di Jole Capozzi
“ Gli italiani non sono bianchi”. In una scala di colori e tonalità che vanno dal nero africano al bianco purissimo della razza ariana gli italiani si collocano nel mezzo. Non è una mia teoria inventata per sentirmi più africana, è la convinzione di numerosi studiosi di inizio novecento come Giuseppe Sergi, Luigi Pigorini e Cesare Lombroso. Gli americani la chiamavano “goccia negra”. Quel piccolo e temibilissimo legame con popolazioni africane che si temeva ci avessero colonizzato in tempi antichissimi. Non era la follia di pochi sostenitori, era la nostra reputazione. Era ciò che di noi vedevano quando eravamo noi gli immigrati, quando eravamo noi gli indesiderati, quando eravamo noi ad arrivare, sudici e maleodoranti , in paesi che tentavano di tutto per rispedirci a casa. Dunque non solo accoltellatori, sporchi, ignoranti, sprezzanti delle regole dei paesi ospiti. Anche negri. Noi? Ma siamo i discendenti degli antichi Romani…il popolo che ha fatto la storia. Beh forse anche loro avevano quella magica goccia che li ha resi grandi.
Nessuno sa con sicurezza se questa teoria ha effettivamente delle basi scientifiche certe e dimostrabili, ciò che è sicuro è che noi, gli italiani di alcuni decenni fa, neri o bianchi che siamo, abbiamo subito il disprezzo e le ingiustizie che oggi molti di noi riservano ai nuovi arrivati, ai viaggiatori disperati o ambiziosi che una volta eravamo noi. Nel 1922 un giovane ragazzo di colore, Jim Rollins veniva arrestato in Alabama con l’accusa di “miscegenation”, mescolanza di razze, aveva avuto rapporti con una donna bianca, all’epoca era un reato molto grave. Il giovane viene assolto semplicemente dimostrando che la donna non era bianca, era solo italiana. Paradosso. Se solo avessimo più voglia di conoscere il nostro passato, quello invidiabile e quello più vergognoso. Molte più cose verrebbero fatte con rispetto e buon senso. Se sapessimo davvero cosa siamo stati in America, in Australia, in Svizzera o in Brasile non avremmo tanta voglia di giudicare con superficialità e leggerezza ciò che accade oggi, chiunque riconosca un’ingiustizia subita non riuscirebbe a riproporla ad altri, o forse siamo bravi anche in questo. A dimenticare. A mettere muri di differenze e pregiudizi tra noi e gli altri. Noi. Loro. Chi ha stabilito i confini? Chi il merito e le colpe? Chi si prende la responsabilità di riprodurre all’infinito le ingiustizie della storia? Non cresceremo mai, a volte la razza umana sembra la più stupida. Ci rincorriamo per distruggerci, per insultarci, per umiliarci. Persi in milioni di circoli viziosi, non ricordiamo più il senso di certe azioni, ma si fanno. È così. Gli italiani danno sempre molto, nel bene e nel male, oggi non riesco a ricordare la cultura, la magia, l’arte che siamo stati. Vedo ovunque scempi, un paese abbandonato a se stesso. Disilluso. Annoiato. Sento qualcuno alla tv, non ascolto più. Vedo donne alla tv, mi vergogno per loro. Qualcuno sta gridando le solite frasi piene di demagogia, non abbocco più. C’è qualcuno che si sta occupando dei propri affari, nel mio paese, la mia Italia. L’Italia, un grande centro commerciale, quante vetrine, quanta avanguardia. Ci invidiano. Noi però siamo fuori, siamo i mendicanti all’uscita. Cerchiamo un senso, elemosiniamo giustizia sociale.
da: http://amulproblem.wordpress.com/2011/08/02/la-goccia-negra/
da: http://amulproblem.wordpress.com/2011/08/02/la-goccia-negra/
A me va bene tutto, ma quando copi da african Voices http://www.africanvoices.it/la-goccia-negra/ addirittura foto e i vari link, fammi il favoire di indicarlo, non fosse altro che per rispetto del lavoro altrui. Grazie
RispondiElimina@African voices
RispondiEliminaFaccio presente che l'articolo è stato prelevato dalla fonte originale "Diario di un’italiana d’Africa" con il benestare dell'autrice Jole Capozzi.
Dal vostro sito è stata prelevata solo l'immagine che ho provveduto a sostituire.
In ogni caso tutti gli articoli presenti su questo blog, se non sono scritti dalla sottoscritta sono sempre corredati dai link sia della fonte originale che del link attivo diretto all'articolo, proprio per grande rispetto che ho del lavoro altrui.
Faccio inoltre presente che tutti gli articoli di “Diario di un'italiana d'africa", vengono “normalmente” e “primariamente” pubblicati su una pagina di Facebook gestita da mio marito, insieme ad altri, alla quale l'autrice è iscritta da tempo ed in predicato di divenirne amministratrice.
Tale pagina “IO CI METTO LA FACCIA E TU ? CENTOMILA FACCE DA ANTIRAZZISTA!!!” ...http://www.facebook.com/#!/pages/IO-CI-METTO-LA-FACCIA-E-TU-CENTOMILA-FACCE-DA-ANTIRAZZISTA/304094639515...
Jole Capozzi non ha mai avuto nulla in contrario alla condivisione...anzi...!
Tanto vi dovevo.
Namastè
Me l'ero perso, grazie.
RispondiEliminaPeccato per l'anonimo che non si è rifatto vivo.
Manca solo qualcuno che chieda il "copyright" per aver ridisegnato il sole.
@Zdenek, la Jole è una persona dalla grande sensibilità, se non l'hai già fatto, ti invito a leggere i suoi scritti sul suo blog.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'anonimo, peccato davvero! Mi avrebbe trovata bella carica e con gli artigli ben affilati...grrrrrrrr ;-))))
Una serata buona buona a te ^^
Namastè