domenica 9 gennaio 2011

Inferno del Sinai: ancora stupri e sparizioni. Zerai: «dove sono i paladini dei diritti umani?»


Prosegue l’inferno dei profughi africani rapiti sul Sinai. Dopo la liberazione e l’arresto da parte delle autorità egiziane di alcuni ostaggi che erano riusciti a pagare il riscatto, molti altri restano nelle mani dei predoni. «Questa mattina – spiega a Diritto di Critica don Mussie Zerai , direttore dell’ong Habeshia – verso le dieci e mezza è arrivata una chiamata dal Sinai. I profughi raccontano che quattro donne oggi sono state violentate per l’ennesima volta dal branco di predoni perché non sono in grado di pagare il loro riscatto. Una di loro, picchiata selvaggiamente, sta molto male mentre un’altra è incinta».
Zerai denuncia anche «l’intollerabile inerzia dei governi della regione del Sinai e della comunità internazionale, immobili di fronte al dramma di centinaia di profughi tenuti in catene e privati della loro dignità. Ci chiediamo – prosegue – dove siano finiti i difensori della vita umana, i paladini dei diritti umani e la stessa Europa “culla della ‘Civiltà’”. Gli ostaggi africani – prosegue Zerai – valgono forse meno di tanti altri per i quali tutti si mobilitano? L’Europa li respinge, si annunciano muri da costruire, ma nessuno si occupa della vita di questi disperati. Queste persone – aggiunge – bussano alla coscienza di ciascuno di noi».

E mentre don Mussiè torna a chiedere un programma di intervento, la vicenda dei profughi eritrei ed africani rapiti sul Sinai dà la misura dell’ipocrisia di un Occidente che preferisce voltarsi dall’altra parte e ignorare il “problema”. A Natale siamo tutti più buoni – si dice – già, ma “a modo nostro”: vediamo solo quanto ci fa comodo. «Ormai – hanno detto alcuni profughi al telefono con don Mussiè – siamo rassegnati a morire qui, ma voi che vivete nel modo libero non potete restare schiavi della vostra inerzia, del vostro silenzio, della vostra complicità passiva con questi criminali». Alcuni dei rapiti, inoltre, erano stati respinti dalle autorità italiane nel giugno 2009, arrestati dai libici erano poi fuggiti verso Israele.
E mentre la comunità internazionale tace e l’Egitto finge di non sapere dove vengano tenute queste persone, i trafficanti hanno già ucciso otto persone e fatto sparire diversi profughi, portati nottetempo nelle cliniche clandestine in Israele, uno degli snodi principali del traffico internazionale d’organi.

2 commenti:

  1. Non conoscevo questa tragedia! è terribile e ancora una volta il prezzo più alto lo pagano le donne.

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  2. Ovviamente Sara!
    Essere migranti è già un dramma; figurati poi, essere anche donne! :-(

    Abbraccione
    Namastè

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