lunedì 26 luglio 2010

Campania: discariche verso il collasso, in arrivo ennesima emergenza

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Tra poco più di otto mesi le discariche già realizzate in Campania saranno esaurite e, se non ne saranno costruite altre, l’emergenza sarà inevitabile: l’allarme parte da Guido Bertolaso e dalla sua struttura e nasce da uno screening preciso dei siti e degli impianti e della loro capacità di continuare a ingoiare rifiuti. Il sottosegretario ha già scritto più volte alle Province e a tutte le autorità responsabili della gestione dei rifiuti sottolineando la necessità di non abbassare la guardia e di prendere le decisioni necessarie per garantire ai cittadini che la spazzatura venga raccolta e lavorata. Si tratta, in sostanza, di rispettare le indicazioni fornite dalla legge che ha sancito la fine dell’emergenza e il ritorno delle responsabilità agli enti locali.

Il problema resta sempre lo stesso: ogni giorno si producono settemila tonnellate di rifiuti che, al netto della differenziata che non supera il venti per cento, dovranno finire in discarica o al termovalorizzatore di Acerra almeno fino a quando non saranno realizzati i due impianti di Napoli e Caserta. E ci vorranno almeno tre anni. Ma i siti attualmente funzionanti si esauriranno molto prima.

La situazione più preoccupante è, come sempre negli anni passati, quella delle province di Caserta e di Napoli. A Caserta la discarica di San Tammaro rischia di andare in tilt nel giro di venti giorni. La capacità residua è di circa 550 giorni (580 il 23 giugno). Questo, però, solo se si aprirà il terzo lotto: ma i lavori per realizzarlo, al momento, non sono nemmeno cominciati. Se non si farà in fretta, gli abitanti dell’intera Provincia non avranno più un posto dove portare la spazzatura. Tocca alla società provinciale utilizzare il progetto esecutivo realizzato dai tecnici di Bertolaso e appaltare i lavori. Ma la Gisec e la Provincia di Caserta per il momento non danno segni di vita.

Migliore, ma comunque preoccupante, la situazione a Napoli dove sono attualmente in funzione le discariche di Chiaiano e Terzigno. La prima ha una capacità residua di poco più di cinquecento giorni, la seconda di meno di un anno. Nel parco del Vesuvio avrebbe dovuto essere realizzato un secondo sito, a Cava Vitiello, ma l’opposizione di Bruxelles ha convinto l’assessore regionale Giovanni Romano a rinunciarvi. Romano ha annunciato di voler ampliare le cave esistenti e di voler potenziare la differenziata. Non solo: gli Stir dovrebbero essere messi in condizione di lavorare i rifiuti stabilizzandoli e riducendone il volume del trenta per cento. In questo modo di adempirebbe anche a un’altra delle clausole poste dalla Ue per scongelare i 146 milioni destinati alla Campania e rimasti finora bloccati.

Ma anche se tutti i tasselli del piano andassero a posto la corsa contro il tempo sarebbe estremamente rischiosa. E intanto, lo sottolinea la struttura di Bertolaso, le Province stentano ad assumere il proprio ruolo: toccherebbe a loro, infatti, gestire il ciclo dei rifiuti e dal 31 dicembre del 2010 dovrebbero anche riscuotere la Tarsu che è stata finora intascata dai Comuni. Ma già si parla di possibili rinvii. Anche la situazione delle discariche di Benevento e Avellino resta preoccupante. A Savignano si potrà depositare per poco più di duecento giorni e a Sant’Arcangelo per settecento. (Daniela De Crescenzo, Il Mattino)

1 commento:

  1. Dice che in una hanno trovato i sediolini del S.Paolo (lo stadio del Napoli) cambiati pochi giorni fa... Che schifo.

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