da: Stampa libera 
Gli adetti alle camere a gas radioattive della scienza e della stampa  sono eccitati. Portate da Fukushima e dalla Libia la presenza di  nanoparticelle alfa nell’aria (plutonio, uranio arricchito, uranio 238,  americio, ecc) li mette in grande gioa. E arrivato il loro grande  momento da SS atomici. Possono finalmente dar libero sfogo alle loro  pulsioni di morte e di nuovo indicare il cammino per la doccia (“vi  state contaminando immancabilmente ma non presenta nessun pericolo per  la salute”) e trucidare per contaminazione interna se stessi (le  scommesse al paziente totocimitero sono aperte) e i loro propri figli e  familiari. Questi travestiti della razionalità sono dei falsificatori  che andrebbero processati per direttissima davanti ad una corte marziale  per crimine contro l’umanità in quanto le nostre vite sono nelle mani  dei loro falsi calcoli e immediatamente spediti all’impiego volontario  di liquidatori. Sono stati formattati per non sapere nulla di  radioprotezione interna. Sono stati formattati per fare i pappagalli,  buoni per moltiplicare due numeri ma nulli crassi per vagliare  l’attendibilità della loro moltiplicazione (chiamata equazione per  impressionare). L’AIPRI lo proclama chiaro e tondo sono incompetenti.  Non hanno nessuna conoscenza della piu elementare base della fisica  nucleare che pretendono dominare: non sanno ricomporre un calcolo di  dose interna. Prima di chiedere il loro sviante parere sulla situazione  radiologica mondiale, metteteli davanti un foglio e chiedete loro di ricomporre un calcolo di dose interna.  Metteteli davanti un foglio per calcolare la natura e la quantità di  radiolementi già fuoriusciti da Fukushima e chiedete loro di  incrocciarli colle loro stesse false e minorate tavole di radioprotezione interna. Non  sanno niente. Non hanno la minima cognizione della realtà dell’avvenuta  contaminazione atomica. Non sono altro che dei suicidi farabutti  disinformatori. L’inalazione della più piccola delle particelle radioattive costituisce un pericolo grave. Questa è la verità.

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