La scelta è l’elemento peculiare della condizione umana, ne è il sinonimo, il marchio stesso che la contraddistingue rispetto alla condizione di altri esseri senzienti. In realtà ogni essere senziente ha la possibilità di compiere delle scelte, un animale ad esempio sceglie una opzione piuttosto che un’altra all’interno del suo paradigma di vita.
Ma un essere umano, grazie alla capacità di elaborazione di concetti
astratti, che altro non è se non attività creativa, può spingersi al di
fuori del suo paradigma: può cioè scegliere il paradigma con cui vivere.
In altre parole intervenire a cambiare – in una certa misura – le
regole di quel gioco all’interno del quale si è svegliato alla nascita,
che tutti noi chiamiamo VITA.
Questa facoltà, che l’universo onora come sacra e inviolabile, è detta Libero Arbitrio.
Ognuno di noi può scegliere della propria vita tutto quello di cui si rende consapevole.
Ciò significa che se i semplici, con livello di consapevolezza vicino
allo zero, non si rendono conto di poter scegliere – e non lo fanno,
preferendo far proprie le scelte che altri hanno fatto al loro posto –
gli evoluti quanto più ampliano la loro visione, comprendendo le regole
di quel gioco di cui sopra abbiamo detto, tanto più hanno possibilità di
intervenire sulle regole stesse su cui il gioco è basato.
Non è un caso parlare di gioco a proposito della vita.
La bolla di materialismo nella quelle siamo sospesi da tempo
immemorabile impedisce letteralmente alla nostra mente di concepire il
fatto di trovarsi, anziché con i piedi posati su una terraferma rocciosa
dura e impossibile da mutare nelle sue apparenze e caratteristiche, in
un immenso e veritiero ologramma virtuale, in cui la roccia su cui sono
posati i nostri piedi è solo una delle mille varianti previste, che con
un semplice click può diventare, aria, acqua o scomparire.
Un videogioco, anzi IL videogioco interattivo per eccellenza, quello contraddistinto dal nome COSCIENZA.
Un Adventure Game totale, in cui la nostra anima ha scelto di essere
depositata all’interno di una macchina totalmente addormentata
nell’oblio. Una macchina perfetta il cui nome è CORPO, ma il cui
libretto di istruzioni si ferma alla prima pagina con la frase: “Ora che
ti abbiamo detto come mantenere acceso il gioco, il resto delle
istruzioni le troverai nel gioco stesso”.
E così ogni volta che togliamo un velo dai nostri sensi, e
miglioriamo le nostre capacità di gioco ci rendiamo conto che esiste un
livello superiore, e poi un livello superiore ancora, nel quale troviamo
altre istruzioni, e così via.
Finché un giorno, affacciati al parapetto di una altissima torre,
dinanzi ad un panorama fantastico immerso in una luce iridescente, una
vista riservata solo a chi è riuscito a giungere a livelli che i normali
giocatori non sanno neppure che esistano, ci rendiamo conto che
tendendo la mano verso l’alto, l’unica opzione possibile a quel livello
per salire ancora, visto che abbiamo cercato e cercato sulla sommità di
quella torre ulteriori istruzioni già scritte che ci indichino la
presenza un livello maggiore, senza trovare alcunché, decidiamo di
cominciare noi stessi a scrivere.
Già, è un videogioco open source, possiamo scrivere noi stessi parti
di codice ed usarle. A patto di capirlo e conoscendo il linguaggio di
programmazione.
Ma non c’è molto tempo: sentiamo infatti rumori sinistri sulle scale
che giungono in sommità mentre all’orizzonte nubi oscure e turbinanti in
un battito d’ali hanno oscurato il sole…
Possiamo scegliere di restare in QUEL gioco. Probabilmente qualcuno
sbucherà sulla cima della torre e ci prenderà in consegna, portandoci a
languire nelle prigioni. Probabilmente, se per sfuggire alla cattura ci
gettiamo nel vuoto, perderemo la vita e torneremo al via.
Oppure possiamo scrivere una parte di codice, disegnando una macchina
alata che non era prevista ma con la quale possiamo re-iniziare a
giocare ad un altro livello.
Tra chi si è risvegliato all’esistenza, una parte pensa ad un epilogo negativo del gioco, ed una parte ad un epilogo positivo.
Ci sono entrambe le opzioni.
A noi la scelta.
Con il Libero Arbitrio è scritto il codice della nostra natura.
E' un vero peccato, proprio per questa sua splendida facoltà, che spesso l'umano scelga cose orribili. Ma io confido nell'equilibrio della natura.
RispondiEliminaGià, sono molti a fare scelte tremende e pochi a percorrere le strade della coscienza, ma speriamo che quelli che si risvegliano prendendosi la responsabilità aumentino sempre di più.
EliminaBuona serata cara.
Namastè
Ancora lunga la strada per destare dal torpore tutta l'umanità!
RispondiEliminaChilometrica Adriano.
EliminaBuona serata.
Namastè