fonte: PeacaReporter
di Antonio Marafioti
La Camera dei Rappresentanti blocca il disegno di legge sulle mense gratuite per gli scolari indigenti, mentre si fatica a trovare un accordo sulla riduzione delle commesse per i 2500 F-35.
La nuova maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti si è imposta ancora sul partito di governo bloccando un'altra legge a favore della popolazione indigente. Per mezzo di un manovra procedurale, il Grand Old Party (Gop) ha temporaneamente sbarrato la strada al "Child Nutrition Bill", il disegno di legge che garantisce pasti gratuiti nelle mense scolastiche ai bambini in condizioni economiche svantaggiate.
La scure dell'austerity non si è fermata neanche di fronte alla necessità di garantire il programma di refezione rivolto agli scolari più poveri.
"Ognuno riconosce l'importanza di estendere i programmi per la nutrizione infantile, ma estendere non significa espanderli" questo il commento del deputato repubblicano del Minnesota, John Kline. La manovra, del valore complessivo di 4,5 miliardi di dollari, avrebbe, infatti, coinvolto nel programma 20 milioni di mense scolastiche in più, rispetto a quelle attualmente sovvenzionate in tutto il Paese. Il disegno di legge, fortemente caldeggiato dalla first lady Michelle Obama, avrebbe inoltre aumentato di 6 centesimi di dollaro, il rimborso su ogni pranzo che, ad oggi, costa agli istituti scolastici 2,72 dollari. Senza gli emendamenti proposti, e quindi senza il blocco repubblicano, il disegno avrebbe segnato il primo aumento dei programmi mensa dal 1973. Nulla da fare. Dopo i disoccupati, colpiti ieri dal taglio dei sussidi federali, è stata la volta dei loro figli che, se il progetto dovesse essere definitivamente troncato, potrebbero veder ridursi il diritto a un pasto gratuito a scuola.
Il piano di risanamento dello Stato, dettato dalla National Commission on Fiscal Responsibility and Reform, un gruppo bipartisan creato dallo stesso presidente Barack Obama per "affrontare le sfide fiscali del Paese", sembra avere fatto presa sui legislatori che, in soli due giorni, hanno evitato che Washington si impegnasse per circa 65 miliardi di dollari, tra i sussidi ai disoccupati e quelli alle mense scolastiche.
In un rapporto dall'emblematico titolo, "il momento della verità", i 18 membri della commissione consigliano il taglio del deficit pubblico di 3.800 miliardi entro il 2020; la riduzione drastica delle aliquote fiscali; il contenimento dei costi per realizzare il Medicare (programma di assicurazione medica statale ndr) attraverso la condivisione dei costi, la riforma delle negligenze mediche e il prezzo dei farmaci; l'abbassamento della spesa pubblica mediante la riduzione delle dimensioni della forza lavoro federale e, infine, la preservazione della sicurezza sociale e la tutela di anziani e poveri.
In un rapporto dall'emblematico titolo, "il momento della verità", i 18 membri della commissione consigliano il taglio del deficit pubblico di 3.800 miliardi entro il 2020; la riduzione drastica delle aliquote fiscali; il contenimento dei costi per realizzare il Medicare (programma di assicurazione medica statale ndr) attraverso la condivisione dei costi, la riforma delle negligenze mediche e il prezzo dei farmaci; l'abbassamento della spesa pubblica mediante la riduzione delle dimensioni della forza lavoro federale e, infine, la preservazione della sicurezza sociale e la tutela di anziani e poveri.
Una direttiva programmatica, questa, che potrebbe non essere rispettata, visto che proprio la fascia più povera della popolazione verrà privata di tutti quei benefits legati alle loro necessità economiche.
La materia su cui permangono i dubbi sembra invece essere quella delle spese militari. Ancora una volta il governo potrebbe lasciare intatti gli esborsi messi in preventivo per le proprie Forze Armate. In particolare questa volta si considera l'affare degli F-35, i caccia anti-radar, dei quali il Pentagono vorrebbe acquistare ben 2500 esemplari. "È il cuore del futuro trasporto aereo da combattimento tattico per i nostri servizi, per cui l'importanza di questo programma può difficilmente essere sopravvalutata", in questo modo il Segretario della Difesa, Robert Gates, ha fatto capire che se c'è qualcosa a cui si può rinunciare per diminuire il deficit pubblico, questa cosa non è certamente la flotta aerea militare. Poco importa che per pagare l'intera commessa siaono necessari 382 miliardi di dollari dei 715 miliardi che attualmente costituiscono il budget della Difesa. Per la Commissione deficit l'ideale sarebbe quello di optare per modelli più economici, rinunciando al decollo rapido e all'atterraggio verticale, per le forniture dei Marines e andando a risparmiare 17,6 miliardi di dollari entro il 2015. Riduzioni nette, invece, sono quelle pensate per Aviazione e Marina, che, per il pool di risparmiatori, dovrebbero ottenere solo la metà dei velivoli previsti, salvando 9,5 miliardi di dollari dalle casse del Pentagono.
A quel punto, però, il problema sarebbe un altro: "Se si riduce l'acquisto a qualche centinaio per l'Air Force la Marina Militare - ha sostenuto Winslow T. Wheeler del Center for Defense Information - pagheremo ben oltre 250 milioni di dollari per ogni copia di questo aereo".
E allora, l'unica soluzione possibile per far risparmiare dollari alla Difesa, è quella di attuare un giro di vite sui sussidi ai disoccupati e ai poveri.
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