martedì 1 maggio 2012

Primo Maggio: è qui la festa?

Marco Cedolin

Mai come quest'anno la sfilata allegorica del primo maggio, con tutto il suo corollario di bandiere rosse, sindacalisti d'accatto e guitti da cortile, appare come un esercizio retorico privo di costrutto, completamente disancorato dalla realtà. Una sorta di nemesi delle coscienze, anestetizzate dalla ripetitività di gesti senza senso e inebetite dai ritmi sincopati di concertini rock, usati per creare un pubblico all'imbonitore di turno.
In primo luogo non si comprende bene la natura dell'oggetto che ci si appresta a festeggiare. 
Il lavoro, omai da tempo latitante e nella maggior parte dei casi (quando c'è) associato a salari inadeguati al mantenimento di una famiglia?
I lavoratori, bestie da soma in via d'estinzione, immolati sull'altare del progresso e della competitività?
I disoccupati, fra le cui fila sempre maggiormente copiose albergano ogni giorno che passa, nuovi e più numerosi aspiranti suicidi che la "buona stampa" finge bellamente d'ignorare?......
I sindacalisti d'accatto che continuando a millantare credito attraverso belle parole e false promesse, hanno permesso che si arrivasse fino a questo punto?
La sinistra italiana che ha cavalcato per decenni la lotta di classe, prendendo per il naso milioni di lavoratori, fino ad arrivare a scoprire che il sodalizio con i banchieri, la grande finanza ed i "prenditori" d'accatto, rappresentava il fine ultimo della sua esistenza?
Quale senso possono avere le sfilate con le bandierine ed i concertini, messi in scena in una giornata in cui non c'è nulla, ma proprio nulla da festeggiare? Qualcuno ha mai visto (dimenticando la sindrome di Stoccolma) un poveraccio pesto e dolorante che canta e balla per festeggiare il suo aguzzino? O una tribù indigena che festeggia la pioggia nel bel mezzo di un periodo siccitoso?
Al più anzichè festeggiare, la tribù di cui sopra potrebbe spendersi in rituali propiziatori, finalizzati ad ingraziarsi la benevolenza degli dei, affinchè finalmente facciano piovere.
Ma il primo maggio non potrebbe neppure venire rivisitato in questa chiave, dal momento che l'Olimpo non alberga fra le nuvole ma in luoghi assai più terreni e le cause della siccità, dalle delocalizzazioni alla mancanza di dazi sono tangibili e note a chiunque possegga la licenza elementare.
Nonostante ciò, con in tasca la licenza elementare e negli occhi il fervore mistico di chi crede, non importa in cosa, ma crede, tutti in fila per tre a festeggiare il primo maggio e fra un corteo, un comizio elettorale ed un concertino, ci sarà pure il tempo per qualche "vasca" ai centri commerciali, tutti aperti (Coop in testa) senza distinzioni, perchè il progresso ha detto che é giusto così.
 

6 commenti:

  1. La festa del lavoro che non c'è, ho scritto nel mio post. Ciò non vuol dire che bisogna stare chiusi in casa. Non saranno manifestazioni di festa, ma espressione della volonta dei lavoratori di non abbassare la testa, di fronte alle mancate promesse del governo.
    Essere corrosivi di questi tempi mi sembra fin troppo facile, al pari degli "sfascisti" di turno.
    Buon 1°Maggio Rosa
    Namastè

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    1. Corrosivi? Sfascisti? Vorrei che leggessi il Post che stamattina mio marito ha esposto su Google+ e su facebook...eccolo:



      "Primo Maggio, festa del lavoro? Ho 57 anni e sono disoccupato e senza amortizzatori, invalido civile all'80%, tutto il reddito della mia famiglia deriva da un assegno da 250 Euro che mensilmente l'INPS mi spedisce, perchè la legge 68 per l'avviamento al lavoro degli invalidi non viene applicata. Mia moglie, povera, fa qualche ora di stiro e pulizie, rigidamente in nero, altrimenti non lavorerrebbe affatto...sono indebitato con lo stato, perchè ho un fallimento alle spalle, ho perso tutto e quel che era rimasto me lo hanno portato via...e se beccassero mia moglie, che per altro si sta spaccando la schiena, forse le direbbero che è un evasore fiscale. io stesso non avendo pagato alcune cartelle equitalia potrei essere definito tale. Colpevole di mancato suicidio? Vedo il sindacato agitarsi, tiepidamente, in difesa dell'Art.18...preoccuparsi, giustamente, per i giovani, ma molto meno per gli ultracinquanteni precari e disoccupati, che per loro sembrano riassumersi, unicamente, negli esodati...per ragioni di percorso non ho i qurant'anni di anzianità e la pensione è un assoluto miraggio. Quelli che parlano di stipendio di cittadinanza...vengono definiti populisti, mentre i miei ex-amici (quelli che mi hanno rapidamente dimenticato) sono tutti comodi, chi in parlamento, chi in qualche radio. chi in qualche giornale. Ho un passato quindi, persino importante, ma non vedo affatto un futuro...Mi spiegate allora che cosa avrei da festeggiare oggi?"




      E dunque, questa e l'arietta di "festa del lavoro" che si respira oggi (e da quasi 10 anni a questa parte) a casa nostra...sono stanca di commemorazioni e ricorrenze, sono stanca di retorica e frasi fatte, non sono più disposta a sopportare alcuno che mi venga a parlare della preminenza degli interessi di classe su quelli del singolo che arringhi le piazze dall'alto delle sue infinite e sempre ben presenti garanzie personali...
      Buon primo maggio a te, se tu vedi ancora qualche cosa da festeggiare.
      Namastè

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    2. no Rosa, se leggi il mio post vedi che anch'io sono d'accordo che non c'è niente da festeggiare. Sono molto rattristato da ciò che ho letto nel post di tuo marito e anche se serve a poco, dico che vi sono vicino e penso di capire cosa provate, perchè anch'io ho una figlia e la sua famiglia che sta vivendo una situazione di estrema difficoltà.
      Un caro saluto e.. andiamo avanti con coraggio.
      Namastè

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    3. Ho letto il tuo post e mi fa piacere che ci sia "vicinanza ideale". Non ho esposto il post di mio marito (e non lo ha fatto nemmeno lui) per trovare conforto nelle parole, so che è difficile per tutti, ma perchè entrambi crediamo che solo parlando di sè stessi e esponendosi si possa dire davvero qualche cosa che abbia senso.
      Buona serata wiska.
      Namastè

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  2. Sono d'accordo c'è poco da festeggiare. Ma la scadenza della festa resta importante, perché altrimenti sono capaci di cancellare anche la stessa memoria. Oggi molti hanno dovuto parlare di lavoro, sono stati costretti da questa data o festa come la chiamiamo, è venuta a nudo un po' di ipocrisia.
    namastè

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    1. Quando la commemorazione supera il significato e la retorica è maggiormente imprtante rispetto al senso, il problema esiste.
      Oggi come sempre il sindacato fa il suo concertone dissimulando una unità che non esiste, parlando ad un mondo del lavoro che è ormai di minoranza. I tempi di Di Vittorio sono tramontati, amico mio, oggi il partito che rappresenta la maggioranza degli operatori sindacali di ogni confederazione, appoggia il governo dei banchieri, che pratica la depopolazione, il restringimento dei dritti e che insulta quotidianamente un mondo del lavoro sempre più inesistente...
      Un abbraccio.
      Namastè

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