tratto da: CentroNirvana
di Aliberth
('Incontro
avvenuto il 8/1/2001 al Centro Nirvana.)
Quando ero
ancora interessato alle domande (ed alle risposte), mi sono spesso sentito
obbligato a farmene qualcuna. Per esempio, queste: "Perché gli esseri umani sono
incapaci, nelle condizioni ordinarie, di conoscere il loro vitale Centro di
Coscienza? Perché tutti noi siamo così assuefatti all'esistenza, da non
chiederci mai cos'è che ci fa esistere? Cos'è che permette la comparsa di un
essere vivente nella manifestazione della sua natura umana? Da dove provengono
l'autodeterminazione, il libero arbitrio ed il potere di autogestione, come pure
quest'energia che ci anima e che sembra essere sempre in carica? D'altra parte
un'auto, quando finisce il carburante si ferma ma, anche quando ha il serbatoio
pieno, ha bisogno di qualcuno che la guidi. Chi è che guida noi? È mai possibile
che, in un qualunque momento della giornata, nessuno si fermi un attimo per
collegarsi col proprio interiore, al fine di cercar di comprendere, di
rimuovere il dubbio, riguardo a questo miracolo vivente e pensante, che
comprende tutti noi? Questo è uno dei molti motivi, per cui i Saggi
dell'antichità pensavano che fosse estremamente difficile, per le persone
comuni, scoprire la propria natura fondamentale. Ora, adesso che ho smesso di
farmi le domande, sicuramente lo penso anch'io.
L'individuo
mosso da abitudine, persino quando sente lo stimolo di trovare una fonte di
conoscenza, è portato a ritenere che l'energia che lo anima, nonché quella da
assorbire per sopravvivere, sia esterna a se stesso. Persino quando è di fronte
a coloro che gli trasmettono la conoscenza, la tendenza è quella di vederli come
fuori di sé, allo stesso modo in cui si vede tutto ciò che fa parte della nostra
vita quotidiana. Perciò, poi è difficile che la persona trovi un valore in
questa esperienza spirituale; al massimo può arrivare a considerarla come
un'avvincente sensazione emotiva, e null'altro. Com'è possibile che le parole di
qualche individuo debbano mettere in moto una conoscenza spirituale che, di per
sé, dovrebbe già essere nella mente di ciascuno di noi?
Sarebbe
meraviglioso poter conoscere immediatamente la Verità, da se stessi, sulla
propria natura interiore, senza manipolazioni da parte di entità esterne che
devono mettere in moto l'energia dell'autocoscienza. Normalmente noi riteniamo
che questo tipo di energia sia una sorta di miracolo, per la quale dovremmo
ringraziare un qualche Sommo Creatore. Non ci sfiora minimamente l'idea che il
VERO MIRACOLO, in realtà, siamo proprio noi stessi, in quanto prodotti della
nostra stessa mente! Quando una persona ha imparato a mettere sotto osservazione
la propria energia manifestata, l'energia personificata, questo sarà senz'altro
il modo migliore per non sprecarla. Quando si parla di energia da visionare, non
ci si riferisce soltanto all'energia vitale, anche se poi è proprio questa ad
essere strettamente collegata e connessa a quella forma di Energia Superiore che
attiva tutto l'Universo. A volte, situazioni che potrebbero essere superate
facilmente con una consapevolezza attenta del nostro essere, provocano emozioni
o tensioni così forti da bruciare tantissima di questa energia. Le condizioni
reattive e coinvolgenti che, appunto non ci permettono di applicare la pratica
di autoconsapevolezza, fanno esplodere grosse fiammate di scariche energetiche.
Immaginate una persona che si arrabbi almeno una volta al giorno. È una cosa
veramente impensabile quante energie essa sciupi! Oppure, chi non adegua i
propri comportamenti ai giusti ritmi della natura e cioè mangia troppo, lavora
troppo, dorme troppo, fa troppo sesso e, soprattutto, pensa troppo! Insomma,
oltre ad essere inconsapevoli della natura di questa energia, coloro che ne
abusano con un uso sconsiderato, certamente non potranno goderne pienamente né
utilizzarla al meglio.
Tutto ciò è
molto importante. Alla fine ci fa capire il perché noi subiamo certi effetti
karmici. Non è soltanto un fatto di verità metafisica, ma è proprio una verità
tangibile. Si può affermare che è un fatto lampante constatare che, quando non
si ha una diretta autocoscienza, anzi proprio per il fatto di ignorare questo
tipo di conoscenza, siamo sottoposti ad una forza primordiale che fa di noi
quello che vuole. È una forza incontrollabile che noi chiamiamo destino, karma,
volontà di Dio, o in qualsiasi altro modo tanto per scaricare la nostra diretta
responsabilità individuale. O perché non siamo a conoscenza che tutto ciò che ci
accade, è dovuto alla nostra ignoranza del fatto che l'energia ed il soggetto a
cui accadono queste cose, sono la stessa identica entità. Ogni intenzione e
reazione, ogni causa ed effetto, ogni nostro comportamento nella vita, mettono
in moto piccole ruote collegate ad altrettanti ingranaggi. Dobbiamo capire che
una piccola ruota, mettendo in moto grossi ingranaggi, alla fine mette in moto
tutta la macchina del Karma. È per questo che, a volte, partendo da situazioni
ritenute impercettibili, considerate ininfluenti, rischiamo di incappare in
circostanze davvero drammatiche, se non addirittura pericolose per la nostra
sopravvivenza. Comunque, grosse cause di sofferenza hanno origine da minimi
desideri, innocenti gratificazioni o piccoli peccati di orgoglio e superbia.
Molte persone
non si contentano mai della loro condizione e questa continua pretesa di voler
stare sempre meglio comporta, intanto, di non potersi godere pacificamente ciò
che si ha, inoltre quest'ansia e questi desideri smaniosi complicano l'esistenza
e innervosiscono la mente, impedendo di godere quel livello a cui, comunque,
siamo giunti. Per di più, l'affanno di voler continuare la scalata al successo
ed al benessere fa sciupare ancora molta più energia, che avremmo potuto
benissimo utilizzare per una meditata e continua autoosservazione. Alla fin
fine, la conclusione di questo discorso è che, con molta probabilità, proprio
questa brama di rincorrere sempre qualcosa in più, ostacola un dosaggio misurato
e proficuo della nostra energia mentale e vitale.
Quei pochi
fortunati che sono riusciti nell'arduo compito di arrivare a comprendere come
stanno veramente le cose e che hanno utilizzato le loro energie nel modo
migliore, riceveranno il premio per i loro sforzi e la loro perspicacia. Questo
premio è la convinzione e la comprensione finale che il vero miracolo non è da
ricercare fuori di noi stessi. Il Vero Miracolo è ciò che noi siamo, proprio nel
nostro modo di essere! Per mezzo dell'indagine e dell'autocoscienza si otterrà
il potere di comprendere il funzionamento selvaggio della nostra mente, che noi
ritenevamo stesse funzionando come qualcosa di creato da una Suprema Entità,
mentre ora potremo capire che il Creatore è la mente stessa! Tutto ciò che
sembra essere il nostro comune pensiero, il nostro rapportarci con la vita
quotidiana, i nostri sentimenti ed i rapporti umani, sono funzioni
extraproiettate a cui siamo assuefatti e che riteniamo ordinarie e abituali,
solo perché siamo inseriti in questo meccanismo automatico provocato dalla forza
dell'Illusione. Perciò, è normale che ci si trovi invischiati in questa
apparente magìa, ma non è normale che non si cerchi di capirne la causa né di
sviscerare l'origine e la funzione di questo apparente automatismo.
Quando
ascoltiamo la musica, non possiamo impedire il funzionamento del nostro senso
dell'udito, quando vediamo qualcosa, non possiamo impedirci di averne la
coscienza totalmente impressionata. Ma il vero dramma è che, anziché chiederci
intimamente come tutto ciò avvenga, noi ne restiamo avvinti e coinvolti e,
producendo subito una sequela di pensieri conseguenziali, entriamo di getto
nella relazione del contatto con ciò che sentiamo o vediamo. È il non indagare
in profondità nella natura di tutto ciò, il non avere coscienza che tutto
avviene come effetto karmico della nostra ignoranza metafisica, è il subire
passivamente le leggi del mondo samsarico (causa ed effetto) che ci rende
persone ordinarie.
Nella
terminologia Zen, le persone comuni o ordinarie, sono quelle che non hanno mai
sentito parlare della Dottrina del Dharma o, che anche avendone sentito parlare,
non abbiano creduto alle profonde verità comunicate e che, rifiutandole, sono
costrette a restare imprigionate, loro malgrado, nell'esistenza ciclica, per
colpa di queste leggi del Karma di Causa ed Effetto. Chiunque invece, diventi
cosciente del reale modo di esistere delle cose, compresa la sua stessa persona,
grazie alla comprensione della propria mente, dei pensieri e del funzionamento
dell'energia, permetterà a quell'energia di diventare ancora più potente. Pian
piano, una simile persona, smetterà di funzionare come se fosse una produzione
di qualcosa e diventerà autonomo regista del proprio essere, consapevole guida
del proprio destino. Anziché cadere preda della vorace bocca del Karma, che ci
ingoia tutti come se fossimo dei vermi, destinati a cadere in questa enorme
trappola, una volta divenuti veramente consapevoli, potremo avviarci verso
quella Via che ci renderà liberi.
Con la
meditazione Ch'an di Autoconsapevolezza, sarà possibile riconoscere il bivio che
diversifica le due strade: quella dell'Ignoranza, che porta alla sofferenza, e
la Via della Saggezza che conduce verso la Liberazione e l'Illuminazione.
A tal
riguardo, dobbiamo ricordare che la vista mentale è ben diversa dalla vista
fisica, in quanto i ricordi di un passato ancestrale della mente non riescono a
manifestarsi nella nostra coscienza attuale; essi non riescono a scalfire il
buio dell'ignoranza metafisica. Solo con un perfetto sentiero di Liberazione è
possibile riaccendere la luce, così da poter 'ricordare' le memorie sopite della
mente.
In questa circostanza, essa
alfine riconosce gli inganni della manifestazione, cioè le cose che l'hanno
fatta soffrire, e cesserà quindi di attaccarsi ai desideri ed alla brama di
voler tornare nell'esistenza ciclica. Perciò, se non comprendiamo la "natura"
della mente, non potremo mai avere il potere di eliminare le cause della
sofferenza. A nulla può servire essere scettici o dubbiosi, o addirittura
increduli. Il tentativo dello struzzo, di infilare la testa nella sabbia, pur di
non vedere, servirà soltanto a rimandare il problema della soluzione.
Ricordiamocelo bene, come pure dobbiamo ricordare che, perfino se la vita ci
piace così com'è, apparendo alla nostra mente come un miracolo da godere, il
VERO MIRACOLO è conoscere sé stessi, conoscere il perché si debba approdare alla
vita, in maniera da comprendere alla fine anche ciò che è collegato ad essa e
che non ci piace, vale a dire la sofferenza, la vecchiaia, la morte e gli stati
intermedi, con tutti gli sconosciuti misteri che, a nostra insaputa, giacciono
obliati nella Mente stessa, da tempi senza inizio e senza una verificabile fine!
Più torno a leggerti e più "sento" di tornare qui per "leggermi".
RispondiEliminaNamastè(mi sei stata preziosa, con questa lettura)
Credimi Rossland, questa lettura è stata preziosa anche per me! E mi fa immensamente piacere che ciò che trovo edificante ed utile lo sia anche per altri, mi fa sentire meno sola.
EliminaContinua a tornare allora, affinchè anche io possa "leggermi" :)
Perché nella reciprocità e nell'empatia, così come nel silenzio e nella solitudine, sta una delle chiavi della suprema comprensione.
Un abbraccio.
Namastè
L'aggettivo è giusto "preziosa". io sono gnostico quindi non ho tante certezze, anzi nessuna. Tuttavia quello che ho letto è per la maggior parte esperienza di vita e come tale è appunto prezioso, fa riflettere...
RispondiEliminagrazie Rosa
Namastè
La strada indicata da questo scritto è spirituale, non necessariamente mistica. Scoprire la scintilla di eterno che è in ognuno di noi, non significa infatti cercare all'esterno consolazione ma imparare a guardare il miracolo che noi siamo.
EliminaGrazie a te wiska.
Namastè