venerdì 10 dicembre 2010

La finta liberazione di Sakineh e gli sporchi giochi di potere

di Giuliano Rosciarelli

Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per complicità nell’omicidio del marito, non è stata liberata, ma solo condotta nella sua casa a Tabriz per essere intervistata dalla tv nazionale “sulla scena del delitto”. E’ quanto scrive questa mattina il sito di Press Tv, dopo che ieri sera il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva diffuso la notizia della sua liberazione, pubblicando sul web alcune foto della donna e di suo figlio – anche lui arrestato – nel giardino di casa. “Contrariamente a una vasta campagna dei media occidentali, in base alla quale la rea confessa per omicidio, Sakineh Mohammadi Ashtiani, sarebbe stata rilasciata, una troupe televisiva di Press Tv (il canale in lingua inglese della tv di stato, ndr) ha organizzato con le autorità giudiziarie iraniane un programma nella casa della Ashtiani, per produrre un racconto del suo crimine sulla scena del delitto”, spiega il sito.

Il racconto sarà trasmesso durante il programma ‘Iran Today’, in onda alle 21.35 di oggi (ora italiana) e poi ritrasmesso sabato per tre volte.

L’obiettivo dichiarato è quello di “far luce” sulla vicenda, con una serie di interviste a Sakineh (accusata tra l’altro di complicità nell’omicidio del marito), al figlio Sajjad Qaderzadeh e all’avvocato Javid Hutan Kian.
Anche questi ultimi due si trovano agli arresti dal 10 ottobre per aver rilasciato un’intervista a due giornalisti tedeschi, finiti anche loro in manette con l’accusa di spionaggio. Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva annunciato ieri anche la loro scarcerazione. Press Tv parla di “motivazioni politiche dietro gli sforzi occidentali di propaganda in merito alla sentenza contro Mohammadi Ashtiani”. Questi sforzi, secondo l’emittente, “sono parte della campagna occidentale per minare l’establishment della Repubblica Islamica”. Il sito infine ricorda che Sakineh è stata giudicata colpevole dell’omicidio del marito, Ibrahim Qaderzadeh, in complicità con un uomo, Isa Taheri, di cui era l’amante. La donna è stata già condotta per due volte di fronte alle telecamere della tv di stato per confessare i suoi reati.
Nella notte il Comitato internazionale contro la lapidazione ha precisato di ‘essere stato informato mercoledi” della possibile ‘liberazione imminente’ di Sakineh, sottolineando come le immagini pubblicate ieri ‘dessero l’impressione’ che la donna fosse stata effettivamente rilasciata insieme al figlio, Sajjad Qaderzadeh. ‘Ma l’annuncio della loro liberazione non e’ stato confermato dalla Repubblica iraniana’, sottolinea il Comitato, ricordando come sin ‘dall’inizio della vicenda’ di Sakineh ‘informazioni contraddittorie siano circolate sulle agenzie di stampa iraniane’. “Sakineh era libera da tre giorni, questa vicenda e’ tutta un gioco sporco delle autorita’ iraniane”, spiega ancora il Comitato internazionale contro la lapidazione. “La Repubblica Islamica, con questi trucchi, ha cercato di ingraziarsi le potenze internazionali – dice Taher Djafarizad, attivista del Comitato – con cui proprio in questi giorni era impegnata in colloqui sul programma nucleare”. A suo giudizio, quindi, Sakineh era stata condotta fuori dal carcere con l’intento dichiarato della liberazione e non di una semplice intervista “sul luogo del delitto”, come sostiene la tv di Stato. “Anche alcuni quotidiani vicini al regime hanno dato notizia della liberazione – dice Djafarizad – e dall’Iran in tanti hanno chiamato il Comitato per esprimere la loro gioia”.
“Invece l’unico scopo del regime era giocarsi la carta Sakineh con il gruppo 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu piu’ la Germania, con cui Teheran ha avuto un nuovo round di colloqui a Ginevra all’inizio della settimana).

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