da: L'espresso
di Riccardo Bocca
Al ministero dell'Ambiente c'è un Osservatorio di esperti che dice al governo la verità su quello che succede in Campania. Risultato? La Prestigiacomo lo boicotta e il Pdl propone di abolirlo
Stefania PrestigiacomoLa maggior parte degli italiani non lo sa, ma esiste presso il ministero dell'Ambiente una struttura chiamata Osservatorio nazionale sui rifiuti (Onr). Un organismo che, visto lo scandalo del caso napoletano, e le inarrestabili polemiche su dove e come smaltire il pattume nazionale, dovrebbe riscuotere massima attenzione dalla politica: "Le sue funzioni chiave", sottolinea il vicepresidente Fabrizio Clementi, "sono dal 2008 il controllo sulla gestione dei rifiuti, l'analisi delle strategie per prevenire le emergenze. E in parallelo, la stesura di rapporti annuali per orientare i ministeri dell'Ambiente, della Sanità e dello Sviluppo economico".
Compiti di evidente importanza, insomma. Ai quali si aggiunge il potere di sostituirsi agli enti locali, qualora inadempienti sul fronte immondizia. Peccato che il ministro Stefania Prestigiacomo non abbia mai voluto ricevere i capi dell'Onr, desiderosi di riferire su questioni tanto allarmanti. E nemmeno abbia risposto alle loro numerose missive: "Le relazioni instauratesi con gli organi del ministero", recita una lettera scritta a Prestigiacomo il 7 dicembre 2009 da Antonio Cavaliere, presidente dell'Osservatorio, "si sono consolidate nella prassi negativa, in base a cui qualsiasi nota o quesito posto non riceve alcun riscontro".
Una discarica campana Ciononostante l'Osservatorio (che non vive di soldi statali, ma è sostenuto per legge con 2 milioni di euro annui dal Conai, il Consorzio nazionale imballaggi) ha continuato a lavorare. Per esempio, recapitando a Prestigiacomo un parere poco entusiasta sull'accordo quadro tra l'Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) e Conai. Oppure presentando, il 6 maggio 2009, un report critico sulla produzione e gestione dei rifiuti in Italia: "Senonché lo stesso 6 maggio", spiega il vicepresidente Clementi, "mentre illustravamo il nostro dossier, uomini del Pdl hanno lanciato in Parlamento un emendamento (poi bocciato dalla maggioranza stessa, ndr) per sopprimere l'Onr". Coincidenza sgradevole, anche perché epilogo di altri attacchi: "Signor ministro", scrive il presidente Cavaliere a Prestigiacomo, "non ritiene che sia stato paradossale assistere sei volte alla presentazione di altrettanti emendamenti parlamentari, volti alla soppressione o alla mera riconversione dell'Onr, verso i quali il ministero non appare essersi mai opposto?".
Come sempre, non è seguita risposta. Si è rafforzata, piuttosto, la sensazione che a palazzo l'indipendenza dell'Osservatorio risulti un impiccio, più che una risorsa. O perlomeno, di questo si convincono i componenti dell'Onr il 3 agosto 2009, quando con un decreto presidenziale (sulla riorganizzazione del ministero dell'Ambiente) vengono all'improvviso destituiti dall'incarico. "Per paradosso", dice il vicepresidente Clementi, "l'Osservatorio sopravviveva: ma senza i suoi membri".
Da qui la decisione dei vertici Onr di ricorrere al Tar del Lazio, che a ottobre 2010 ha riscontrato l'illegittimità dell'atto e ha ordinato il reintegro dei componenti. Una buona notizia, ma solo in apparenza: "Ci hanno ritirato i badge per entrare negli uffici al ministero", testimoniano all'Osservatorio, "il nostro mandato scade il prossimo 18 gennaio, e non sono ancora stati nominati i successori". Così, mentre dai telegiornali grondano ciclicamente scene di immondizia selvaggia, nessuno all'Onr lavora per evitare simili vergogne.
Compiti di evidente importanza, insomma. Ai quali si aggiunge il potere di sostituirsi agli enti locali, qualora inadempienti sul fronte immondizia. Peccato che il ministro Stefania Prestigiacomo non abbia mai voluto ricevere i capi dell'Onr, desiderosi di riferire su questioni tanto allarmanti. E nemmeno abbia risposto alle loro numerose missive: "Le relazioni instauratesi con gli organi del ministero", recita una lettera scritta a Prestigiacomo il 7 dicembre 2009 da Antonio Cavaliere, presidente dell'Osservatorio, "si sono consolidate nella prassi negativa, in base a cui qualsiasi nota o quesito posto non riceve alcun riscontro".
Una discarica campana Ciononostante l'Osservatorio (che non vive di soldi statali, ma è sostenuto per legge con 2 milioni di euro annui dal Conai, il Consorzio nazionale imballaggi) ha continuato a lavorare. Per esempio, recapitando a Prestigiacomo un parere poco entusiasta sull'accordo quadro tra l'Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) e Conai. Oppure presentando, il 6 maggio 2009, un report critico sulla produzione e gestione dei rifiuti in Italia: "Senonché lo stesso 6 maggio", spiega il vicepresidente Clementi, "mentre illustravamo il nostro dossier, uomini del Pdl hanno lanciato in Parlamento un emendamento (poi bocciato dalla maggioranza stessa, ndr) per sopprimere l'Onr". Coincidenza sgradevole, anche perché epilogo di altri attacchi: "Signor ministro", scrive il presidente Cavaliere a Prestigiacomo, "non ritiene che sia stato paradossale assistere sei volte alla presentazione di altrettanti emendamenti parlamentari, volti alla soppressione o alla mera riconversione dell'Onr, verso i quali il ministero non appare essersi mai opposto?".
Come sempre, non è seguita risposta. Si è rafforzata, piuttosto, la sensazione che a palazzo l'indipendenza dell'Osservatorio risulti un impiccio, più che una risorsa. O perlomeno, di questo si convincono i componenti dell'Onr il 3 agosto 2009, quando con un decreto presidenziale (sulla riorganizzazione del ministero dell'Ambiente) vengono all'improvviso destituiti dall'incarico. "Per paradosso", dice il vicepresidente Clementi, "l'Osservatorio sopravviveva: ma senza i suoi membri".
Da qui la decisione dei vertici Onr di ricorrere al Tar del Lazio, che a ottobre 2010 ha riscontrato l'illegittimità dell'atto e ha ordinato il reintegro dei componenti. Una buona notizia, ma solo in apparenza: "Ci hanno ritirato i badge per entrare negli uffici al ministero", testimoniano all'Osservatorio, "il nostro mandato scade il prossimo 18 gennaio, e non sono ancora stati nominati i successori". Così, mentre dai telegiornali grondano ciclicamente scene di immondizia selvaggia, nessuno all'Onr lavora per evitare simili vergogne.
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