Luca Galassi
Palestina all'Unesco: Netanyahu dà impulso alla costruzione di duemila insediamenti e congela 100 milioni di dollari di trasferimenti a Ramallah
All'indomani dell'adesione della Palestina all'Unesco, la rappresaglia israeliana non si è fatta attendere. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ordinato un'accelerazione nella costruzione di nuove abitazioni nel quartiere ebraico di Gerusalemme Est e negli insediamenti della Cisgiordania, bloccando contemporaneamente il trasferimento all'Autorità Palestinese delle tasse raccolte a ottobre. Duemila nuove case verranno edificate, 1650 delle quali a Gerusalemme e le altre a sud di Betlemme, il primo sito per il quale i palestinesi chiederanno all'agenzia Onu la 'definizione' di Patrimonio dell'umanità.
La leadership dell'Anp si accinge a chiedere la membership ad altre sedici agenzie internazionali, mentre per quanto riguarda l'Unesco Abu Mazen rivendicherà in futuro la tutela di località di importanza mondiale:
Oltre a Betlemme, altre aree di interesse per i palestinesi potrebbero essere la Tomba dei Patriarchi di Hebron, la Tomba di Rachele (alle porte di Betlemme) e la Tomba di Giuseppe alle porte di Nablus. Tutte località meta di pellegrinaggio anche di ebrei.
Oltre a Betlemme, altre aree di interesse per i palestinesi potrebbero essere la Tomba dei Patriarchi di Hebron, la Tomba di Rachele (alle porte di Betlemme) e la Tomba di Giuseppe alle porte di Nablus. Tutte località meta di pellegrinaggio anche di ebrei.
Il congelamento dei fondi è un "furto al popolo palestinese", ha dichiarato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen. I nuovi passi, che lastricano di ostacoli il difficile cammino del processo di pace Stato ebraico e Anp, sono stati comunicati dopo la riunione, ieri a Gerusalemme, del premier Benjamin Netanyahu con i sette ministri principali del suo governo, convocata per definire una linea di azione nei confronti sia dell'Unesco sia dell'Anp.
ll Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha difeso la sua decisione spiegando che lo sviluppo di Gerusalemme e delle sue periferie è "un diritto e un obbligo, non una punizione contro i palestinesi".
E' la seconda volta che Israele sospende l'erogazione di tasse e dazi doganali, raccolta per conto di Ramallah. I fondi, che includono dazi sulel merci importate nei Territori, ammonta a 100 milioni di dollari ogni mese, metà degli introiti dell'Autorità palestinese. Tel Aviv ha sospeso il gettito in primavera, a seguito di un accordo di riconciliazione tra Fatah e Hamas. I colloqui di pace tra israeliani e palestinesi si sono interrotti più di un anno fa, in seguito all'annuncio della costruzione di nuovi insediamenti, il cui congelamento è condizione essenziale per i palestinesi per la ripresa dei negoziati. Circa mezzo milione di ebrei vivono nei Territori occupati a seguito della guerra del 1967. Gli insediamenti ebraici sono stati dichiarati illegali dal diritto internazionale attraverso risoluzioni delle Nazioni Unite che Israele non ha mai considerato vincolanti.
In margine all'annuncio di Netanyahu, è intervenuta l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Catherine Ashton, che ha lanciato un appello al governo israeliano affinché faccia marcia indietro sulla decisione di accelerare la costruzione di nuove abitazioni nelle colonie di Gerusalemme est, come risposta all'accettazione della Palestina tra i membri Unesco.
Grazie per l'inoltro Rosa...sempre informata tramite il Tuo blog...sereno divenire Amica Cara..
RispondiEliminadandelìon
Felice e sereno giorno a Te Dandelìon cara ;)
RispondiEliminaE come ami dire Tu...un raggio di Sole Ti accarezzi!
Namastè
Finché poi nessuno dice nulla agli israeliani, loro faranno sempre come pare a loro.
RispondiEliminaIl potere vero, quello che nel Pianeta è in mano a due decine di persone, ha sempre interesse che le tensioni internazionali si prolunghino il più possibile nel tempo, un po' come gli avvocati nelle cause di separazione.
RispondiEliminaE tutti quelli che comandano (ma proprio tutti) si prostrano al volere del potere vero.
Penso che le cose vadano più o meno così, costi quel che costi.
Ma forse c'è dell'altro, e probabilmente questo "altro" è ancora più vergognoso.
Cara amica, ti sorrido
Namastè
Mah sai Paòlo, quand'anche dicessero loro qualche cosa, continuerebbero ad applicare l'unica forma di democrazia che sembrano coscere e l'unica filosofia che appare alla loro portata... quella della prevaricazione e delle armi.
RispondiEliminaUn abbraccio ;)
Namastè
Paolo, mi sono chiesta spesso se bastasse l'ìpotesi elitaria a spiegare l'eterno conflitto in terra di palestina, ma forse nemmeno questo è sufficiente e, come dici tu, c'è dell'altro di ancora più vergognoso.
RispondiEliminaE' terribile il destino che tocca ai popoli che vivono da sempre lì. Sottoposti a tremendi ricatti e tormentati da una guerra senza fine.
Ciao Paolo, un abbraccione ;)
Namastè
Come cambiano le cose nel tempo. Nel tempo recente. Era una priorità di Obama mettere mano al problema palestinese. E poi...
RispondiEliminaCiao Alberto, se davvero Obama avesse questa volontà ci sarebbero moltissime cose che potrebbe fare, il fatto che si schieri così palesemete, non è solo legato alle convenienze politiche interne. Nessuno dei passi da lui compiuti si è mai mosso nemmeno per un accenno in quel senso.
RispondiEliminaQuindi quella sua posizione è da ascrivere, a mio parere, nella "voce": bugie ed opportunismi elettorali.
Un abbraccione ;)
Namastè
Ciao Ernest!
RispondiEliminaTi abbraccio ;)
Namastè
Ciao Rosa, dopo l'ennesima cattiva notizia, mi è sorto un dubbio che ti voglio esporre per sapere la tua opinione in merito. In questi ultimi anni sembra che una marea di informazioni "segrete" stia venendo alla luce tramite internet (ho detto sembra perchè in realtà la percentuale di chi mette in dubbio la verità ufficiale è sempre stata molto bassa) e ciò ha creato l'illusione di vivere in un mondo più libero ma, dal lato pratico, poco è cambiato se non il fatto che il "complottismo" è diventato uno dei tanti movimenti che compongono la nostra società (a dire il vero è diventato per molti un modo per campare) ... infatti sono gli stessi complottisti che mettono (giustamente) in guardia dalle rivoluzioni in corso in tutto il mondo fomentate però proprio tramite internet (e sostenute pare da "loschi" individui). Alla fine resta solo un gran confusione (anche perchè i complottisti si dividono anch'essi in mille fazioni) e nella disperata ricerca di capire qual'è la verità non abbiamo il tempo di immaginare un mondo diverso e andiamo avanti con questo enorme carrozzone fatto di bugie e manipolazioni.
RispondiEliminaInsomma Rosa, nonstante la sua utilità, non bensi che alla fine internet sia solo l'ultima e raffinata arma (visto che possono "vedere" ogni cosa) dell'elitè, simile a ciò che aveva programmato l'Architetto di Matrix?
Un abbraccio. namastè
@Anonimo
RispondiEliminaLa mia opinione non è dissimile dalla tua, anzi. Non ho dubbi che la rete sia ricolma di esche e "complotti inventati" pensati per distrarre e depistare.
Sono certa quindi che il potere usi internet a suo piacimento e non stiamo parlando qui del potere da salumieri di due politici da vetrina, ma del "potere".
Hai ragione amico mio, in questa confusione la nostra capacità di discernimento viene messa a dura prova, come distinguere il vero dal falso?
Io mi affido all'istinto, all'empatia. Cerco in mezzo al fango la verità. Ed è proprio questo il rischio a cui si espongono, che insieme alla montagna delle loro menzogne passino anche brandelli di verità.
Ricambio l'abbraccio e buona serata ;)
Namastè