiettivi, e a fare uno sforzo di fantasia: cosa accadrebbe se su quei temi la gente davvero fosse informata, se fosse coinvolta nel dibattito pubblico, se davvero potesse scegliere? Rispondere serve per il futuro. Nello sfascio delle istituzioni e nell’abuso di potere che si fa regola, la violenza investe i corpi: quelli della morte nella sofferenza, della malattia senza assistenza, della fecondazione assistita impedita, della tortura penitenziaria, del fascismo proibizionista, delle speranze negate ai malati nel nome dell’embrione-feticcio.
Se non perdiamo fiducia nel nostro essere “altro” rispetto al bla bla politicante, possiamo costruire l’alternativa con la disobbedienza civile, la resistenza giudiziaria, la nonviolenza: quella di Welby, Englaro e Nuvoli; dei malati di Sla e di Maria Antonietta Farina Coscioni che chiedono i Livelli Essenziali di Assistenza; dei portatori di malattie geneticamente trasmissibili che con noi demoliscono la legge 40; dei ricercatori che sfidano il divieto alla finanziabilità della ricerca sulle staminali embrionali; dei disabili che abbattono barriere architettoniche.
Diverse persone chiamano l’Associazione per chiedere l’eutanasia, e noi cerchiamo di aiutarli. Ci sono laboratori di ricerca internazionali pronti a ricevere gli embrioni che marciscono nei centri di fecondazione, e noi li stiamo inviando. Sono aperti molti fronti - dalla cannabis terapeutica alla “vita indipendente”- e devono stare aperti tutti insieme, perché non sappiamo quale sarà la nostra prossima incursione, cioè quale dei nostri obiettivi raggiungerà la gente. Dobbiamo restare pronti, cercando di iscrivere anche solo una persona in più per il 2011, perché da lì arrivano le risorse minime indispensabili. Ed è importante fare tesoro di queste pagine clandestine, rappresentazione unica in Italia delle nuove libertà possibili.
*Questo editoriale apparirà sul numero di dicembre dell’agenda Coscioni
Cappato è una meraviglia, una luce nel buio del nostro parlamento (bla bla e ancora bla bla).
RispondiEliminaUn amico mi ha chiesto questa estate di contattare Exit, la sua vita è sul crinale già da anni, e non vuole finire intubato e moribondo.
Fortunatamente, pur restando allettato e attaccato alla bombola di ossigeno, ha ritrovato in questo ultimo mese l'energia sufficiente per vivere, ha ricominciato a scrivere, a pensare.
Lui sa che in caso di bisogno forse riuscirà ad evitare accanimenti, e questo lo rende più sereno. Sa che mi potrà chiedere quel numero di telefono.
Ciao Rosa, grazie.
@ Paolo
RispondiEliminaEsiste una sfera per ognuno di noi che riguarda la libertà vera, quella che non dovrebbe essere discussa e decisa da nessun altro che da noi.
Di questa sfera nessuno parla, ma molti, troppi, tendono a regolamentarla ora con leggi dello stato, ora con pretese leggi divine, quasi che il libero arbitrio fosse in possesso a qualcun altro
Pochi, pochissimi coraggiosi ( tra cui Cappato ) hanno l'ardire di alzarsi e ribadire un diritto...il più elementare dei diritti quello sulla propria esistenza.
Inalienabile e non trattabile!
Un grande abbraccio al tuo amico.
Abbraccio e stima.
Namastè
mi fa impazzire...la non libertà di poter scegliere...il non rispetto...l'evoluzione del pensiero ci ha portato ad affrontare via via argomenti più intimi, personali...ad essere sempre più dentro nella nostra vita....ma il pensiero indipendente deve essere combattuto...
RispondiElimina@ Lo
RispondiEliminaEsistono a mio parere almeno due schemi (semplificando molto) l'uno di evoluzione e l'altro di controllo...e questi due schemi spesso collidono.
Quando poi si parli di questioni di grande delicatezza come il fine vita ed il diritto di decidere per sè...beh, il mondo del controllo inventa regole, quand'anche non ne abbia già pronte, fa carte false pur di ristabilire il suo dominio...perchè il controllo non vive senza regole, senza pene e senza carceri per chi non le rispetti.
Quando poi gente di assoluto spessore, come Monicelli, decida per sè di sparigliarle dimostrando la loro incosistenza...beh allora i censori restano senza parole.
Libertà è quella che siamo disposti a prenderci e a difendere.
Abbraccione :-)
Namastè