Nicola Sessa
Angela Merkel rimane l'ultima paladina di Germania, chiave di volta del progetto Europa, a difesa della moneta e della politica unica europea
Le dimissioni di Jurgen Stark dalla Banca Centrale Europea (Bce) possono avere certamente diverse letture. Cominciamo col dire che nessuno crede alle motivazioni personali avanzate da Stark nel documento inviato al presidente Jean-Claude Trichet: l'influente membro tedesco, che di fatto ha ricoperto il ruolo di capo economico, è noto per la sua intransigenza sul controllo del prezzi - scuola Bundesbank - e per la sua strenua resistenza all'acquisto di titoli italiani, spagnoli e greci. Stark, assistenzialista non lo è mai stato.
Il suo addio, con tre anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale, ha dato un affondo alle borse e soprattutto ha tramortito l'euro che è tornato in un sol colpo ai livelli registrati a febbraio nei confronti del dollaro. Gli investitori leggono l'addio di Stark come una grave spaccatura all'interno della Bce: obbligatorio dunque diffidare dei mercati europei e della stabilità della moneta unica.
Il dibattito irrisolto nelle stanze di Francoforte è il sintomo di una scarsa capacità di affrontare e di risolvere collegialmente i problemi. Inoltre, l'uscita di scena di Stark potrebbe dare il colpo definitivo ai già pallidi entusiasmi tedeschi rispetto al progetto euro.
Il cancelliere Angela Merkel auspica una reazione "più dura a livello europeo contro politiche che contraddicono gli impegni presi", dal momento che "basta l'errore di uno solo per mettere in pericolo tutti".
La settimana scorsa la Corte costituzionale ha dato ragione al governo di Berlino respingendo tre diversi ricorsi di membri del Bundestag che miravano a far deragliare i tentativi di Merkel di far approvare l'ultimo piano di salvataggio dell'euro, ma allo stesso tempo ha affermato che in futuro il governo non può evitare il passaggio alla commissione bilancio del parlamento.
La settimana scorsa la Corte costituzionale ha dato ragione al governo di Berlino respingendo tre diversi ricorsi di membri del Bundestag che miravano a far deragliare i tentativi di Merkel di far approvare l'ultimo piano di salvataggio dell'euro, ma allo stesso tempo ha affermato che in futuro il governo non può evitare il passaggio alla commissione bilancio del parlamento.
Il Bundestag voterà a fine settembre: è una prova fondamentale per il governo tedesco che sulla questione può contare su una maggioranza esigua di diciannove parlamentari. È sempre più radicata la volontà dei tedeschi di non voler pagare i debiti altrui. L'abbandono di Stark è solo l'ultima espressione di tale dissenso: a febbraio il presidente della Bundesbank Axel Weber, successore predestinato di Trichet alla guida della Bce, aveva lasciato il suo posto in qualità di delegato all'istituto di Francoforte proprio perché riteneva che l'acquisto di bond da parte della Banca centrale europea avrebbe significato un'intrusione troppo ingombrante nelle politiche economiche dei paesi membri. Jens Weidmann, che è succeduto a Weber, ha votato contro l'acquisto di titoli italiani e spagnoli e anche il presidente della repubblica tedesca Christian Wulff ha espresso i suoi dubbi sull'operazione tanto sotto il profilo della legalità, quanto quello politico.
I tedeschi stanno vagliando con grande attenzione ogni passo da compiere e faranno pesare il loro ruolo di "paese guida" all'interno dell'Europa. È passato troppo poco tempo da quando, poco più di dieci anni fa, prima di accettare la moneta unica e rinunciare al solidissimo marco, la Germania pose la regola fondamentale "vietato finanziare gli stati", poiché temeva di dover pagare il debito di altri stati. Lo hanno fatto e continuano a farlo per la Riunificazione tedesca; non lo faranno (più) per l'Italia, la Grecia e la Spagna.
I tedeschi stanno vagliando con grande attenzione ogni passo da compiere e faranno pesare il loro ruolo di "paese guida" all'interno dell'Europa. È passato troppo poco tempo da quando, poco più di dieci anni fa, prima di accettare la moneta unica e rinunciare al solidissimo marco, la Germania pose la regola fondamentale "vietato finanziare gli stati", poiché temeva di dover pagare il debito di altri stati. Lo hanno fatto e continuano a farlo per la Riunificazione tedesca; non lo faranno (più) per l'Italia, la Grecia e la Spagna.
# temeva di dover pagare il debito di altri stati. Lo hanno fatto e continuano a farlo per la Riunificazione tedesca; non lo faranno (più) per l'Italia, la Grecia e la Spagna.
RispondiEliminaumano e comprensibile l'atteggiamento dei tedeschi ma sicuramente miope: quando si è sulla stessa barca (Europa) sarebbe particolarmente ingenuo pensare che se questa affonda qualcuno si possa salvare dal naufragio aggrappandosi ad una ciambella
in un mondo globalizzato (ed è inutile far finta che non lo sia) se si vuol evitare l'irrilevanza politico-economica bisogna crescere non dividersi
la Germania farebbe lo stesso imperdonabile errore che da noi sostiene la Lega che vorrebbe spezzare l'unità di una Nazione, sia pure traballante, per arroccarsi in un fortilizio virtuale come la Padania, nella convinzione fallace che amputando la parte malata (il famigerato Sud, incubo dei sogni esaltati di Bossi) ci si possa salvare dal disastro annunciato da troppe Cassandre
c'è da augurare alla Merkel buona fortuna!
@oude
RispondiEliminaL'Europa così com'è non la si può certo definire "dei popoli", ma semmai unicamente delle banche...e diciamocelo, solo quegli interessi rappresenta.
L'invenzione dell'Euro, moneta a debito, di proprietà della BCE (banca privata) ha indebitato tutti, sino a prostrarli. Il gioco dei finanzieri, gli stessi banchieri che poi gestiscono i prestiti agli stati hanno schiantato la Grecia e stanno facendo lo stesso con Italia e Spagna. Di questa Europa possiamo sinceramente fare a meno. Non è una posizione "leghista", non sono per il controllo e la militarizzazione delle frontiere e non vedo un mondo cupo e razzialmente puro. Non sono islamofobica ma questa Europa ha creato solo problemi...senza contare l'usurpazione antidemocratica perpetuata con il trattato di Lisbona.
Molti dicono...a parole "senza Europa staremmo peggio"...io non sono affatto convinta che l'Europa dei banchieri sia utile ai Popoli. Islanda docet!
Nello specifico la Germania è paese egoista? Non è una una novità! Non ama l'Italia e gli italiani, se non in periodo feriale ed anche questa non è una novità.
In Europa esistono fortissme tendenze alla chiusura...forse è colpa di un progetto unicamente finanziario che non ha mai e continua a non tenere conto dei popoli?
Buona giornata ^_^
Namastè
io credo che si debba ripensare all'economia globale del mondo... cosa che non faranno mai.
RispondiEliminaun saluto
E' tutta fuffa, Islanda, aiutaci tu :)
RispondiEliminaSentivo che le spese della riunificazione tedesca sono state permesse dal fatto che l'Italia, con altre nazioni europee, è forte importatore di beni tedeschi.
RispondiEliminaAltrimenti col cavolo che Bonn e Berlino si davano la mano.
E' un collegamento un po' contorto, lo ammetto, che potrebbe avere senso solo se l'Europa fosse unione politica.
Così è solo un 'ma che canaglie!"
(questo non rigurda il moral hazard che il nibelungo transfuga dalla BCE prospetta come pericolo dell'acquisto di debito italiano. Con questo sono assolutamente d'accordo).
Infatti Ernest, ad un problema globale la risposta dovrebbe essere globale.
RispondiEliminaEd invece l'antico metodo del "divide et impera" ormai si va, via via, riaffermando.
Azioni globali per affermare il controllo, ma locali per difendere il privilegio. Dobbiamo comprendere che il capitalismo mondiale sta modificando il modello della società, rendendo il controllo e la manipolazione molto più presenti e determinanti.
Loro la stanno rivedendo l'economia globale, peccato che lo facciano senza alcun itervento da parte nostra e solo per i loro interessi.
Un abbraccio Ernest ^^
Namastè
Esatto Paolo, "fuffa".
RispondiEliminaL'Islanda ci dimostra che di questa Europa potremmo non avere bisogno, non a queste condizioni quanto meno.
Ma se l'eventuale cambiamento non corrispondesse ad un aumento di coscienza, poveri noi, a cosa servirebbe, per esempio, una maggiore indipendenza senza sovranità monetaria?
Un abbraccio carissimo ^^
Namastè
@LAV
RispondiEliminaInfatti, il mercato comune è stato un ottimo pretesto per imporre le proprie esportazioni, in modo direttamente proporzionale all'influenza ed al peso economico che si copriva, per la nostra agricoltura. L'Europa è stato più un problema che un guadagno.
Noi abbiamo assorbito, più o meno forzatamente una gran parte di prodotto tedesco...allora l'Italia andava bene.
E' vero, però non serve a molto recriminare. L'unione è solo un pretesto bancario e finanziario, non è e non è mai stata unione politica di popoli.
Quindi ogni commento è, alla fine, abbastanza superfluo.
Buon pomeriggio ^_*
Namastè
Mi sa che é sempre stata l'Europa dei capitali con l'introduzione dell'euro come unica cosa fondamentale giusta. Per il resto la trovo anche tanto razzista: l'ultima perla l'ho scovata questa sera su RaiNews mentre cenavo in ritardo, a proposito dei "deterrenti", compresi campi minati, creati in Grecia alla frontiera con la Turchia contro i migranti.
RispondiEliminaCiao Adriano, verrà probabilmente costruito anche un muro...tanto per non farci mancare nulla.
RispondiEliminaHai ragione l'Europa delle banche produce mostri.
Ed anche sull'Euro parliamone...moneta ad assoluto debito, prodotta e detenuta da una banca privata che la vende e la presta agli stati! Poi ci lamentiamo per il debito?
Si favoleggia che l'Euro ci abbia ripetutamente salvati, peccato però che a raccontarcela siano gli stessi banchieri che lo stampano.
Abbraccione ^^
Namastè