L’annuncio è arrivato a sorpresa: la gestione della fase due della ricostruzione dell’Aquila sarà di nuovo affidata alla Protezione civile. Una decisione presa direttamente dal duo Berlusconi-Letta, che hanno totalmente ignorato, a livello locale, le proteste degli aquilani degli ultimi mesi e, a livello istituzionale, la relazione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici che nella relazione del 2009, presentato lo scorso 22 giugno alla camera dei Deputati, aveva sonoramente bocciato il modello adottato in Abruzzo. Seguendo la strada aperta dalla Corte dei Conti. Berlusconi ha spiegato che «ci sono ancora 13 miliardi di euro da spendere per la ricostruzione», una fase che «le istituzioni locali non hanno saputo gestire». La decisione ha scatenato la reazione degli aquilani. Ieri pomeriggio, si è svolta un’assemblea cittadina straordinaria straordinaria convocata dal presidio permanente di piazza Duomo. L’assemblea ha valutato anche eventuali nuove iniziative di mobilitazione. «C’è bisogno di certezza sui fondi a disposizione della ricostruzione – ha commentato Patrizia Tocci del comitato 3e32 – e non del mero ritorno della Protezione civile». Assume un significato diverso anche l’appuntamento Ripartiamo da l’Aquila, una tre giorni di dibattiti e confronti già programmato per il prossimo fine settimana e che vivrà il suo clou nella notte tra sabato e domenica, quando in occasione della Notte bianca gli aquilani finalmente potranno entrare nel centro storico senza paura di essere cacciati. La più grande iniziativa culturale del dopo terremoto vedrà tre piazze animate da musica, degustazioni e video. Come una città qualunque e normale. Un concetto espresso chiaramente ieri dal sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Che per rispondere all’annuncio di Berlusconi ha convocato una conferenza stampa in un luogo insolito: una stanzetta con un lungo tavolo con decine di faldoni trapieni di pratiche (traslochi, Cas, progetti, richiesta ristori). «Sono domande evase con tanta fatica dal nostro personale – ha spiegato Cialente – Hanno un valore di circa 100 milioni di euro che il Governo non ci mette a disposizione. È come con i 2 miliardi per la ricostruzione, certo: ci sono ma se non ci vengono fornite le leggi per accedervi saranno sempre li’ in bella mostra. È come un frigorifero pieno di bontà dinanzi ad un affamato che però è chiuso ermeticamente. L’Aquila – ha attaccato Cialente – non e’ Kabul e non abbiamo bisogno di forze di occupazione. Perche’ dovrebbe tornare la Protezione civile? L’emergenza, visto che siamo tornati a pagare le tasse, è finita». Il primo cittadino è furente, e continua: «Forse una ragione c’e’. Visto che dopo aver manifestato e preso anche le botte siamo riusciti ad ottenere qualche soldo, può darsi che la Protezione civile sia interessata a tornare per gestire quelle risorse». È un fiume in piena il vice Commissario per la ricostruzione, che però ieri ha chiarito era in veste di amministratore locale «colpito nell’orgoglio da chi lo ha tacciato di incapacità. Ed ora spunta fuori l’idea di far rientrare la Protezione civile dalla finestra – ha continuato Cialente – E a quale titolo’? E chi sara’ il nuovo Commissario? Forse Balducci?».
Durante l’incontro, Cialente ha anche ricordato come il Dipartimento di Bertolaso prima di lasciare L’Aquila abbia lasciato tante questioni aperte: «Hanno fatto delle case bellissime ma solo per pochi . Quando hanno lasciato L’Aquila c’era necessita’ di altri 1.430 appartamenti. La Protezione civile ha dato una pacca sulle spalle e arrivederci. La ricostruzione dell’Aquila la faranno gli aquilani. Se qualcuno, poi, vuole darci una mano lo faccia, dandoci soldi ». Che verrebbero utilizzati anche per coprire, secondo il sindaco, i debiti lasciati proprio dalla Protezione civile (50 milioni di euro solo per le spettanze degli albergatori) e per le riparazioni delle abitazioni del progetto CASE, già alle prese con carenze strutturali.
anche su Terra
Aria di crisi per il Nano = scelte per fidelizzare i pochi rimasti.
RispondiEliminaMa le scelte infelici poi alla fine non pagano...
Stiamo a vedere.
Di scelte infelici,l'imperatore ne ha fatte a bizzeffe,
RispondiEliminasoprattutto con gli aquilani.
E chissà...che stia iniziando a pagarne le conseguenze?
Speriamo.
Namastè