da: "Pensiero positivo" di Antony De Mello.
In questo nostro mondo siamo un po’ tutti dei folli, cioè agiamo senza troppo buon senso, specialmente a livello spirituale.
Ci è stato insegnato a considerare noi stessi come dei contenitori vuoti, che hanno bisogno di essere gradatamente riempiti. A questo pensano la religione, l’educazione e i tanti condizionamenti che riceviamo in continuazione dalla società e, in generale, dall’ambiente che ci circonda. «Non far questo perché è peccato». «Non dire quello perché non sta bene». «Non fare quell’altro perché è sconveniente».
Quante proibizioni riceviamo fin dall’infanzia! E quante ingiunzioni a fare invece tante altre cose, soltanto perché la morale comune, la moda, l’etichetta, gli usi e costumi richiedono quel determinato comportamento. Siamo come ingabbiati, imprigionati in una rete di “fare” e “non fare”, “dire” e “non dire”, perfino “pensare” e “non pensare”.
Questa rete è stata costruita da altri esseri umani che si sono arrogati il diritto di decidere, stabilire certe norme e sono stati poi così in gamba da farsi ubbidire un po’ da tutti. Così sono nate le consuetudini di vita comune, sia a livello fisico che psicologico e perfino spirituale. Siamo in prigione e ci siamo ormai abituati così bene al nostro stato di prigionieri che non pensiamo neppure alla possibilità di essere liberi padroni di noi stessi e delle nostre scelte.
Se capita ogni tanto che qualcuno si rende conto della pania in cui si trova avviluppato, comincia a smaniare per liberarsene. E allora soffre per tutte le costrizioni cui deve sottostare e disperatamente cerca la forza di spezzare le sbarre della gabbia. Non si rende conto che essa è inesistente, è cioè una creazione psicologica e intellettuale che esiste solo in quanto la nostra accettazione le dà vita.
Nel momento in cui dico: «Non ci credo più», essa si dissolve istantaneamente.
Cerco in mille modi di liberarmi, di aprire la porta e non mi accorgo che è già aperta. Se riesco a convincermi che tutto ciò che devo fare è provare a girare la maniglia, vedrò che non è mai stata chiusa.
Basta che io dica con convinzione “no”, oppure “sì”, “voglio”, “posso”, e la mia potenzialità di spirito libero e creatore si innalzerà al di sopra della gabbia delle convenzioni e dei condizionamenti, li attraverserà come se fosse nebbia che si dissolve al sole della conoscenza, della consapevolezza, della verità.
Rendiamoci finalmente conto che la porta è aperta. Proviamo a bussare, o a tentare di girare la maniglia e vedremo che i battenti dell’autodeterminazione e dell’illuminazione si spalancheranno dinanzi alla nostra coscienza.
La dottrina, cioè l’istruzione e l’educazione di qualsiasi genere, non dovrebbe mai essere fine a se stessa. Se certe nozioni ci vengono fornite per condizionare la nostra mente, per formare un bagaglio culturale a cui attingere regolarmente, diventano uno schermo che ci separa dalla nostra effettiva capacità di apprendimento.
La dottrina non deve insegnarci che «questo è così e basta». Deve invece direi: «Questa è la base che ti serve per costruire la tua idea».
Se riusciamo a tagliare i legami che ci tengono strettamente avvinti alla religione e alle tradizioni, cominceremo a distinguere quanto di buono si trova in esse. Potremo scegliere quello che va bene per noi, ciò che troviamo adatto a essere adoperato per l’edificazione del nostro personale sistema di vita, che non può essere uguale a nessun altro.
I principi sono gli stessi, siamo d’accordo. Ogni religione e gran parte dei sistemi filosofici, politici e sociali espongono idee di grande valore. Ed è bene farne tesoro. Quando però si arrogano il diritto di dirigere la mia vita punto per punto, dicendomi quello che posso o non posso fare, definendo la punizione, sia fisica che spirituale, che mi aspetta se non òttempero ciecamente alle istruzioni, mi permetto di dissentire energicamente.
Nel nostro mondo la gente a tutti i livelli, e specialmente quelli che hanno in mano le redini del comando, diffidano di chi è capace e desideroso di ragionare con la propria testa, perché lo vedono come una minaccia alla loro autorità.
Le pecore non pensano a sovvertire la gerarchia del gregge. Quando gli arieti si sono messi d’accordo a suon qualcosa simile a un involucro. Viviamo nel nostro bozzolo, incapaci di vedere al di là dei nostri preconcetti.
Tali preconcetti non sono innati. La nostra mente, fin dalla nascita, subisce uno stillicidio continuo di informazioni che hanno lo scopo di “educarla”, cioè renderla conforme alla vita della comunità. Queste informazioni, che ci vengono trasmesse dalle fonti più svariate, ma tutte ugualmente potenti, come la scuola, la famiglia, l’ambiente sociale, la religione, creano un vero e proprio schermo intorno al nostro cervello.
Ci troviamo così condizionati, cioè programmati a da re determinate risposte a determinati stimoli. Se temo una certa cosa, la mia risposta, cioè la mia reazione, sarà direttamente dettata dal condizionamento ricevuto.
Potrò perciò comportarmi da vile, da temerario, da aggressivo, da indifferente e così via. Le reazioni sono infinite, dato un determinato stimolo, perché infiniti, o quasi, sono i programmi che possono essere stati inseriti nella nostra mente fin dalla più tenera età. Anche l’esempio ricevuto da altri, una semplice immagine, una parola udita per caso, hanno contribuito ad arricchire il nostro “computer” mentale. Adesso però siamo adulti. Siamo quindi capaci di vedere se il “programma” che dirige la nostra vita non è più rispondente alle nostre esigenze. Se decidiamo che, in effetti, non lo è, non siamo obbligati a tenercelo per sempre. Ogni condizionamento può essere eliminato e sostituito con un altro di nostra scelta.
È esattamente lo stesso procedimento che usiamo con il computer in ufficio, o la lavatrice per la quale selezioniamo un diverso programma a seconda dei capi che dobbiamo lavare. Se si lascia tale programma immutato, resterà così per sempre. Se decidiamo che non ci serve più, o non ci piace più, o abbiamo un’idea migliore, possiamo imparare come cancellarlo e riprogrammare il tutto secondo le nostre attuali esigenze.
[Tratto da “Il Pensiero Positivo” – di Anthony De Mello]
Ciao Rosa, bellissimo articolo che condivido sul blog! Va bene un po' di follia, ma solo fuori dalla loro gabbia! Un abbraccio buona giornata
RispondiEliminaAnche io in casa ho un libro di De Mello che mi è servito molto in un periodo particolare della mia vita e che ancora oggi ogni tanto rileggo con piacere.
RispondiEliminaAnthony De Mello è un gesuita.
RispondiEliminaTeniamo bene a mente che i gesuiti non sono MAI stati grandi dispensatori di consigli per l'Umanità.
La loro "Sapienza Occulta" se la conservano gelosamente nei loro sacrari.
Non lasciamo che siano gli altri a dirci chi siamo e come dovremmo comportarci.
Ciao Krommino, sì, ache a me è piaciuto molto.
RispondiEliminaDa' l'idea di come "la gabbia" in cui spesso ci sentiamo confinati e chiusi, non è indistruttibile e che moltissimo dipende da noi e dalle nostre scelte.
Un abbraccio ^__^
Namastè
Ciao Chiara, che piacere leggerti qui!
RispondiEliminaMi piace il modo in cui scrive, pulito e semplice.
Si ha una sensazione di apertura persino insolita, considerando che De Mello è un gesuita...lo trovo molto coraggioso.
Un abbraccio cara ^^
Namastè
@Anonimo
RispondiEliminaSì, De Mello è un gesuita ed essi sono fra i primissimi costruttori di magnifiche gabbie, non vi è dubbio! Così come nel fatto che egli sia raffinatissimo ed anche un po' astuto, nel fare girare il pensiero.
Però io non giudico ed affronto le cose, sopprattutto per gli effetti che sortiscono. Se Uno scritto fa stare bene, se delle parole risollevano lo spirito e consentono di vivere e di compiere un altro passo, beh per me può essere sufficiente.
Concordo che non ci si debba fare dire da altri come comportarci, ma ho imparato che la verità, spesso va accettata da qualunque direzione si presenti e, sovente, si presenta anche da dove non ti aspetti.
Questo scritto è onesto a mio parere e coraggioso, proprio perchè un gesuita mette in campo la sua "sapienza occulta"...che può essere "usata" in termini positivi...e non necessariamente per il "controllo".
Un abbraccio ^^
Namastè
Hai postato un articolo stupendo, che fa riflettere sulla nostra vita e il modo di pensare.
RispondiEliminaAd esempio, alcuni anni fa ho iniziato da sola a fare "ricerche" sul buddhismo e l'ho trovato migliore del cattolicesimo che mi avevano inculcato da bambina. Ho deciso io in chi e cosa credere, ora mi sento libera.
Ciao, cara, buona giornata.
Namastè
Si esce dalla gabbia quando si è se stessi... si può essere cristiani anche se non si seguono pedissequamente i dettami della religione cattolica... Quanti sono dei buoni cristiani e non lo sanno, anzi arrivano a definirsi "atei". E' la coscienza, libera da sovrastrutture, che li guida... fuori dalla gabbia, senza che il loro gesto appaia come un atto di ribellione.
RispondiEliminaUn caro saluto,
Mary
Ciao Giglio, cercare una delle mille e mille strade che portano allo stesso luogo è giusto, ognuno ha la propria ed ognuno la può e la deve trovare.
RispondiEliminaL'importante è non pensare mai che Dio sia così piccolo da avere un unica strada che lo raggiunge :-))
Felice giorno a te ^__^
Namastè
Ciao Mary, hai ragione, non sono importanti le definizioni e nemmeno le appartenenze...non esistono strade migliori di altre ma solo possibilità infinite...a ciascuno scegliere.
RispondiEliminaE' vero, quanti sono "diversamente" credenti e si definiscono atei, solo perchè non corrispondendi ad una delle "gabbie" più famose ed in voga.
C'è molta confusione sulla definizione di spiritualtà e moltissima faciloneria.
Non c'è ribellione ma coscienza :-))
Un abbraccione cara ^.^
Namastè
e' molto interessante il pensiero di De Mello,proprio quest'estate in vacanza mi sono letto "Messaggio per un'aquila che si crede un pollo" mi ha dato un piccolo aiuto a vedere in modo piu' aperto il mondo in un momento in cui mi sono lasciato prendere dalla depressione,non che ne sia uscito pero' mi ha fatto capire quanto mi sono lasciato condizionare da chi mi stava intorno e quanto abbia bisogno di risvegliarmi e riprendermi in mano la mia vita
RispondiEliminaun saluto
darksoul
Ciao darksoul, benvenuto! :-))
RispondiEliminaUn punto di vista differente può aiutarci a trovare la forza di uscire anche dalle prove difficili... a trovare la reazione necessaria a cominciare la risalita.
Ti auguro di riprendere davvero in mano la tua vita e se il pensiero positivo può aiutarti usalo e fanne il tuo appiglio per camminare ancora.
Tutti abbiamo bisogno, in un modo o nell'altro, di risvegliarci, sei in buona compagnia.
Uscire dalle "gabbie" è il primo passo, forse il più importante, ma fatto questo il cammino è appena cominciato.
Un saluto e un abbraccio ^_^
Namastè
Semplice pregnante e chiara la frase "Questa è la base che ti serve per costruire la tua idea". Dire "avere senso critico", specie di questi tempi, é quasi ermetismo.
RispondiElimina@Adriano
RispondiEliminaVero purtroppo, oggi il "senso critico" è un linguaggio per iniziati. Si preferisce il Mainstream e l'accodarsi affollato del branco di pecore. Non dovrebbe però essere così. A tutti deve essere data la possibilità di accorgersi della gabbia e del fatto che sia aperta. Non foss'altro che per amore dobbiamo continuare a dirlo.
Un abbraccio ^^
Namastè
Ciao Rosa e grazie per le belle parole
RispondiEliminache mi hai regalato,si capisce che sei una persona piacevole e sensibile
"Ciao darksoul, benvenuto! :-))
Un punto di vista differente può aiutarci a trovare la forza di uscire anche dalle prove difficili... a trovare la reazione necessaria a cominciare la risalita.
Ti auguro di riprendere davvero in mano la tua vita e se il pensiero positivo può aiutarti usalo e fanne il tuo appiglio per camminare ancora. "
purtroppo riprendere in mano la propria vita e' meno semplice di quanto potrebbe apparire,in effetti penso che il primo ostacolo siamo noi stessi con tutti i problemi(a volte inesistenti,a volte amplificati)che ci creiamo costruendo muri verso chi ci potrebbe aiutare.
Io sto perdendo le forze e i muri che ho innalzato nella mia vita sono troppo spessi ormai per riuscire a farli cadere;so che in un blog dedicato alla positivita' queste parole sono come nera vernice su un vestito bianco e mi scuso se qualcuno leggendo ne rimarra' urtato.
Leggere De Mello mi ha aiutato per vedere diversamente le cose che hanno negativamente fatto si che mi trovassi in questa situazione,ma uscirne e' un'altra cosa....
dio solo sa quanto vorrei cancellare questa continua sensazione di non valere niente,di non essere speciale almeno per una persona.
E' proprio vero che quando non si ha stima di se stessi e' come uno specchio che si riflette su quello che gli altri vedono di noi.
Non so come uscirne,ho bisogno di aiuto,ma la voce non esce....
Darksoul
Ciao Darksoul...Tu sei speciale, unico, irripetibile. Tu sei su questo pianeta perchè hai una missione da compiere, vivere la tua vita. Non farlo, quindi, non mollare, non chiudere gli occhi e l'anima a quello che ti accade intorno e lascia che le mani tese per aiutarti ti raggiungano, ti tocchino, dandoti la sensazione di esistere.
RispondiEliminaTra l'altro non hai nulla di cui scusarti, esprimi il tuo sentire e ti ringrazio di farlo proprio qui.
Significa che lo scopo di essere un luogo diverso "empaticamente carico" è stato raggiunto, almeno nelle intenzioni.
C'è dolore e tristezza nelle tue parole, non lasciare che prendano possesso di te, perchè tu sei altro dalla tua tristezza e dal tuo dolore sei con loro e non sei "loro".
Tu sei speciale perchè splendi della medesima luce di cui splende l'eterno principio, tu sei parte di Lui, scintilla di luce abbacinante, come non potresti allora essere "meraviglioso"?
Mi aspetto che tu torni a trovarmi...
Un sorriso e un abbraccio che superi i confini dell'informatica per raggiungerti e tenerti stretto..."non mollare siamo qui e siamo con te" ^__^
Namastè