domenica 16 ottobre 2011

Indignados, un fallimento tutto italiano

Nicola Sessa

Una meravigliosa occasione perduta

I cosiddetti Indignados italiani hanno fallito. O, forse, noi italiani non abbiamo compreso a fondo il significato dell'indignazione.
Si dirà che c'erano molti pacifici che credevano di marciare pacificamente; si dirà che una frangia violenta ben organizzata, magari con il supporto di elementi stranieri, ha rovinato una manifestazione bellissima. I black bloc sono diventati un alibi troppo scontato in un modo di manifestare diventato anacronistico, ancorato a schemi che hanno almeno 50 anni di vita, modelli che il potere politico finanziario è ben preparato a fronteggiare. È impossibile evitare la violenza dei ragazzi vestiti di nero? Sicuramente è possibile tenerli fuori dalla festa.
È proprio in questo che gli organizzatori della manifestazione italiana (unica in Europa ad aver preso questa piega vergognosa) hanno fallito.
Quello degli Indignados è un movimento nuovo, fresco, creativo, improvvisatore.
A Roma il tutto è stato pianificato come una qualsiasi manifestazione sindacale con il classico raduno in Piazza della Repubblica e fine corsa a Piazza San Giovanni. Nulla di nuovo. Come nuove non erano le presenze alla manifestazione: bandiere di Sinistra e Libertà, dei Cobas, del Partito comunista dei lavoratori, dei No Tav non avrebbero dovuto esserci. Tanto meno il gruppo del "no tessera del tifoso". Sì, c'erano anche loro.
Le manifestazioni di Spagna, Israele e soprattutto di Wall Street hanno insegnato che non ha senso marciare senza senso e che soprattutto i numeri non contano: sono più efficaci 300 persone che arrivano all'improvviso nel cuore finanziario di un Paese che non un milione di persone davanti a una basilica.
E ancora i cori: sempre "Silvio pedofilo", "Silvio vaffanculo". È tutto molto limitato e cieco. Gli Indignados si muovono contro un sistema asfissiante politico-finanziario, di cui fanno parte tutti, anche i sindacati. Il bersaglio non è un solo governo e gli Indignados, per definizione, non possono e non devono sopportare il cappello di alcun partito. Magari, un giorno scopriremo che un corteo silenzioso, sobrio, senza musica e alcol spaventerebbe maggiormente i vampiri che ci guardano dall'altro.
Non sono state portate idee, nessun programma, nessuna richiesta, nessuna pretesa. Gli Indignados italiani hanno perso una grande occasione e ne sono responsabili perché da domani non si parlerà del futuro delle nuove generazioni, della disperazione delle vecchie, ma di una manifestazione con centinaia di migliaia di persone rovinata da un gruppo di criminali vestiti di nero.  

http://it.peacereporter.net/articolo/31028/Indignados%2C+un+fallimento+tutto+italiano
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Leggi anche : Indignati e indegni di Angelo Miotto

10 commenti:

  1. Bisogno appoggiarsi a strutture collaudate e assumerne i metodi: può essere fastidioso, ma non vedo altra strada. Ciao cara.

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  2. Ciao Sara, mah ti dirò, io sono abbastanza d'accordo con l'articolo, non comprendo la necessità di coinvolgere il sindacato quando, anch'esso è in discussione...e la riuscita delle manifestazioni nel resto del mondo testimonia di un problema "tutto italiano".
    Non è da sottovalutare inoltre l'incidenza degli agenti provocatori più o meno travestiti da spontaneisti.
    Concordo invece sulla necessità di organizzazione e sulla dabbenaggine di chi, per contro, ha organizzato invece la manifestazione italiana, avrebbero dovuto aspettarsi che ci sarebbero state delle provocazioni...era ovvio e scontato... e così è stato purtroppo!
    Ciao Sara buona domenica, un bacione ;)
    Namastè

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  3. i limiti delle associazioni, dei gruppi più o meno spontanei del nostro paese, sono storici e mai superati purtroppo, ognuno rema per conto proprio e la Violenza del sistema, delle multinazionali, degli stati continua tutti i giorni.

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  4. Ciao Rosa,

    "Magari, un giorno scopriremo che un corteo silenzioso, sobrio, senza musica e alcol spaventerebbe maggiormente i vampiri che ci guardano dall'altro. Non sono state portate idee, nessun programma, nessuna richiesta, nessuna pretesa." Faccio mie queste frasi, così come concordo pienamente con il tuo commento. E credo anche che dobbiamo trovare altre strategie. Chiedere che i movimenti sviluppino 'servizi d'ordinei interni non mi sembra una gran soluzione - e comunque al giorno d'oggi nessuno lo farebbe - così come andare in piazza a manifestare estemporaneamente mi sembra ben poco utile. Bisogna trovare altre strategie.

    Bacio, cara, Namastè

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  5. Vero Cirano, anche questa frammentazione micidiale è dolorosamente reale, da sempre siamo messi così e da sempre siamo in concorrenza, la soluzione però non può essere appiattire le differenze e le premesse uniformandosi ad un basso profilo, come ci costringe a fare il bipolarismo attuale.
    Un abbraccio e buona domenica ;)
    Namastè

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  6. Ciao Minerva J. concordo! Altre strategie, ma anche chiarezza nelle premesse.
    Indispensabile scelta del campo della non violenza e del pacifismo senza se e senza ma...non esiste una violenza gustificabile come non esiste alcuna guerra giusta.
    Un bacione anche a te, buona domenica ;)
    Namastè

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  7. L'articolo parla di un modo vecchio di organizzare e concepire una manifestazione. Proviamo però a pensare che le "vecchie" manifestazioni avevano un servizio d'ordine di tutto rispetto, con gente disposta anche a fare a botte con i provocatori e gli infiltrati. Una manifestazione "spontanea", generata da persone pacifiche che non stanno sotto il cappello di un partito può avere un servizio d'ordine efficace? Ne dubito. Quello che i Black Bloc erano chiamati a fare era di scoraggiare a tempo indeterminato la voglia di manifestare da parte delle persone libere. Una persona pacifica ci penserà sù molto bene prima di trovarsi di nuovo in un inferno. E questo non ha niente a che vedere con la mancanza di idee, perchè le idee nel caos non possono venire espresse. L'articolo mi sembra un modo facile e poco collaborativo di screditare un movimento additandone la disorganizzazione ma confondendola con la mancanza di idee.
    Io per primo mi rendo conto che quello degli Indignados è un movimento nuovo, innovativo, anche trasversalmente creativo, e proprio per questo è preda degli attacchi fascisti, perchè il fascista non tollera nessun cambiamento, nessun tentativo di pensiero. Ma, essendo movimento spontaneo e non partito costituito, mi domando come possa impedire ai partecipanti di sventolare bandiere di partito e chi è poi che dovrebbe impedire ad un partecipante di sventolare il simbolo della propria appartenenza politica o sindacale? Forse dovrebbe impedirlo solo la propria intelligenza. Poi è anche vero che se i Black bloc non fossero fascisti non sarebbero mai intervenuti, inoltre, essendo, loro sì, molto organizzati, c'è da chiedersi chi e come li addestri e li coordini.
    Alla fine si parla solo di un centinaio di bastardi che hanno paralizzato decine di migliaia di persone, questo è il vero problema, ossia che i sani debbano sempre sottomettersi ai pazzi e violenti. Quindi la verità non è che la manifestazione era organizzata in maniera vecchia, è il nostro governo-paese che adopera vecchi e ben collaudati sistemi terroristici per impedire il germogliare di pensieri nuovi.
    Un abbraccio forte.

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  8. Eh! Putroppo Ruhevoll hai ragione, e non basta, secondo me, va unita anche una forma di indulgenza nei confronti di questo tipo di violenza che ha già creato moltissimi problemi ai movimenti negli anni.
    Quanto spesso i miglori progetti si sono infranti di fronte ad una violenza senza senso. Spontanea o provocata che fosse conta pochissimo.
    La premessa della "non violenza" deve essere chiara e non una una dichiarazione di principio, tutto sommato vaga. Bensì una condizione inalienabile che muova ogni nostro proponimento ad agire, talmente chiara da rendere impossibile qualsiasi innesco che diverrebbe, ovviamente e palesemente, pretestuoso.
    Oggi invece, (proprio adesso) la rete è piena di difensori dell'imbecillità violenta e demenziale di Roma. Come questo si attui, non è mio compito indicarlo e nemmeno vorrei cimentarmi, saranno i movimenti a deciderlo, quello che so è che senza questa premessa ogni manifestazione rischierà di diventare "strumento del sistema".
    Ricambio il forte abbraccio caro amico ;)
    Namastè

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  9. Io credo che abbiamo dato un altro significato all'indignazione noi italiani, cioè voglio dire che per noi questa manifestazione si portava dietro tutta una serie di altre peculiarità... Forse non c'azzeccavamo proprio niente con gli indignados!

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  10. Ciao Chiara, temo che le cose stiano proprio così, abbiamo inteso la cosa all'italiana...come spesso accade, del resto!
    Hai decisamente ragione... c'azzeccavamo davvero poco o nulla ;)
    Un abbraccio
    Namastè

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