Un’esperienza di semina con palline d’argilla a cui hanno partecipato anche alcuni agricoltori convenzionali, sempre più aperti ai principi dell’agricoltura naturale.
con semi all'interno)
articolo tratto da:Terra Nuova
A Fortunago, un minuscolo paesino immerso nelle colline dell’Oltrepò pavese, l’azienda agricola La casa di paglia ha creato un’associazione che promuove varie attività di sensibilizzazione ambientale seguendo i principi della permacultura. Attraverso l’utilizzo di buone pratiche alternative (pacciamatura, orti sinergici e così via) e visti i frutti (pomodori da 1,8 Kg!), le loro iniziative hanno cominciato a «contaminare» anche i contadini più scettici: alcuni iniziano a pacciamare gli orti con la paglia, altri si interessano alla lotta ai parassiti con decotti e macerati e anche gli agricoltori più attaccati alle proprie abitudini iniziano a mostrare una qualche apertura.
La curiosità per queste tecniche alternative è servita da stimolo per nuove sinergie, tra le quali la sperimentazione di cui vi parliamo in queste pagine: una semina diretta con palline d’argilla seguendo i principi dell’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka, ma effettuata con un mezzo meccanico. Ne parliamo con Alain, membro dell’associazione La casa di paglia, che ha preso parte all’iniziativa.
D: Alain, innanzitutto com’è nata questa idea?R: Nella nostra piccola azienda agricola, e attraverso le attività dell’associazione, cerchiamo di applicare e divulgare i principi base della permacultura, di non sfruttare i terreni e di non stravolgere i ritmi e la struttura della natura. Infatti per i nostri orti, i giardini di aromatiche e i campi, non utilizziamo mezzi meccanici e non lavoriamo il terreno. Quest’anno la necessità di effettuare una rotazione colturale sui nostri campi è stata l’occasione per provare un nuovo «connubio»: Alessandro Schiavi, giovane agricoltore dell’Oltrepò pavese, ci ha permesso di dare vita a questa sperimentazione, mettendoci a disposizione il suo trattore, lo spandi-concime e procurandoci i semi...
D: In cosa consiste questa sperimentazione?R: Questa esperienza vuole essere una sorta di contaminazione, un modo per applicare tecniche «alternative», quali le palline d’argilla di Fukuoka, ad attività agricole tradizionali senza l’impiego di mezzi meccanici enormi e costosissimi quali i nuovi macchinari per seminare sul sodo. L’obiettivo è quello di «convincere» (con i fatti) anche i più scettici che queste tecniche rudimentali e anticonformiste possono presentare anche per l’agricoltore tradizionale una serie di vantaggi non trascurabili...
La versione completa nell'articolo "Fukuoka nell'Oltrepò pavese" è disponibile nel numero di Dicembre 2010 di Terra Nuova.
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