Revocata la scorta dall’agosto del 2011, il giornalista freelance Gianni Lannes è vittima dell’ennesima intimidazione nel quasi totale silenzio dei media e nella latitanza complice dello Stato. Nel corso della sua carriera Lannes ha portato avanti delicate inchieste riguardanti le ecomafie, i rifiuti tossici e nucleari, le scorie radioattive, il traffico d’armi tra Stati, gli atti criminosi ed illegali, gli abusi e i reati ambientali.
Non è un giovane giornalista dell’ultima ora, ma un giornalista destinato a fare la storia del giornalismo d’inchiesta del nostro Paese.Gianni Lannes è tra coloro – e ne sono rimasti pochi – che da un quarto di secondo fa il proprio dovere per informare o, forse, sarebbe più corretto dire che ha fatto e continua a fare il servitore della contro-informazione.
Eppure oggi non gode di una così grande notorietà, non gode di spazi nei principali canali televisivi né tra le maggiori testate giornalistiche per le quali tra l’altro ha scritto a lungo. Gianni Lannes è e continua ad essere un vero giornalista, nonostante tutto; ed è un ‘nonostante tutto’ che genera un’enorme amarezza per chi sta scrivendo.
È sufficiente rievocare solo pochi momenti del vissuto di Lannesper rendersi conto della rilevanza del suo lavoro e delle distorsioni di un sistema che ci ha riempito e ci riempie di inganni per renderci ciechi e sordi di fronte ai soprusi e ai raggiri affaristici.
Nella sua vita da reporter ha collaborato, sempre in prima linea, con prestigiose testate italiane; oltre a collaborare con la RAI e con La7 ha infatti lavorato per vari quotidiani e settimanali comeL’Espresso, Panorama, La Repubblica, Avvenimenti, Famiglia Cristiana, Il Giornale, Il Manifesto, La Stampa, l’Unità, Il Corriere della Sera ed altri ancora. Ha inoltre fondato e diretto i giornaliEsserci ed Italia Terra Nostra.
Con il suo giornalismo, con i suoi libri e con le sue denunce ha fatto luce su alcuni misteri e buchi neri della storia del Belpaese facendo emergere o riemergere delle malefatte dei nostri tempi e portando avanti delicate inchieste riguardanti le ecomafie, i rifiuti tossici e nucleari, le scorie radioattive, il traffico d’armi tra Stati, degli atti criminosi ed illegali, degli abusi e dei reati ambientali.
Da non dimenticare inoltre come il suo libro Nato: colpito e affondato, pubblicato nel 2009, abbia consentito alla magistratura di riaprire indagini su stragi di Stato già archiviate, così come cruciali sono state le sue indagini sulla strage di Ustica e sulla scomparsa dei giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Il libro Nato: colpito e affondato ha consentito alla magistratura di riaprire indagini su stragi di Stato già archiviate
Risultato? Isolamento professionale, silenzio, terra bruciata tutt’intorno, emarginazione, disinteresse dello Stato.
Gianni Lannes ha vissuto per due anni sotto scorta della Polizia di Stato mentre la famiglia era sotto vigilanza dei Carabinieri. Ha subito alcuni attentati, è stato vittima di concrete minacce di morte, di esplosioni e sabotaggi di auto, di furti in casa e nel suo studio, di telefonate minatorie e di intimidazioni alla famiglia.
Sono state decine le interrogazioni parlamentari sul suo caso che non hanno ricevuto risposta dai governanti mentre inspiegabilmente ed illegalmente il suo blog Italia Terra Nostra veniva chiuso; si giunge, infine, al 22 agosto del 2011 quando il Ministro dell’Interno Maroni ha deciso irresponsabilmente e immotivatamente di revocare la scorta al giornalista pugliese senza che fossero venute meno le condizioni di minaccia e pericolo. È di alcuni giorni fa, del resto, l’ennesimo eloquente avvertimento con un bigliettino recapitato nell’auto della moglie: “Hai famiglia, non rompere più i coglioni con le stronzate di ecomafia”.
Un’altra storia di coraggio, di senso del dovere e di servizio che si trascina quasi inosservata sotto i nostri occhi. Una storia di controtendenza e di contro-sistema che sembra toccare e coinvolgere troppe poche persone e che invece inevitabilmente diventa la storia di tutti noi, di tutto il popolo italiano.
Nel 2010 Lannes ha ottenuto in Sicilia il 'Premio Internazionale all’impegno sociale 2010, XVI Memoriale Rosario Livatino e Antonino Saetta'
Sì, ci riguarda direttamente nonostante gli scettici e coloro che snobbano o insabbiano il lavoro di Lannes perché quel lavoro è la voce di un essere libero e svincolato, di un minatore della verità; sì, ci riguarda direttamente perché, al di là delle inchieste, delle denunce, dei misteri svelati, che rimangono l’essenza della vera informazione, siamo di fronte all’ennesima limitazione della libertà di un essere umano e del suo pensiero.
Assistiamo inerti e distrattamente all’oscuramento dei suoi strumenti di espressione, alla negazione del suo sacrosanto diritto di raccontare e informare e di garantire sicurezza e benessere al suo nucleo familiare. Sì, ci riguarda direttamente perché in questo teatro dell’assurdo rappresentato nel palcoscenico della nostra società cercare la verità al cospetto di un sistema ingordo è rivoluzionario.
Sì, ci riguarda direttamente e merita il nostro attivismo affinché la storia non possa averla vinta ancora una volta. Sì, ci riguarda profondamente perché è la vicenda di una violazione dei diritti umani e perché la diversità si innalza a modello positivo di coraggio al quale ispirarsi per rimanere lucidi tra la densa foschia diffusa.
Non possiamo indugiare restando attraccati alla banchina dell’inosservanza e dell’indifferenza che ci fanno complici. Non lasciamolo solo, non abbandoniamo Gianni Lannes!
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