È semplicemente folle pensare di uscire dall'enorme truffa in cui siamo piombati, senza condannare a pene vigorose chi le ha provocate, ma diventa un insulto presentare il conto di questo olocausto mediatico e finanziario alle vittime e non agli imputati.
fonte: PecaceLink
Ci sembra di vivere una di quelle atmosfere magiche in cui ci
trasportavano le parole delle favole che ascoltavamo da bambini e che
solo pochi artisti ispirati sono riusciti ad esprimere con parole o
immagini.
Ci sembra di camminare sospesi nell'aria
poggiando i piedi su qualcosa di soffice ma che inspiegabilmente riesce
a sostenerci, intorno a noi sentiamo la presenza di corpi e di persone
che sono molto vicine e che potremmo quasi toccare ma che vediamo
sfocate.
Tanto sfocate da non riuscire a capire
se la nostra presenza in questo mondo ovattato sia frutto di uno
stordimento che lascia un senso di torpore in una testa vuota di
pensieri, oppure al prolungarsi di un momento di stupore che ci fa
esitare come se avvertissimo un pericolo imminente ma ancora confuso.
È uno stato innaturale quello che stiamo
vivendo oggi, in un mondo che, dopo 30.000 anni di storia sonnolenta
durante i quali l'evoluzione delle idee e il progresso della conoscenza
tecnica sono andati di pari passo, improvvisamente si è verificata una
accelerazione frenetica all'evoluzione dei mezzi tecnici con cui
conviviamo e da cui ormai, improvvisamente, dipendiamo.
Ma questo, in assoluto, non sarebbe un
problema anzi dovrebbe permettere una migliore qualità della vita e una
semplificazione del lavoro dell'uomo, se non che l'accelerazione che ha
subito la tecnica non è stata affiancata e sostenua da una altrettanto
rapida evoluzione del pensiero. Anzi il pensiero dell’uomo si sta
impigrendo, tende ad adagiarsi e a cercare collaborazione per sviluppare
qualsiasi nuova idea e risulta sempre più essenziale l'uso di sistemi
informatici per proiettare qualsiasi intuizione nel mondo reale.
Ricordo quanto fosse complicato,solo
pochi anni fa, cercare di analizzare pochi dati, recuperati dalle
scritture contabili annotate a macchina o a mano, per preparare un
preventivo di bilancio e quanto fosse difficile stimare correttamente
l'evoluzione delle vendite, del mercato, del lavoro, delle spese
correnti e degli investimenti. Improvvisamente in pochissimi anni,
abbiamo cominciato a riempire con le nostre informazioni i sistemi
informatici e oggi, nella stessa situazione di previsione del bilancio,
qualsiasi intuizione di un buon imprenditore viene “valutata” secondo le
proiezione di un sistema informatico.
In poche parole oggi siamo tutti più “bravini” ma non c’è spazio per chi stona,
è l'informatica ad avere sempre l’ultima parola. Nulla di più
semplice quindi che a toglierci tutti i dubbi, che da sempre hanno
assillato i nostri circuiti mentali, siano quelli più razionali di un
circuito informatico.
Se non che: un computer deve essere
impostato con tutti i requisiti necessari per valutare correttamente e
dare la risposta giusta, perché qualsiasi risultato di un computer è
sempre funzionale ai sistemi di valutazione che sono stati impostati,
quindi per definizione: il computer è parziale.
Chi elabora il sistema, inserisce o imposta l’inserimento dei dati è
umano e una qualsiasi dimenticanza, un errore nelle formule o il
mancato aggiornamento automatico di alcuni parametri, possono falsare un risultato presentato e accettato, come indiscutibile.
Tutto questo per dire semplicemente che
l'evoluzione delle idee ha sempre avuto dei tempi molto più lenti di
quelli delle azioni, le idee, le filosofie sono le risposte che l'uomo
ha sempre cercato di dare ai suoi dubbi reconditi, ancestrali e che ha
iniziato a spiegarsi riconoscendosi come una piccolissima parte della
natura a cui doveva rispetto e devozione e poi con le sue prime credenze
religiose che hanno accomunato da sempre, anche se con forme evolutive
diverse, tutte le popolazioni.
Ma il ragionamento dell'uomo in
qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi religione e in qualsiasi
filosofia ha espresso poche forme di Stato sociale e tutte comunque
facenti capo a un sistema gerarchico basate sulle capacità e sull’etica
di chi è comandato a governare.
Da quando la storia è documentata abbiamo visto che le varie civiltà sono nate, si sono sviluppate e decadute per merito o per colpa di chi era a capo dello Stato, per motivi religiosi o per eccessiva rilassatezza dei costumi del popolo. C'è sempre stato un cattivo consigliere, una congiura di palazzo, un imperatore pazzo o un faraone visionario, ma oggi stiamo assistendo ad una nuova esperienza di “manipolazione dell'opinione pubblica con un uso politico improprio e subliminale di sistemi di marketing e di psicologia delle masse”.
Da quando la storia è documentata abbiamo visto che le varie civiltà sono nate, si sono sviluppate e decadute per merito o per colpa di chi era a capo dello Stato, per motivi religiosi o per eccessiva rilassatezza dei costumi del popolo. C'è sempre stato un cattivo consigliere, una congiura di palazzo, un imperatore pazzo o un faraone visionario, ma oggi stiamo assistendo ad una nuova esperienza di “manipolazione dell'opinione pubblica con un uso politico improprio e subliminale di sistemi di marketing e di psicologia delle masse”.
Questa è una vera rivoluzione culturale,
molto più pericolosa di quella del "libretto rosso di Mao", perché
imposta senza violenza e senza coercizione ma solo con una insidiosa e
continua presenza e ripetitività di informazioni da trasmettere come "notizie per titoli" in modo fazioso, con piccole omissioni e con enfasi su particolari minori, quasi minimizzando il vero contenuto della notizia che potrebbe avere un impatto
reale sulla società o sulle scelte della politica e della democrazia o
sull’indirizzo della ecologia o dei comportamenti in pace e in guerra.
Stiamo vivendo un cambio radicale del
nostro modo di vivere, siamo in possesso di strumenti tecnologici che
permettono a chiunque di noi di comunicare istantaneamente con tutto il
mondo in rete, possiamo ricevere in tempi reali immagini, notizie e voci
che ci fanno vivere gli eventi in contemporanea, ma mai siamo stati così soli e così lontani dal nostro prossimo.
Restiamo sempre più spesso chiusi nelle
nostre stanze a lavorare in "Team-working” o in "Conference Call” con
tutti i nostri colleghi e sempre meno usciamo per prendere un caffè
insieme. Ci indigniamo e protestiamo con tutti i nostri amici in
Facebook e qualcuno manda anche messaggi su Tweeter per sentirsi
partecipe di un movimento culturale illudendosi di provare a cambiare
il mondo.
Ma non ci rendiamo conto di far parte solo di una superba squadra di calcio parrocchiale
che sa giocare bene e divertire un pubblico che applaude compiaciuto,
ma non avrà mai abbastanza soldi per arrivare a giocare in un campionato
nazionale, dove qualsiasi avversario incassa e spende milioni e gode anche di sponsor, sovvenzioni statali e stampa amica.
E' qui la grande truffa, l'illusione della libertà offerta dalla rete, che fa sentire tutti al centro di un mondo virtuale. Siamo caduti in una grande tela di ragno che è stata studiata per far sentire un senso di onnipotenza mediatica a miliardi di persone, anestetizzandole con una quantità di informazioni facili da ricevere e quasi tutte gratis, e dandoci la possibilità di farle sapere subito a tutti ( i pochi che definiamo amici).
Tecnicamente tutti hanno la
possibilità di mobilitare la rete per creare una opinione pubblica
capace di influenzare le scelte politiche che dovranno essere funzionali
alla volontà di tutti quelli che hanno espresso la loro opinione in
rete.
Praticamente però dobbiamo tornare alla metafora delle squadre di calcio
per comprendere che non riusciremo mai a confrontarci alla pari con
quelli che, usando i nostri stessi strumenti, hanno alle spalle tutta la
forza occulta dei loro sponsor per schiacciare facimente chiunque metta
in dubbio le regole del gioco.
La grande illusione è stata quella
di credere che essendo in tanti non saremmo rimasti chiusi nella nostra
solitudine ma è qui che si percepisce la vera distanza che si è creata
tra le idee e la tecnologia, è qui che bisogna trovare un modo che
permetta all'uomo di riprendere il controllo del pensiero,
dell'informazione, dell'economia.
Proviamo a fare un gioco che forse molti
si sono già visti proporre in qualche corso di addestramento
professionale: noi siamo su un altro pianeta e osserviamo quello che
accade sulla terra, a grandi linee, senza particolari e senza faziosità.
Si vedono movimenti di merci che vengono spostate da un posto all'altro per poi tornare al posto da cui sono partite. Si vedono coltivare e allevare delle quantità di generi alimentari superiori alle reali necessità e che una parte viene votata al macero, anche se quasi un quarto della popolazione soffre la fame. Si vedono imprenditori e uomini di Stato riuniti per dibattere come trovare una soluzione agli ostacoli burocratici che loro stessi hanno inventato
per compiacere le lobby che li hanno finanziati. Si vedono fiumi,
montagne, ghiacciai e foreste che stanno scomparendo sotto nuvole di gas
tossici, mentre non si utilizzano le risorse energetiche non inquinanti
del sole e del vento.
È questa la foto (e qualcuno avrà facoltà di definirla qualunquista o, a scelta, populista) del nostro pianeta, visto da fuori.
Tutta la nostra "intelligentia politica e economica" si sta affannando per trovare soluzioni a problemi che non esistono, proprio perché si insiste a far funzionare certi sistemi che non hanno nessun motivo di essere, se non quello di procurare meschini vantaggi a chi gestisce.
Chissà cosa penserebbe un essere alieno e
inesperto delle questioni della terra nel sentirci parlare, non del
surriscaldamento della superficie terrestre, non del miliardo di persone
che soffre la sete ogni giorno, non delle persone che non lavorano
perché espulse dal sistema produttivo, non dei milioni di persone che
non lavorano perché è più conveniente investire in borsa che
nell'industria, non le guerre fatte per aumentare il PIL ma,
incomprensibilmente di parole astratte e vuote come derivati e finanza.
Come può un essere razionale e non
contagiato da un'informazione invasiva e deformante comprendere che il
mondo occidentale sta per implodere perché ha inventato un sistema
finanziario capace di vendere infinite volte la promessa di un credito,
garantita da altre promesse di credito, basate su un capitale di una azienda che vale centinaia o migliaia di volte meno del volume dei titoli emessi ?
È semplicemente folle pensare di uscire dall'enorme truffa in cui siamo piombati, senza condannare a pene vigorose chi le ha provocate, ma diventa un insulto presentare il conto di questo olocausto mediatico e finanziario alle vittime e non agli imputati.
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Ciao Rosa, non posso che condividere ciò che scrive l'autore e cioè che la rete è un'illusione dato che comunque tutto è maya; personalmente sono anche convinto che la rete sia stata da LORO ideata per "prevenire" altre forme libere di comunicazione.
RispondiEliminaPerò, ricordando vecchi scambi di commenti, hai ragione anche tu quando consideri la rete solo un mezzo e che l'illusione nasce solo dalla mancanza di consapevolezza di chi lo usa ... un lama di ferro può servire per arare la terra oppure per uccidere una persona ... alla fine non conta lo strumento che si usa ma come sempre la scelta tra l'agape e l'ego.
Per finire mi sembra ovvio che il cambiamento non può avvenire nella rete ... deve essere personale. Per me la rete è utile come fonte di informazioni e mi ha dato la possibilità di avere una amica come te di cui conosco lo splendido spirito gilanico ma non l'aspetto fisico ... una "magica" amicizia tra spiriti.
Namastè
Sì la rete è un volano, un non luogo nel quale incontrasi e scambiare opinioni ed informazioni. Ed è esattamente come il computer "stupida" riempita di contenuti che sono punti di vista.
EliminaE' ovvio che il potere tenda a dominarla e ad usarla, non fa sempre così? Non vi è di nuovo in questo! Il problema non è chi possiede o comanda la rete (o chi pensa di comandarla e possederla), ma se è possibile davvero farlo oppure se, l'immediatezza e la diffusione del messaggio permette anche al virus infettivo dell'auto coscienza e della conoscenza di passare.
E' altrettanto certo che dipenda da noi e dalla nostra maturazione spirituale qualsiasi tipo di cambiamento, ma la sua portata infettiva può essere veicolata dalla rete. Il lavoro di cernita è difficile, duro, sottintende una crescita ed uno sforzo per "comprendere, capire e scegliere", ma nulla come un veicolo stupido ed al contempo così efficiente potrebbe contribuire al suo diffondersi.
E' rischioso, sì! Vivere lo è....è facile cadere preda di inganni, certo, e dove questo non avviene? La rete porta moltissima spazzatura ed altrettanto controllo? Ancora una volta ovviamente sì...questo è il mondo che ci circonda, perchè mai dovrebbe essere diversa? In definitiva dipende da noi come ieri e come sempre.
E l'opportunità sta nascosta, come spesso accade, dietro ad un "sistema" pensato per altro.
Infatti, come tu dici, e come è anche per me...proprio questo luogo mi ha permesso di "incontrare" bellissime persone (e tu tra queste) che altrimenti non avrei mai incrociato, ma che, sotto moltissimi aspetti, mi erano destinate.
Persone (anime) "importanti" che hanno arricchito, e arricchiscono, il mio cammino rendendolo meno solitario.
Ti abbraccio caro amico :)
Namastè
Stroncare la grande truffa é il primo, impervio passo. Il resto segue.
RispondiEliminaSubodorare l'inganno, saper leggere fra le righe ed imparare, come salmoni e navigare controcorrente, incontrando altri che risalgono la corrente...
EliminaSì Adriano, e il resto segue...
Buona serata :)
Namastè