di PASQUALE NOTARGIACOMO
Presentato a Roma da Nessuno Tocchi Caino e Reprieve il dossier "Commercio Letale". Nel mirino lo stabilimento di Liscate della società Usa, da gennaio 2011 principale produttore di Pentotal, il farmaco utilizzato nelle iniezioni letali. Le accuse: "Obsoleto per gli ospedali. Sanno che è usato solo nei penitenziari, forti pressioni dagli stati americani". Intanto il governo inglese ne ha bloccato le esportazioni
Un lettino nella camera della morteROMA - Il cerchio del fronte abolizionista si stringe attorno a Hospira 1. L'azienda statunitense, che, come riportato da Repubblica 2, ha delegato alla sua sede italiana di Liscate (Milano), la produzione di Pentotal, il barbiturico presente in tutti i protocolli di iniezione letale dei vari stati Usa. Le nuove prove contenute nel dossier "Commercio Letale", presentato oggi a Roma dall'ong britannica "Reprieve 3" e da "Nessuno Tocchi Caino 4" evidenziano come, dopo la decisione del governo inglese di bloccare l'esportazione di Sodio Tiopentale, l'Italia sia rimasta la fonte più importante del farmaco utilizzato per le esecuzioni in 35 stati americani. Un paradosso evidente per il nostro Paese, in prima fila all'Onu per la Moratoria universale della pena di morte.
Le prove. Anche le tesi difensive con cui l'azienda ha replicato finora alle accuse di Reprieve sembrano vacillare di fronte ai documenti presentati. La Hospira è l'unica azienda, si legge nel dossier, che ha l'autorizzazione ufficiale della FDA (Food and Drug Administration 5) a fabbricare e vendere il Sodio Tiopentale sul territorio americano. Nonostante la ditta affermi di non "supportare" l'uso del Pentotal per la pena capitale, un carteggio
tra l'ufficio del governatore del Kentucky Steve Beshear e una dirigente della società di Lake Forest riporta le lamentele del primo per ordini inevasi di Pentotal a fronte di numerose esecuzioni pendenti. Rimostranze alle quali la dirigente risponde informando Beshear che l'Hospira avrebbe potuto fornire il Pentotal necessario non prima di gennaio-marzo 2011.
continua a leggere su fonte
Ho condiviso su Fb questo articolo, così come altri che trovo qui da te o in giro. Uso Facebook in senso umanistico o politico/rivoluzionario. Mi sembra il migliore strumento mediatico a nostra disposizione.
RispondiEliminaNamastè
Grazie Paolo, divulgare, divulgare, divulgare!
RispondiEliminaNamastè