Foto(di)vagando |
La prima sera la candela si spense e la stanza piombò in una profonda oscurità.
Sussurrò un monaco: " Si è spenta la candela! ".
Il secondo rispose: " Non devi parlare, è una sesshin di silenzio totale".
Il terzo aggiunse: " Perché parlate? Dobbiamo tacere, rimanere in perfetto silenzio! ".
Il quarto, il responsabile della sesshin, concluse:" Siete tutti stolti e malvagi, solo io non ho parlato! "
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Rifletto: Beh, difficile sfuggire alle trappole della parola: tutti e quattro avevano finito per parlare... Ma non basta non parlare: bisogna anche far tacere il monologo o il dialogo interiore, che é incessante e si frappone come un velo tra noi e le cose.
Cogliamo e dilatiamo l'attimo di silenzio fra un'ondata di pensieri e l'altra.
Osserviamo come rimaniamo privi di pensieri quando veniamo colti da qualche sorpresa.
Rosa Bruno
Sto sorridendo in silenzio...
RispondiEliminaNamastè
:))))
EliminaNamastè
Il silenzio che deriva da un momento di sorpresa, stupore o imbarazzo non è vero silenzio. Quello che davvero conta è quello meditativo, che ti scava dentro ed è il più difficile ovviamente da realizzare.
RispondiEliminaOvviamente concordo... e il silenzio interiore, che si collega a quello universale è decisamente quello più importante ed utile.
EliminaCiao Daniele :)