Bambino Penan, Sarawak, Malesia
© Robin Hanbury-Tenison/Survival
fonte: Survival
Nel nuovo rapporto del governo USA sui diritti umani si parla della lotta dei Penan per proteggere le foreste natali del Sarawak – la parte malese del Borneo.
Il documento, redatto dal Dipartimento di stato americano, cita le dichiarazioni rilasciate dai gruppi di difesa dei diritti dei popoli indigeni, secondo cui il governo del Primo Ministro Taib Mahmud avrebbe ceduto la terra dei Penan “alle compagnie di sfruttamento e del taglio del legname in cambio di favori politici e denaro”.
Taib Mahmud è stato al potere per trent’anni e la settimana scorsa ha vinto di nuovo le elezioni. Migliaia di Penan non hanno però potuto esprimere il voto perché non gli sono state rilasciate le carte d’identità.
Nel rapporto sono citate anche testimonianze secondo cui le compagnie del legname avrebbero “molestato e talvolta anche minacciato i portavoce Penan” e “gli operai di due compagnie… avrebbero regolarmente abusato sessualmente di donne e ragazzine indigene”. Un ministro del governo aveva già confermato il fenomeno degli stupri ma contro i responsabili non è stata intrapresa nessuna azione giudiziaria.
I cacciatori-raccoglitori Penan stanno lottando per proteggere quel che resta delle loro foreste pluviali, devastate dalle compagnie del legname. “La nostra terra e il nostro fiume sono stati distrutti dalle compagnie del legname e dalle piantagioni di palma da olio” ha raccontato una donna Penan a Survival International. “Hanno distrutto tutto: il nostro sago, il nostro pesce, il nostro fiume. Sono stati distrutti tutti i prodotti della giungla da cui dipendiamo. E questa distruzione arreca alla nostra terra una grande sofferenza.”
I cacciatori-raccoglitori Penan stanno lottando per proteggere quel che resta delle loro foreste pluviali, devastate dalle compagnie del legname. “La nostra terra e il nostro fiume sono stati distrutti dalle compagnie del legname e dalle piantagioni di palma da olio” ha raccontato una donna Penan a Survival International. “Hanno distrutto tutto: il nostro sago, il nostro pesce, il nostro fiume. Sono stati distrutti tutti i prodotti della giungla da cui dipendiamo. E questa distruzione arreca alla nostra terra una grande sofferenza.”
“Il dossier del Dipartimento di stato USA rinforza la crescente condanna internazionale per il trattamento che il governo del Sarawak riserva ai Penan” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival. “I diritti umani dei Penan sono stati ignorati, le loro foreste distrutte e la loro stessa sopravvivenza minacciata.”
Triste situazione analoga ad altre già presenti, purtroppo, in tante altre parti del globo. Speriamo che una crescita di attenzione da parte dell'opinione pubblica internazionale riesca al più presto ad invertire queste dolorose prospettive.
RispondiEliminaSì Adriano hai ragione, sono troppi i popoli si vedono negare i più elementari dirittti, nel caso dei Penan poi, non possono nemmeno votare per decidere chi possa vendere o trattare le loro terre ancestrali.
RispondiEliminaPerò questo è un problema che si ripete in molte altre parti nel mondo, dove governi senza scrupoli vendono ciò che per molti è sacro ed inviolabile.
E francamente ti dirò, fa specie che siano proprio gli Usa a fare la morale, non riesco a dimenticare il loro comportamento con i nativi americani...che è alla base della loro nazione.
Ti abbraccio
Namastè
Quante altre storie come questa dovremo sentire? Non ho parole!
RispondiEliminaNon solo gli tolgono la terra, ma anche la possibilità di dire la loro e far valere i loro diritti.
Concordo con te: quasi surreale che siano gli Usa a fare la morale visto come si sono comportati con i Nativi.
E' ora di finirla!
Un abbraccio
Namastè
Già Luisa, non ci sono parole (perlomeno non educate e composte)
RispondiEliminatriste triste triste....
Abbraccio ricambiato ^_^
Namastè