La sentenza basata sul caso di una donna clandestina di Voghera troppo povera per permettersi il rimpatrio
I clandestini che restano in Italia, venendo meno all'ordine di espulsione del Questore, perché troppo poveri per permettersi le spese di rientro in patria, non commettono alcun reato.
Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, bocciando così una delle norme del 'pacchetto sicurezza' del 2009 relative al reato di clandestinità.
A porre il problema è stato il Tribunale di Voghera, chiamato a giudicare sul caso di una donna clandestina che aveva ricevuto più di un decreto di esplusione. La donna, per motivi di estrema indigenza, non aveva potuto lasciare l'Italia con i propri mezzi.
Si tratterebbe, dunque, di un "giustificato motivo" che però non è stato previsto dall'art.14, comma 5 quater del testo unico sull'immigrazione, così come modificato dall'ultimo 'pacchetto sicurezza' del governo Berlusconi.
Un barlume di giustizia sociale.
RispondiEliminaEggià Adriano, in barba alla "mannaia" del "pacchetto sicurezza" :-)
RispondiEliminaAbbraccione e buona serata
Namastè
Qualcuno col cervello.
RispondiEliminaApriamo brecce.
Ciao a tutti
Namastè
Ma dai Paolo, che qualcuno forse ancora si salva no?
RispondiEliminaUn abbraccio grande e buona serata ;-))
Namastè