Un ufficiale delle Forze di difesa di Israele è stato arrestato dalla polizia militare con l'accusa di aver rubato alcuni computer portatili agli attivisti della flottiglia che a fine maggio era stata attaccata e fermata con inaudita violenza da raid della Marina mentre cercava di raggiungere le coste di Gaza.
A rivelarlo il quotidiano Haaretz, che racconta di come il primo luogotenente dell'esercito avrebbe venduto i computer degli attivisti, da quattro a sei, ad un suo amico che poi - secondo l'accusa - li avrebbe a sua volta rivenduti ad altri acquirenti. Sono tre, in totale, gli ufficiali sospettati di aver comprato i computer rubati agli attivisti della Freedom Flotilla. Una fonte militare anonima, definita dal quotidiano israeliano "di alto rango", ha detto che "le indagini proveranno fatti imbarazzanti e vergognosi, perché ci sono soldati che non capiscono cosa rappresenti la loro uniforme".
La radio di Israele, invece, punta il dito sulla grande quantità di telefoni cellulari rubati agli attivisti. Manolo Luppichini, uno degli attivisti fermati dalle autorità israeliane dopo l'attacco alla flottiglia,aveva raccontato che dopo il suo rilascio la sua carta di credito era stata usata a giugno in Israele per due volte. "Non solo - aveva detto Luppichini - mi hanno sequestrato tutto il materiale di lavoro telecamere e registrazioni, ma come se non bastasse, hanno speso i miei soldi, attingono al mio conto corrente"
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