di Gianni Tirelli
“Se non siamo in grado di percepire e minimamente immaginare, una realtà diversa da quella che siamo soliti vivere, e rinunciare alle lusinghe e alle seduzioni del Sistema, per liberarci così, da ogni invalidante dipendenza, avremo perduto per sempre ogni speranza di un futuro ”
Oggi il Sistema è saturo; bloccato. Ogni tentativo di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia, non fa che peggiorare il suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una pericolosa indigestione, costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata. Il Sistema, come il paziente indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a vomitare, per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e dal rischio di collassare.
L’indigestione, in questo caso, è simbolica di un consumismo selvaggio e senza regole che ha congestionato ogni settore della nostra società. Nel bisogno di espellere per liberarsi, possiamo individuare l’ineludibile necessità di fare ritorno ad un passato, regolato dall’impianto etico originario; dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dalla ragionevolezza. Quando, oggi, sento ancora parlare di sviluppo e crescita, come i soli strumenti idonei per combattere la crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora di più, prendo coscienza di quanto, le conquiste di questo secolo, siano state nefaste per tutta l’umanità.
Guardiamolo: “Inquinamento generalizzato, spazzatura, rifiuti, tossici e radioattivi, centrali nucleari, deforestazione, effetto serra, chirurgia estetica, traffico di organi, droghe sintetiche, prostituzione di massa, pornografia, patolgie del sistema nervoso, mari come cloache, e tumori, precarietà, disoccupazione, disoccupazione e paura”. E’ questo, ciò che i nostri figli erediteranno! Le nostre, moderne società, non hanno più alcun futuro. Solo con un radicale e pragmatico ritorno al passato (forse), possiamo evitare l’inevitabile. Siamo gli schiavi a piede libero di un Sistema che demonizza il posto fisso e che, afferma, essere un ritorno al passato; un passato che garantiva ai lavoratori quella continuità necessaria “per portare avanti una famiglia” e la serenità di guadare al domani, con fiducia e ottimismo.
Anche ripulire l’aria delle nostre città e, l’acqua delle nostre falde è un ritorno al passato. Non disperdere rifiuti tossici, speciali, radioattivi sul territorio e nelle profondità del mare; riappropriarsi dei valori morali, dei principi etici, del buon senso e della ragionevolezza, sono un ritorno al passato. Una classe politica responsabile e consapevole, sobria e ragionevole all’interno dello scontro politico, che si occupi dei problemi, delle necessità dei cittadini, e ne tuteli i diritti, è un ritorno al passato.
Molto presto, quando la cassa di integrazione, la mobilità, i sussidi assistenziali e ammortizzatori sociali, avranno prosciugato le ultime speranze di sopravvivenza dei lavoratori, il Sistema Bestia dichiarerà candidamente che il lavoro è un ritorno al passato, e la morte per inedia, il futuro.
Molto presto, quando la cassa di integrazione, la mobilità, i sussidi assistenziali e ammortizzatori sociali, avranno prosciugato le ultime speranze di sopravvivenza dei lavoratori, il Sistema Bestia dichiarerà candidamente che il lavoro è un ritorno al passato, e la morte per inedia, il futuro.
Nel preciso momento in cui, l’individuo libero del passato, ha perduto la sua autonomia, autosufficienza e indipendenza materiale, consegnandosi spontaneamente, nelle mani del Sistema Bestia, ha tradotto e trasformato la sua esistenza nella peggiore delle schiavitù: “LA DIPENDENZA DAL BISOGNO”.
Abbiamo perduto la primordiale forza di volontà e lo spirito di sacrificio. Il nostro di livello di sopportazione del dolore si è estinto e con lui, ogni capacità di adattamento, un valore che, fin dall’alba dei tempi, aveva caratterizzato e contraddistinto la natura umana e animale. Non siamo che un branco di asini ammaestrati, privati del più remoto barlume di vera cultura, vera conoscenza e sana tradizione. Non sappiamo costruire una casa, un tavolo, una sedia, aggiustare una qualsiasi cosa, seminare, zappare, coltivare un orto, potare un albero, organizzare un pollaio, macellare un maiale. Sappiamo tutto di ogni cosa (inutile, effimera e invalidante) ma, di ciò che veramente serve ad un uomo, vaghiamo come ombre dentro buio più totale!!
Quando l’intelligenza artificiale e la capacità funzionale e logica delle macchine, risulteranno, essere superiori, più affidabili e produttive di ogni altro intervento umano, che sia fisico o cognitivo, sarà arrivato, per l’uomo, il tempo della riconversione. Oggi (giugno 2011), è giunto il tempo di fare “ritorno a casa” – accendere il camino e all’indomani, con il primo sorgere del sole, cominciare a zappare. Diversamente, per noi, sarà schiavitù!
Il Sistema Bestia, ha già programmato un piano di sterminio globale, per contrastare le inevitabili rivoluzioni e sommosse che si accenderanno su tutto il pianeta, per via dell’acqua, dell’energia e della cibo. Per tanto, il Sistema, non va combattuto, ma isolato in attesa che si spenga in solitudine. Dobbiamo dunque aiutarlo a morire, in una sorta di benevola e cristiana eutanasia, recidendo di netto i suoi canali di alimentazione.
Si, siamo alla fine, comunque la si voglia immaginare!! Il Sistema (politico, economico e mediatico) è sul punto di collassare e, se ci troveremo impreparati ad affrontare gli eventi, le possibilità di sopravvivere, sono quasi nulle.
Si, siamo alla fine, comunque la si voglia immaginare!! Il Sistema (politico, economico e mediatico) è sul punto di collassare e, se ci troveremo impreparati ad affrontare gli eventi, le possibilità di sopravvivere, sono quasi nulle.
Tornare al passato, dunque, è il percorso più praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione. Solo con un radicale intervento di riconversione del Sistema Liberista Relativista, potremo limitare i danni di una tragedia annunciata dai contorni apocalittici. Alla disoccupazione dilagante del comparto industriale, dobbiamo rispondere con un ritorno, alla terra. Altre soluzioni non ce ne sono e, “chi tardi arriva, male alloggia!” Per tale motivo, mi concedo il vezzo di elargire alcuni consigli, attenendoci ai quali, saremo in grado di affrontare il prossimo futuro con relativa serenità.
Come prima atto, dovremmo smantellare tutte quelle fabbriche della morte che producono cose inutili, inefficaci e dannose, che sono responsabili, del 90%, di tutti i danni procurati all’ecosistema, all’economia e alla salute dell’uomo. Il secondo passo consiste nell’abbandonare definitivamente le città per ripopolare i vecchi borghi abbandonati, da Nord a Sud. In seguito, dovremmo acquistare, occupare e, in caso, espropriare, appezzamenti di terra, grandi o piccoli che siano, e cominciare a zappare, seminare e raccogliere.
Come prima atto, dovremmo smantellare tutte quelle fabbriche della morte che producono cose inutili, inefficaci e dannose, che sono responsabili, del 90%, di tutti i danni procurati all’ecosistema, all’economia e alla salute dell’uomo. Il secondo passo consiste nell’abbandonare definitivamente le città per ripopolare i vecchi borghi abbandonati, da Nord a Sud. In seguito, dovremmo acquistare, occupare e, in caso, espropriare, appezzamenti di terra, grandi o piccoli che siano, e cominciare a zappare, seminare e raccogliere.
L’adattarsi alla nuova condizione – rinunciando finalmente a tutta quella montagna di falsi bisogni, interminabili perdite di tempo e frustrazioni connesse – farà scattare dentro di noi, insospettabili meccanismi da lungo tempo assopiti, e ci accorgeremo, in breve tempo, di possedere risorse inimmaginabili e una capacità di adattamento sorprendente.
Oggi dobbiamo riconvertire (quello che, definirei un ossimoro) “l’industria, agro alimentare”, nella semplice locuzione, “agricoltura biologica”. Per questo, nessuna sostanza chimica deve più contaminare i naturali prodotti della terra. Fertilizzanti, diserbanti, pesticidi, coloranti, conservanti, dopanti, aromi e affini, devono sparire per sempre dal nostro vocabolario alimentare. L’industria chimica, la peggiore fra le moderne calamità, deve chiudere i battenti, per sempre.
Oggi dobbiamo riconvertire (quello che, definirei un ossimoro) “l’industria, agro alimentare”, nella semplice locuzione, “agricoltura biologica”. Per questo, nessuna sostanza chimica deve più contaminare i naturali prodotti della terra. Fertilizzanti, diserbanti, pesticidi, coloranti, conservanti, dopanti, aromi e affini, devono sparire per sempre dal nostro vocabolario alimentare. L’industria chimica, la peggiore fra le moderne calamità, deve chiudere i battenti, per sempre.
In questo modo, ogni forma di speculazione verrebbe vanificata, e smantellate le concentrazioni di potere che, da troppo tempo, condizionano le regole del mercato a scapito di produttori e consumatori. Questa – che è la parte marcia della filiera alimentare – deve essere asportata come un cancro maligno, per essere integrata dal lavoro pulito di migliaia di persone che, dall’industria della chimica, si riversano nell’agricoltura tradizionale.
Il prezzo di ogni prodotto, sarà deciso all’origine dal produttore che, finalmente, comincerà ad assaporare i frutti della sua fatica. Questa operazione di bonifica (o meglio di “derattizzazione”) innescherà fiducia e voglia di fare meglio, con beneficio dei consumatori.
Il prezzo di ogni prodotto, sarà deciso all’origine dal produttore che, finalmente, comincerà ad assaporare i frutti della sua fatica. Questa operazione di bonifica (o meglio di “derattizzazione”) innescherà fiducia e voglia di fare meglio, con beneficio dei consumatori.
Tutti quegli intermediari parassiti, un tempo in affari con l’Industria agro alimentare, svaniranno magicamente e, costretti a rimboccarsi le maniche, comprenderanno il sacrificio di un onesto e dignitoso guadagno.
Per gli stessi motivi e con gli stessi strumenti, attraverso i quali, il Sistema Liberista Bestia Relativista si é imposto e insediato, così si spegnerà.
Per gli stessi motivi e con gli stessi strumenti, attraverso i quali, il Sistema Liberista Bestia Relativista si é imposto e insediato, così si spegnerà.
Quando questo accadrà, i territori industrializzati, che hanno fatto del progresso tecnologico, la loro bandiera (noncuranti delle conseguenze e controindicazioni di una tale scelta insensata), pagheranno il prezzo della loro ignoranza e stupidità. Gli individui ancora integri, non contaminati (per ragioni di circostanze e di opportunità), diversamente, approfitteranno della loro condizione (un tempo derisa e vilipesa) per mettere a frutto la loro conoscenza, terreno di coltura di una nuova rinascita.
Condivido quasi perfettamente, l'unica espressione che non condivido dell'articolo è quando dice "Tornare al passato...".
RispondiEliminaNo, andiamo avanti! La nostra conoscenza ci può portare in avanti, fortunatamente.
Di questo argomento ne parlavo con Lorenzo l'altro giorno in giardino. E lui mi fa:
"E l'acciaio?"
Macchisenefrega di miliardi di tonnellate di acciaio! Per farci cosa? Abbiamo tutto, e tanto.
Se avremo bisogno dell'acciaio o di altri materiali innaturali, certamente non ne avremo bisogno nella enorme quantità odierna. Anche perché una cosa fondamentale, per riuscire ad abitare questo pianeta, sarà la diminuzione della popolazione. Fino a non molto tempo fa, forse trecento anni, la popolazione mondiale non arrivava al miliardo di esseri, oggi siamo sette volte tanto, con problemi di approvvigionamento di beni esistenziali come cibo e acqua, di aggressività incontrollata, di soffocamento dell'aria.
Buongiorno Rosa, tante buone cose a te
Namastè
In parte condivisibile, in parte utopistico...
RispondiEliminaIl vero problema è che sulla Terra siamo troppi, non siamo mai stati tanti... E non so quanto il pianeta ce la farà a reggerci.
Purtroppo, fino ad oggi, la regola è:
RispondiEliminaFar aumentare il fatturato.
L'aumento del fatturato è già tanto, ma mi raccomando, dovrà aumentare in percentuale ad un budget altissimo già impossibile in partenza.
Condivido in pieno tutta l'esposizione del post.
Mi chiedo quando finirà l'indottrinamento della
continua richiesta di crescita e sviluppo.
Sarebbe bello,ma è troppo utopistico in questa società.Bisognerebbe trovarci in una situazione simile a quella del film"il pianeta verde".Non so se tu l'abbia visto,comunque ti metto il link...clicca qui.Buona giornata
RispondiEliminaBelle e saggie parole però non è cosi semplice "tornare alla terra" quando la maggior parte dei lavori attuali sono "artificiali" ... siamo troppi per poter fare ciò che dice l'autore a meno che, come hai sottolineato anche tu Rosa in in tuo commento, non si cambi pardigma ... basta lavorare per guadagnare (anche se fosse giusto e biologico) ma vivere come persone libere e coscienti e fare quindi solo ciò che è necessario per DARE una vita serena e sicura a TUTTI INDISTINTAMENTE ... non siamo solo un corpo siamo inannzitutto UN BAGLIORE DI LUCE !!
RispondiEliminaCiao Giuseppe, mah sai, credo che i conti li faremo molto presto con la realtà...li faranno, ma quel giorno loro (il potere) saranno molto probabilmente pronti e atrezzati all'esigenza, perchè questa cosa la vedono da tempo, mentre noi...quelli che consumano ci troveremo senza risorse e senza memoria, meglio sarebbe iniziare a pensarci :-/
RispondiEliminaUn abbraccio
Namastè
Ciao Paolo, beh...guardare indietro per poter vedere davanti. Certamente dovremo reimparare quello che già sapevamo e moltissime di quelle che oggi sono verità, passeranno nel novero dei ricordi. Sono d'accordo il giorno della "decrescita" arriverà che lo si voglia o meno, cerchiamo di imparare a cavarcela sin da ora. Dovremo tornare ad essere sufficienti a noi stessi come lo era un tempo e non sarà affatto indolore, purtroppo:-/
RispondiEliminaUn abbraccione
Namastè
Giulio, sì evidentemente siamo troppi, ma certo lo sfoltire come stanno pensando di fare, non è il metodo migliore per riequilibrare, temo che questo avverrà comunque, anzi ne sono certa, ma sarebbe bene consentire al destino di percorrere la sua strada senza cercare di influenzarlo a favore di questa o di quella "casta"
RispondiEliminaAbbraccio
Namastè
Erborista, è un film che ho visto svariate volte e che amo, ma attenzione, i tempi della decrescita arriveranno, stanno già cominciando. Sta a noi decidere se esserne coscienti o inconscienti, se esserne vittime o se iniziare a comprenderne i meccanismi sin da subito. Il Potere reagirà, non v'è alcun dubbio. Loro lo sanno benisssimo che quel che sta per avvenire è un'assoluta certezza.
RispondiEliminaUn abbracio
Namastè
Anonimo, saremo costretti a prendere coscienza, Gaia sta per staccare la spina, il petrolio sta finendo e quel che è peggio stiamo inquinando acqua ed aria. Le contaminazioni del cibo sono una realtà quotidiana.
RispondiEliminaIl tempo della decrescita è qui è cominciato ieri, a noi la scelta cambiare paradigma è giusto possibile e necessario.
Mi rendo conto che non è affatto semplice...e come ho già detto non sarà nemmeno indolore, ma è indispensabile :-/
Un abbraccio
Namastè
...ma è l'unico pianeta che abbiamo o invertiamo la rotta o per i nostri nipoti non ci sarà alcun pianeta!!! E' necessario cambiare stile di vita.
RispondiEliminaCirano, sono assolutamente d'accordo...si deve cambiare registro, senza se e senza ma...
RispondiElimina...oppure senza pianeta!!!
Un abbraccio :-)
Namastè
Gaia ce la mette tutta, sta a noi saperle rendere la fiducia che ci offre.
RispondiEliminaDopo questo mio pensiero in cui dico il tutto e il niente, ho la vaga impressione, che in generale questo tema non è molto sentito, ossia l'attenzione va verso le cose che danno soddisfazione subito e non su quelle a tempi lunghi.
Uhm.. mi sono un po' ingarbugliata, ma spero che passi il concetto :)
felice WE^^
Ciao chaillrun, il concetto è chiaro, aggiungerei anche che gli esseri umani hanno la tendenza a non "vedere" ciò che non è immediatamente meteriale e fruibile.
RispondiEliminaSenz'altro in questo, spinti anche da un sistema che indulge nel cercare di convincerli che tutto vada bene e che la cosa importante sia consumare il consumabile.
Concetto passato quindi, e condiviso :-)
Felice WE anche a te -_-
Ma quanti li capiscono questi concetti? Comunque, e' l'uso che se fa, non il progresso, a dover essere saggiamente gestito!
RispondiEliminaHai ragione Adriano, dobbiamo intenderci su che cosa sia il progresso e da che parte vada.
RispondiEliminaNon ritengo progresso un'avanzata, anche tecnologica che non tenga conto del nostro rapporto con madre terra, non ritengo progresso l'inquinamento, la deforestazione, non lo giustifico, nemmeno con la comoda scusa del lavoro. Progresso ci deve avvicinare alla terra, progresso è armonico, compatibile e non offensivo. Progresso rende alla terra quel che prende, perchè le risorse non abbiano fine, progresso e finisco, tiene conto dei propri figli e non gli lascia in eredità ritiuti e scorie nucleari...
...so di essere logorroica, ma è un argomento che mi sta particolarmente a cuore ;-)))
Un abbraccione
Namastè
io credo in un futuro che posso costruirmi da me, credo nell'evoluzione dello spirito il resto ce lo siamo inventati noi
RispondiEliminaun abbraccio grande
Quanti capiscono questi concetti? non molti effettivamente e tra questi pochi hanno oggi il coraggio e l'opportunità di provarci davvero a cambiare...purtroppo sono discorsi che si facevano anche 30 anni fa...io il cambio l'ho effettuato allora e non me ne sono mai pentito...ma il problema secondo me non è solo tornare alla terra, ma farlo in modo organizzato e collettivo...e il fatto che i potenti probabilmente sono più preparati di noi al cambio e hanno progetti ben definiti e mezzi per attuarli...non sono molto convinto che un semplice ritorno alla terra, pur necessario,sia sufficiente a togliere loro il potere e fermare i loro piani. Non abbiamo più molto tempo da perdere e probabilmente dovremo pensare anche a come organizzare reti di sopravvivenza,per affrontare le probabili catastrofi che ci aspettano...
RispondiEliminaCiao Lo! Condivido la tua fede...solo il ritorno alla terra e l'autoproduzione potrà, forse, salvarci...
RispondiEliminaUn forte abbraccio a te ^__^
Namastè
E' vero Anonimo, non basta, ma è senza alcun dubbio indispensabile, com'è vero che il potere sia molto più pronto di noi e stia da tempo indirizzando il cambiamento. L'acquisizione collettiva spero deriverà dall'allargarsi olistico della "presa di coscienza", ma il tempo è, come dici, davvero poco.
RispondiEliminaPerò, attenzione, perché Gaia potrebbe spiazzarci tutti e cogliere impreparati anche progettisti di futuro. Noi non ci rendiamo conto, spesso, con che cosa stiamo giocando, non credo molto alle reti di sopravvivenza, molto di più al Karma ed alla forza di Madre Terra.
Resto convinta che succeda quel che deve noi siamo e restiamo eterni.
Un abbraccio
Namastè
SI!! TORNIAMO ALLA TERRA
RispondiEliminaIl livello di ignoranza, caso unico nella storia del mondo, raggiunto dagli individui delle moderne società occidentali, è il prodotto dell'incapacità e impossibilità di vedere e sapere decifrare tutta quell'infinita gamma di colori, tonalità e sfumature che si frappongono fra il rosso e il nero.
Quando l'intelligenza artificiale e la capacità funzionale e logica della macchine, risulterà essere superiore, più affidabile e produttiva di ogni intervento umano, che sia fisico o cognitivo, sarà arrivato, per l'uomo, il tempo della riconversione. Oggi, giugno 2011, è giunto il tempo di fare "ritorno a casa" - accendere il camino e all'indomani, con il primo sorgere del sole, cominciare a zappare. Diversamente sarà schiavitù!
@ Gianni Tirelli: Benvenuto! Grazie per questo commento e complimenti per il magnifico articolo!
RispondiEliminaNon aggiungo altro al tuo commento, che mi fa moltissimo piacere, perchè lo credo esaustivo e completo.Sono molto d'accordo, le scelte sono ai minimi, ormai solo il rinnovato rapporto con la terra può salvare l'umanità!
SÌ TORNIAMO ALLA TERRA!!!
Grazie ancora un saluto e un abbraccio :-)
Namastè